Sindacati tra diritti e abusi
Riprendiamo l'articolo di Giuliano Cazzola pubblicato su "Quotidiano Nazionale" il 19-09-2015
di Giuliano Cazzola - 19 settembre 2015
Svolgere delle assemblee in orario di lavoro è un diritto riconosciuto dallo statuto dei lavoratori: un atto di libertà che è costato anni di lotte alle generazioni precedenti, protagoniste della ricostruzione del Paese.
Proprio perché i diritti sindacali sono importanti, l’ultima cosa che dei sindacati responsabili dovrebbero fare è quella di strumentalizzarne l’uso ad altri fini. Invece, le modalità adottate, nei giorni scorsi, nei principali siti archeologici ed artistici del Paese, hanno trasformato delle riunioni sindacali retribuite dalle amministrazioni in sostanziali astensioni dal lavoro, improvvise, effettuate senza un ragionevole preavviso e in assenza di un minimo di riguardo per tanti turisti, italiani e stranieri, rimasti con un palmo di naso davanti ai cancelli chiusi, a commentare un cartello (è successo al Colosseo) che forniva, in inglese, delle indicazioni sbagliate riguardo all’orario di riapertura.
I sindacati hanno dimostrato di non potere (o non volere) avvalersi dell’arma dello sciopero con quella misura che sarebbe necessaria in un settore delicato e strategico per il nostro Paese e per la sua economia – quale è il turismo, soprattutto d’arte - in una ‘’stagione’’ che è stata decisiva per quegli accenni di ripresa comparsi all’orizzonte dopo anni di ‘’freddo e stridore di denti’’. Ma stupisce ancora di più la reazione dei vertici confederali all’annuncio (quando si passerà dalle parole ai fatti?) del ministro Dario Franceschini di includere il patrimonio culturale ed artistico del Paese (il nostro ‘’oro nero’’) tra i comparti nei quali l’astensione dal lavoro è sottoposta a procedure di informazione preventiva ed a modalità di attuazione particolari. Non si tratta di negare il fondamentale diritto di sciopero, ma di regolarne l’esercizio, come avviene da oltre vent’anni - sulla base di una preliminare autoregolamentazione sindacale - per centinaia di migliaia di lavoratori occupati nei servizi ritenuti essenziali a garantire diritti, altrettanto fondamentali, dei cittadini.
Quando si abusa delle proprie prerogative ci si mette sempre dalla parte del torto agli occhi di quel giudice implacabile che è l’opinione pubblica (in casi siffatti, non solo italiana, ma mondiale). I diritti, anche quelli sindacali, non sono stati ottenuti dai lavoratori una volta per sempre. Per poterli difendere, bisogna saperseli meritare ogni giorno.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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