Quando il consorzio diventa un “affare”
Una mano nei rifiuti, l’altra in politica
L’omicidio di Orsi apre il dibattito sulla commistione tra politica, impresa e camorradi Davide Giacalone - 04 giugno 2008
Il cadavere di Michele Orsi, morto ammazzato a Casal di Principe, pesa sulla politica e non può essere archiviato con frasi di circostanza. Non potrà essere tumulato sperando di chiudere nella bara il terribile messaggio che porta con sé: la politica, l’impresa e la camorra hanno fatto società, ma l’equilibrio regge solo se è la terza a dominare. Sapevate che Orsi era iscritto ai Ds?
Era stato in Forza Italia, poi i fratelli avevano traslocato fra i Democratici di Sinistra. Si erano anche avvicinati a Rifondazione Comunista, candidandosi a finanziarla, fino a quando Francesco Forgione, rifondarolo presidente della commissione parlamentare sulla criminalità organizzata, intervenne a bloccare l’evidente intento illecito.
Il resto del mondo che ha le mani fra i rifiuti le tiene anche nella politica, senza distinzione di schieramento ed al solo scopo di fare affari. Per una lunga stagione si sono fatti a sinistra, e se sottolineo con forza quell’aderenza partitica non è per speculare o far propaganda, ma perché il male si diffonde, i partiti contaminati sono anche altri e non se ne esce se non si ha il coraggio della denuncia aperta e chiara. La sinistra non ha questo coraggio, ma neanche la destra brilla. Il fulcro della faccenda sta nel modo in cui si spartiscono i soldi e le clientele, è quello il meccanismo che porta le istituzioni a far società con i criminali.
Si chiamano “consorzi”, servono ad evitare le gare, quindi la trasparenza, e funzionano così:
a. i comuni, pertanto la politica, scelgono di unirsi per trattare condizioni migliori;
b. le municipalizzate fanno società con imprenditori privati, che entrano nel business per amicizie politiche;
c. la cosa marcia perché la camorra garantisce l’ordine pubblico e la difesa dagli interessi antagonisti;
d. i politici incassano qualche soldo e le assunzioni degli spazzini che non spazzano;
e. gli imprenditori fanno soldi senza misurarsi con il mercato;
f. la camorra accumula più potere e soldi di tutti.
Risultati:
1. spesa pubblica alta;
2. spazzatura ovunque;
3. inquinamento delle istituzioni.
Orsi pensava di potersene tirare fuori, e lo hanno ammazzato. Lo Stato e la politica che pensano? o sono già morti? Questa è la partita, e riguarda l’esistenza stessa dello Stato, non solo qualche tonnellata di pattume.
Pubblicato su Libero di mercoledì 4 giugno
Il resto del mondo che ha le mani fra i rifiuti le tiene anche nella politica, senza distinzione di schieramento ed al solo scopo di fare affari. Per una lunga stagione si sono fatti a sinistra, e se sottolineo con forza quell’aderenza partitica non è per speculare o far propaganda, ma perché il male si diffonde, i partiti contaminati sono anche altri e non se ne esce se non si ha il coraggio della denuncia aperta e chiara. La sinistra non ha questo coraggio, ma neanche la destra brilla. Il fulcro della faccenda sta nel modo in cui si spartiscono i soldi e le clientele, è quello il meccanismo che porta le istituzioni a far società con i criminali.
Si chiamano “consorzi”, servono ad evitare le gare, quindi la trasparenza, e funzionano così:
a. i comuni, pertanto la politica, scelgono di unirsi per trattare condizioni migliori;
b. le municipalizzate fanno società con imprenditori privati, che entrano nel business per amicizie politiche;
c. la cosa marcia perché la camorra garantisce l’ordine pubblico e la difesa dagli interessi antagonisti;
d. i politici incassano qualche soldo e le assunzioni degli spazzini che non spazzano;
e. gli imprenditori fanno soldi senza misurarsi con il mercato;
f. la camorra accumula più potere e soldi di tutti.
Risultati:
1. spesa pubblica alta;
2. spazzatura ovunque;
3. inquinamento delle istituzioni.
Orsi pensava di potersene tirare fuori, e lo hanno ammazzato. Lo Stato e la politica che pensano? o sono già morti? Questa è la partita, e riguarda l’esistenza stessa dello Stato, non solo qualche tonnellata di pattume.
Pubblicato su Libero di mercoledì 4 giugno
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.