Le future strategie di SA
Una speranza per il mondo “del fare”
“Società Aperta - Costituente per l’Italia e per l’Europa”di Cinzia Giachetti* - 18 marzo 2008
Da simpatizzante di Società Aperta accolgo con molto interesse e rinnovato entusiasmo la notizia che possa diventare un partito politico di respiro europeo. Trovo che anche il nome “Società Aperta - Costituente per l’Italia e per l’Europa” rappresenti un grande passo in avanti perché non si parla solo di Italia ma anche di Europa.
Da chi come me appartiene al mondo “del fare” e che da tempo si è resa conto che la politica non affronta i problemi del paese ma ne tocca solo superficialmente alcuni, rimandando ad altri governi i problemi veri da risolvere, vede con consenso la nascita di un partito al di fuori delle attuali logiche politiche ma molto orientato ad affrontare i problemi del paese. Da oltre 20 anni lavoro a contatto con Istituzioni pubbliche, enti di ricerca, imprese e “policy makers” dei paesi europei per definire modelli e metodologie per trasferire innovazione di processo, di prodotto e nei servizi nei diversi comparti della nostra società. Tanti documenti scritti, tanti convegni fatti e mentre gli altri paesi europei hanno saputo tenere il passo, facendo tesoro dei processi di innovazione, in Italia nessun risultato o almeno pochi e quindi incapaci di influire sulla crescita.
L’Italia è ferma e da oltre 15 anni convive con lo spettro della crescita. Lo dicono tutte le tabelle degli indicatori internazionali che valutano la competitività dei paesi. Infatti siamo all’ultimo posto secondo l’International Institute for Management Development (IIMD) con riferimento agli anni 2005 e 2006 dopo (salendo in sequenza) Russia, Portogallo, Grecia, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Regno Unito, Giappone, Olanda, Svezia, Austria, Norvegia, Irlanda, Finlandia Lussemburgo, Danimarca e Stati Uniti. Il punteggio dei paesi riflette una media ponderata di 323 indicatori raggruppati intorno a 4 categorie di base: dalla performance economica all’efficienza del sistema amministrativo e di quello produttivo, alle risorse umane scientifiche e tecnologiche.
Tutto questo è deprimente anche perchè le eccellenze in Italia ci sono ma il sistema paese non c’e’. “Società Aperta - Costituente per l’Italia e per l’Europa” rappresenta veramente il nuovo non solo nel nome ma anche nel fare, perché sono certa che sarà in grado di affrontare i temi più importanti per il rilancio del Paese.
Dal taglio della spesa pubblica, alla rivisitazione dei salari con l’introduzione del concetto di “meritocrazia nel pubblico e nel privato, superando il vecchio “modus operandi” dei sindacati e introducendo la contrattazione di secondo livello. Dalla lotta all’evasione fiscale (creando il conflitto di interessi tra chi acquista e chi vende, a partire dalla categorie con la più alta evasione fiscale) alla riduzione graduale della aliquote IRPEF per cittadini e imprese.
Dal rafforzamento della legge Biagi, come strumento di eccellenza per la formazione e l’introduzione al lavoro dei giovani (supportata da adeguati strumenti di ammortizzatori sociali per i periodi di inattività) alla riorganizzazione del sistema Ricerca, Formazione e Innovazione, a partire dalla Scuola e dalla formazione continua degli insegnanti, eliminando le “abitudini” dei finanziamenti a pioggia della ricerca ma introducendo il concetto di qualità, risultati e controlli periodici. Dalla lotta alla immigrazione clandestina e alla criminalità al contemporaneo rafforzamento delle forze dell’ordine in termini di formazione, ammodernamento servizi e strutture e aumento personale.
Dalla semplificazione delle procedure amministrative come ad es. quelle necessarie per aprire nuove imprese (siamo ultimi nelle tabelle internazionali, dopo Romania ecc. in numero di azioni da adempiere per aprire nuove imprese), alle liberalizzazioni nei settori più importanti come quello dei servizi pubblici.
Dalle politiche a favore della famiglia e del sociale alle politiche a favore delle imprese e in particolare delle medio-piccole soprattutto per acquisizione di management adeguato per lo sviluppo dell’innovazione, servizi per l’accesso all’informazione e all’assistenza per business e innovazione a livello internazionale.
Insomma “Società Aperta - Costituente per l’Italia e per l’Europa” lancia un nuovo entusiasmo per noi del mondo “del fare” e sono certa che l’Italia riuscirà a ritrovare anche i valori perduti, soprattutto in politica, come l’etica, la trasparenza e la dignità dei comportamenti.
