Elogio delle madamine
di Fabio Fabbri - 26 novembre 2018
Ho letto voluttuosamente sul sito Quotidiano.net la sapida nota di Claudio Martelli dedicata alla manifestazione pro-TAV organizzata con insperabile successo da un gruppo di intraprendenti madamine torinesi. Osserva giustamente Claudio che “a promuovere l’iniziativa non c’erano apparati di partito o di sindacato, non treni di truppe cammellate…ma gente che vive del proprio lavoro e pensa con la propria testa…C’erano con il cervello e non con la pancia”,. Aggiunge e chiarisce che “la Tav significa crescita, connettersi all’Europa e al mondo, significa progredire anziché regredire come vorrebbe il malinconico Grillo, che nell’evento ci ha letto il ritorno della borghesia.”.
E’ sgradevole che i grandi giornali e gli stucchevoli talk show televisivi, generosi ogni sera con i falsi dioscuri Salvini e Di Maio, non abbiano né compreso, né enfatizzato come meritava il sussulto popolare e patriottico di Torino. Questa volta sono le donne della buona borghesia che hanno dimostrato la loro attitudine a “pensare Paese”, per dirla con un antico distico di Claudio Martelli.
Non credo di sbagliarmi quando riconosco in questo inaspettato colpo d’ala una proiezione ideale dell’alleanza storico-politica del Piemonte con la Francia, dagli accordi di Plombiers alle guerre combattute fianco a fianco, concluse con l’indipendenza e l’unità d’Italia. Salutiamo dunque con ammirazione i nuovi “moti di Torino”, ricordando che Torino è la città di Camillo Benso Conte di Cavour, di Piero Gobetti, di Norberto Bobbio ed anche di Natalia Ginzburg. Insomma la battaglia per la TAV trova alimento in questa placenta storica franco-piemontese. E la primazia delle donne in questa rivolta suona come monito e sferzata nei confronti dei dirigenti e dei militanti dei partiti della fiacca opposizione alla “pacchia populista”: che può essere contrastata e anche sconfitta solo se tutte le energie migliori del Paese decideranno di scendere in campo, in difesa della democrazia liberale in pericolo e del nostro ancoraggio all’Europa.
E’ dunque lecito domandarsi se, di fronte alla debolezza della litigiosa opposizione del Pd, esistono ancora, nel seno della realtà politico-culturale del Paese altre forze che hanno compreso la gravità dell’ora e la necessità di scendere in campo alacremente, come hanno fatto le piemontesine pro TAV. Forse parte del ceto imprenditoriale associato alla Confindustria si sta svegliando. Tacciono purtroppo, finora, le organizzazioni dell’imprenditoria minore, compresa quella cooperativa. E tacciono i dirigenti, nazionali e provinciali di Cgil, Cisl e Uil.
Questo sostanziale appeasement nei confronti dei “nuovi barbari” al governo è assecondato e rafforzato dalla benevola accoglienza da parte dei maggiori canali televisivi, compresi quelli di Silvio Berlusconi. Anche i grandi quotidiani non sono incisivamente schierati in difesa della democrazia liberale in pericolo. Soltanto Il Foglio di Claudio Cerasa e Giuliano Ferrara e Terza Repubblica di Enrico Cisnetto svelano e denunciano le malefatte e l’inettitudine dei dilettanti allo sbaraglio oggi al governo ed i futuri danni in itinere, per l’Italia e per l’Europa .
Parlo ogni giorno con i compagni della nostra piccola comunità socialista. Tutti avvertono la crescita del consenso per il Truce. Tutti ritengono che si debba “andare ed operare oltre il Pd” ed aggiungono che anche noi dobbiamo concorrere a costruire una nuova alleanza per l’Italia e per l’Europa, evitando di rinchiuderci nel nostro recinto come ultimi dei moicani.
In campo nazionale debbono scendere nell’agone politico le riserve della Repubblica. Chi scrive è ultraottuagenario, ma farà la sua piccola parte, anche in vista delle elezioni del Parlamento europeo. Possono, infine, recare un importante contributo a questo risveglio patriottico le fondazioni che custodiscono e difendono i valori del socialismo liberale, della tradizione laica e cattolico-democratica. È anche tempo di promuovere il dialogo e la collaborazione con il florilegio dei nuovi protagonisti del civismo, che amministrano decine e decine di Comuni in molte parti del Paese.
Propongo un convegno anti-populista e suggerisco di farlo presto a Parma, provincia storicamente europea, città stendhaliana e libertaria, allo scopo di enfatizzare, con l’aiuto delle nostre nobili “rezdore, ”, il gravissimo “rischio Italia ed anche il magro lavoro parlamentare dei nazional-populisti eletti il 4 marzo nella nostra circoscrizione. Sarà anche l’occasione per rilanciare i nostri progetti di caratura europea, come è sicuramente il collegamento fra l’Autostrada della Cisa e l’Auto-Brennero.
Forza, ragazzi! Se non ora, quando?
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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