I consumi aumentano, i prezzi scendono
Una via, contro la droga
Il rapporto annuale sulla tossicodipendenza fa a pugni con le idee di Ferrerodi Davide Giacalone - 12 luglio 2007
Quando la realtà smentisce i pregiudizi c’è chi è capace di prenderne atto e adeguare le proprie analisi, chi, invece, crede sia coerente, magari anche ammirevole, perseverare nei pregiudizi, a dispetto della realtà. E’ un po’ quello che accade a Paolo Ferrero, ministro per la solidarietà sociale. Il rapporto annuale sullo stato delle tossicodipendenze, infatti, fa a pugni con la volontà di cambiare in direzione permissiva la legge sulla droga. Ma sia il rapporto che quelle idee sono presentate dalla stessa persona, Ferrero.
Il quadro dipinto dal rapporto è facile da riassumere: i consumi di droga aumentano, s’impenna anche il numero di persone che la provano, i prezzi scendono, rendendo l’acquisto accessibile a tutti, i luoghi dello spaccio sono diffusi e facilmente accessibili. Qualcuno ne parla, addirittura, come fosse un esempio perfetto di libero mercato, solo che chi lo dice non ha idea di cosa sia la libertà di mercato e non capisce che in quello della droga è negata una condizione essenziale: la libertà del consumatore. Qui il consumatore diventa schiavo.
Il mercato della droga italiano è secondo solo a quello spagnolo, il resto d’Europa sta alle nostre spalle. Non mi sembra un record da festeggiare. Nel complesso, quindi, i consumi risentono di una perversa politica dell’offerta, più persone prendono droghe e sviluppano dipendenza, assicurando così agli spacciatori un mercato per il futuro. A fronte di tutto questo come si fa a dire che è sbagliata una legge troppo proibizionista? Dov’è la proibizione? Qui è tutto facile e consentito. La legge proibizionista esiste solo nella fantasia propagandistica di alcuni, ma non nella realtà. E, di converso, le ricette legalizzatici o liberalizzatrici di Ferrero, o le più alte dosi personali della Turco, fanno ridere, perché è difficile riescano mai a mettere in una legge quel che, in termini di mancanza di proibizioni, c’è già nel mercato. Quindi, a ben vedere, il rapporto presentato da Ferrero suggerisce l’esatto contrario di quel che Ferrero propone.
Segnalo un caso significativo. Non basta la politica dell’offerta a far salire la domanda, perché è vero che il consumo di cocaina è enormemente cresciuto allo scendere del prezzo, ma è anche vero che il prezzo dell’eroina scende senza che aumentino i consumatori. Come si spiega? In due modi. Intanto perché i numeri, qualche volta, tradiscono la realtà e dato che i consumatori sono spesso usi a sostanze diverse sono più individuabili quelle che vanno per la maggiore. Poi perché, in effetti, non basta operare dal lato dell’offerta (gli spacciatori ed il prezzo) se non c’è disponibilità di domanda e, nel caso dell’eroina, questa è divenuta la droga dei perdenti, degli sfasciati, dei tossici, appunto. Mentre la cocaina ha preso su di sé l’immagine, se non proprio dei vincenti, almeno quella della compatibilità con una vita di normali successi. Naturalmente non è vero, ma l’immagine conta. E dato che conta questo è proprio il terreno della prevenzione. Facciamoli vedere, gli sfasciati dalla cocaina ed i rincoglioniti dalle pasticche, mostriamo la miseria morale dei presunti divetti che cianciano di trasgressione, gettiamo la luce su un mondo di pregiudizi e riveliamoli per quel che sono: bugie pericolose. Questo dato indica una via, solo che per imboccarla si deve capirla, rinunciando ai pregiudizi.
www.davidegiacalone.it
Il quadro dipinto dal rapporto è facile da riassumere: i consumi di droga aumentano, s’impenna anche il numero di persone che la provano, i prezzi scendono, rendendo l’acquisto accessibile a tutti, i luoghi dello spaccio sono diffusi e facilmente accessibili. Qualcuno ne parla, addirittura, come fosse un esempio perfetto di libero mercato, solo che chi lo dice non ha idea di cosa sia la libertà di mercato e non capisce che in quello della droga è negata una condizione essenziale: la libertà del consumatore. Qui il consumatore diventa schiavo.
Il mercato della droga italiano è secondo solo a quello spagnolo, il resto d’Europa sta alle nostre spalle. Non mi sembra un record da festeggiare. Nel complesso, quindi, i consumi risentono di una perversa politica dell’offerta, più persone prendono droghe e sviluppano dipendenza, assicurando così agli spacciatori un mercato per il futuro. A fronte di tutto questo come si fa a dire che è sbagliata una legge troppo proibizionista? Dov’è la proibizione? Qui è tutto facile e consentito. La legge proibizionista esiste solo nella fantasia propagandistica di alcuni, ma non nella realtà. E, di converso, le ricette legalizzatici o liberalizzatrici di Ferrero, o le più alte dosi personali della Turco, fanno ridere, perché è difficile riescano mai a mettere in una legge quel che, in termini di mancanza di proibizioni, c’è già nel mercato. Quindi, a ben vedere, il rapporto presentato da Ferrero suggerisce l’esatto contrario di quel che Ferrero propone.
Segnalo un caso significativo. Non basta la politica dell’offerta a far salire la domanda, perché è vero che il consumo di cocaina è enormemente cresciuto allo scendere del prezzo, ma è anche vero che il prezzo dell’eroina scende senza che aumentino i consumatori. Come si spiega? In due modi. Intanto perché i numeri, qualche volta, tradiscono la realtà e dato che i consumatori sono spesso usi a sostanze diverse sono più individuabili quelle che vanno per la maggiore. Poi perché, in effetti, non basta operare dal lato dell’offerta (gli spacciatori ed il prezzo) se non c’è disponibilità di domanda e, nel caso dell’eroina, questa è divenuta la droga dei perdenti, degli sfasciati, dei tossici, appunto. Mentre la cocaina ha preso su di sé l’immagine, se non proprio dei vincenti, almeno quella della compatibilità con una vita di normali successi. Naturalmente non è vero, ma l’immagine conta. E dato che conta questo è proprio il terreno della prevenzione. Facciamoli vedere, gli sfasciati dalla cocaina ed i rincoglioniti dalle pasticche, mostriamo la miseria morale dei presunti divetti che cianciano di trasgressione, gettiamo la luce su un mondo di pregiudizi e riveliamoli per quel che sono: bugie pericolose. Questo dato indica una via, solo che per imboccarla si deve capirla, rinunciando ai pregiudizi.
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L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.