"Parziale" ma bene
Il decreto del governo non solo applica la sentenza della Corte, ma migliora la norma del Salva Italia
di Giuliano Cazzola - 18 maggio 2015
Per capire le reali intenzioni del Governo sull’affaire-pensioni sarà opportuno attendere gli esiti della riunione del Consiglio dei ministri di oggi. Ci sono taluni aspetti che le anticipazioni televisive di Matteo Renzi non chiariscono. L’esecutivo varerà un decreto legge oppure si limiterà a ribadire le linee generali del provvedimento, in attesa che ‘’passi la nottata’’ delle elezioni regionali ? C’è da supporre, infatti, che la decorrenza dal 1° agosto non risponda soltanto ad esigenze di copertura finanziaria, ma sia dettata dalla scelta di prendere tempo prima di assumere le necessarie misure legislative.
In ogni caso, ci si avvia verso un rimborso parziale (che dovrebbe interessare quattro milioni di pensionati) spostando verso l’altro il cursore dei soggetti ‘’salvaguardati’’, sulla base di un multiplo superiore al livello di tre volte il trattamento minimo come previsto dall’articolo 24 del decreto Salva Italia (la riforma Fornero). Quella annunciata dal premier è una soluzione non solo sostenibile sul piano economico (ad essa verrà destinato il c.d. tesoretto, a disposizione grazie alla flessibilità del deficit di bilancio), ma corretta nei confronti delle motivazioni della sentenza n.70 della Consulta. La Corte, infatti, non ha ritenuto illegittimo l’intervento in sé (se lo avesse fatto avrebbe contraddetto la sua stessa giurisprudenza in materia), ma i criteri e modalità adottati nel 2011, sostenendo che la mancata erogazione della indennità di rivalutazione sulle pensioni superiori a 1450 euro lordi mensili, penalizzava – in modo permanente – dei trattamenti medio-bassi, mettendone, così, in discussione l’adeguatezza.
Ecco perché una rimodulazione del taglio della perequazione automatica negli anni 2012 e 2013 non comporta soltanto una riduzione, compatibile, dell’ammontare da restituire ai pensionati, ma ‘’aggiusta’’ le norme del 2011 in maniera corrispondente a quei principi di proporzionalità e di ragionevolezza richiesti dai ‘’giudici delle leggi’’. Del resto, sarebbe stato paradossale che una sentenza della Consulta - rivolta a tutelare le pensioni medio-basse ingiustamente colpite, nel loro potere d’acquisto, dalle misure sulla perequazione - si fosse risolta pure in un beneficio a favore degli assegni medio-alti e alti, su cui, ad avviso della Corte, è legittimo intervenire. E' quanto sarebbe avvenuto se il Governo avesse optato per un rimborso integrale.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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