L’accusa è mossa dall’odio per l’America
Una follia processare il marine
Il soldato statunitense che sparò a Calipari e ferì la Sgrena accusato di omicidio colposodi Davide Giacalone - 09 febbraio 2007
C’è qualche cosa di folle nella pretesa di processare il soldato statunitense che sparò uccidendo Calipari e ferendo la Sgrena. La follia ha a che vedere con quel fatto specifico, e rimane tale anche senza metterla a paragone con ciò che accadde nel 1998, quando, governante Massimo D’Alema, si prese atto che non avremmo processato dei piloti statunitensi, decollati da una base che ha sede sul territorio italiano e responsabili dell’abbattimento di una funivia, al Cermis, sempre in Italia, e con venti persone morte. Ora si vuol processare chi agì in Iraq. E lo si vuole accusare di omicidio volontario, vale a dire di un gesto cosciente e conseguente agli ordini ricevuti, il che apre un problema enorme e ci mette dalla parte del torto.
Se si esce dalla zona grigia, e diplomaticamente conveniente, del malinteso e dell’incidente si assume che gli americani abbiano voluto uccidere, e se si ritiene che il gesto sia stato deliberato si assume che quella decisione fu presa per punire l’Italia. Di cosa? Inutile essere ipocriti, il punto di partenza di una simile impostazione è che gli americani (e gli inglesi) ce l’avevano con noi perché noi pagavamo per liberare i nostri ostaggi, mentre i loro finivano sgozzati davanti alle telecamere. Se così stessero le cose, gli americani (e gli inglesi) avrebbero perfettamente ragione. Siamo gli unici ad essere riusciti, grazie al Sismi (ci torno subito), a liberare ostaggi incoscienti, dopo avere realizzato solidarietà piagnucolose che andavano dall’estrema sinistra all’estrema destra. In quanti eravamo a sostenere che non si doveva cedere ai ricatti? Ma la follia continua.
Gli stessi giornali che descrivono il Sismi (quello di Pollari, Pio Pompa, Mancini) come un pozzo di nefandezze e complice di rapitori, poi pretendendo di dipingerlo come eroico (con Calipari) nel mentre tratta con i rapitori. Essendo sempre lo stesso organismo e le stesse persone, è evidente che si è buoni quando si va contro gli Usa, e cattivi se li si considera alleati (quali sono). Però siccome trattare con i rapitori è un reato, e siccome su quella roba è stato giustamente imposto il segreto di Stato, il militare americano lo vogliamo processare dicendogli che sugli affari nostri non ha diritto d’interloquire. Ovviamente non ce lo daranno, e fanno bene.
www.davidegiacalone.it
Pubblicato da Libero del 9 febbraio 2007
Gli stessi giornali che descrivono il Sismi (quello di Pollari, Pio Pompa, Mancini) come un pozzo di nefandezze e complice di rapitori, poi pretendendo di dipingerlo come eroico (con Calipari) nel mentre tratta con i rapitori. Essendo sempre lo stesso organismo e le stesse persone, è evidente che si è buoni quando si va contro gli Usa, e cattivi se li si considera alleati (quali sono). Però siccome trattare con i rapitori è un reato, e siccome su quella roba è stato giustamente imposto il segreto di Stato, il militare americano lo vogliamo processare dicendogli che sugli affari nostri non ha diritto d’interloquire. Ovviamente non ce lo daranno, e fanno bene.
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Pubblicato da Libero del 9 febbraio 2007
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