*Dirigente industriale Presidente Federmanager - Pisa, Presidente Progetti Manageriali s.r.l. – Roma
Da chi come me appartiene al mondo “del fare” e che da tempo si è resa conto che la politica non affronta i problemi del paese ma ne tocca solo superficialmente alcuni, rimandando ad altri governi i problemi veri da risolvere, vede con consenso la nascita di un partito al di fuori delle attuali logiche politiche ma molto orientato ad affrontare i problemi del paese. Da oltre 20 anni lavoro a contatto con Istituzioni pubbliche, enti di ricerca, imprese e “policy makers” dei paesi europei per definire modelli e metodologie per trasferire innovazione di processo, di prodotto e nei servizi nei diversi comparti della nostra società. Tanti documenti scritti, tanti convegni fatti e mentre gli altri paesi europei hanno saputo tenere il passo, facendo tesoro dei processi di innovazione, in Italia nessun risultato o almeno pochi e quindi incapaci di influire sulla crescita.
L’Italia è ferma e da oltre 15 anni convive con lo spettro della crescita. Lo dicono tutte le tabelle degli indicatori internazionali che valutano la competitività dei paesi. Infatti siamo all’ultimo posto secondo l’International Institute for Management Development (IIMD) con riferimento agli anni 2005 e 2006 dopo (salendo in sequenza) Russia, Portogallo, Grecia, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Regno Unito, Giappone, Olanda, Svezia, Austria, Norvegia, Irlanda, Finlandia Lussemburgo, Danimarca e Stati Uniti. Il punteggio dei paesi riflette una media ponderata di 323 indicatori raggruppati intorno a 4 categorie di base: dalla performance economica all’efficienza del sistema amministrativo e di quello produttivo, alle risorse umane scientifiche e tecnologiche.
Tutto questo è deprimente anche perchè le eccellenze in Italia ci sono ma il sistema paese non c’e’. “Società Aperta - Costituente per l’Italia e per l’Europa” rappresenta veramente il nuovo non solo nel nome ma anche nel fare, perché sono certa che sarà in grado di affrontare i temi più importanti per il rilancio del Paese.
Dal taglio della spesa pubblica, alla rivisitazione dei salari con l’introduzione del concetto di “meritocrazia nel pubblico e nel privato, superando il vecchio “modus operandi” dei sindacati e introducendo la contrattazione di secondo livello. Dalla lotta all’evasione fiscale (creando il conflitto di interessi tra chi acquista e chi vende, a partire dalla categorie con la più alta evasione fiscale) alla riduzione graduale della aliquote IRPEF per cittadini e imprese.
Dal rafforzamento della legge Biagi, come strumento di eccellenza per la formazione e l’introduzione al lavoro dei giovani (supportata da adeguati strumenti di ammortizzatori sociali per i periodi di inattività) alla riorganizzazione del sistema Ricerca, Formazione e Innovazione, a partire dalla Scuola e dalla formazione continua degli insegnanti, eliminando le “abitudini” dei finanziamenti a pioggia della ricerca ma introducendo il concetto di qualità, risultati e controlli periodici. Dalla lotta alla immigrazione clandestina e alla criminalità al contemporaneo rafforzamento delle forze dell’ordine in termini di formazione, ammodernamento servizi e strutture e aumento personale.
Dalla semplificazione delle procedure amministrative come ad es. quelle necessarie per aprire nuove imprese (siamo ultimi nelle tabelle internazionali, dopo Romania ecc. in numero di azioni da adempiere per aprire nuove imprese), alle liberalizzazioni nei settori più importanti come quello dei servizi pubblici.
Dalle politiche a favore della famiglia e del sociale alle politiche a favore delle imprese e in particolare delle medio-piccole soprattutto per acquisizione di management adeguato per lo sviluppo dell’innovazione, servizi per l’accesso all’informazione e all’assistenza per business e innovazione a livello internazionale.
Insomma “Società Aperta - Costituente per l’Italia e per l’Europa” lancia un nuovo entusiasmo per noi del mondo “del fare” e sono certa che l’Italia riuscirà a ritrovare anche i valori perduti, soprattutto in politica, come l’etica, la trasparenza e la dignità dei comportamenti.
*Dirigente industriale Presidente Federmanager - Pisa, Presidente Progetti Manageriali s.r.l. – Roma
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.