PD: una partita persa in partenza
Un modus operandi da cambiare
Soltanto chiudendo con il passato, si potrà pensare a una sinistra democraticadi Davide Giacalone - 18 dicembre 2008
Veltroni dice del Pd: “questo non è il mio partito”. Più precisamente: fra poco non ne sarà più il segretario, e sarà ricordato come l’ultimo comunista che tentò di salvare una storia di bugie e malafede. Elettori e militanti gli voltano le spalle, e mentre i gruppi dirigenti finiscono in galera egli invoca un rinnovamento ed una pulizia di cui non può essere capace, perché lo sporco ce lo hanno in testa.
Sembrò che le cose potessero andare diversamente, quando parlò del Pd come di un partito che voleva essere maggioritario senza alleati, quando volle sottrarsi alla criminalizzazione dell’avversario. Di contenuti non ne aveva e la sua stessa segreteria era nata con primarie farsa, che inscenarono il trionfo del centralismo democratico, cioè del dirigismo antidemocratico. Ma la partita poteva essere giocata. L’ha persa, malamente, perché Veltroni, e con lui i compagni senza più ideali, è stato risucchiato dal passato, compreso quello presente, che incarna.
Loro non lo capiscono, perché difettano di cultura democratica e coscienza civile, ma non si può essere stati comunisti, e non si può, come fa D’Alema, vantarsi d’essere stati dalla parte della morte, della miseria e della dittatura. Non si può superare quel marchio d’infamia senza avere l’onestà di riconoscere che ha inquinato la nostra vita collettiva, anche con il fiume di soldi, sporchi di sangue, che loro, personalmente, hanno intascato.
Non lo capiscono, perché pensano d’essere furbi, ma quando si è in quelle condizioni non si può sbandierare il giustizialismo, non ci si può alleare con Di Pietro, non si può consentire il trasformismo alla Violante, giacché la storia si vendica, i morti t’agguantano ed il più sudicio dei partiti italiani non può dar lezioni di morale. Così, ora, si trovano ad essere falsi ed anche ammanettati. E gli unici a tener ferma la posizione siamo noi garantisti, sempre e comunque.
Questa gente, questa cultura merita la fine che sta facendo. Il guaio è che la forza del denaro e l’uso criminale della sopraffazione ha consegnato loro il dominio della sinistra italiana. Da Togliatti a Berlinguer, hanno lavorato contro la sinistra democratica, riuscendo a cancellarla. La nostra vita collettiva sarà migliore, quando avremo una sinistra che con questo passato non ha nulla a che spartire. Pubblicato su Libero di giovedì 18 dicembre
Sembrò che le cose potessero andare diversamente, quando parlò del Pd come di un partito che voleva essere maggioritario senza alleati, quando volle sottrarsi alla criminalizzazione dell’avversario. Di contenuti non ne aveva e la sua stessa segreteria era nata con primarie farsa, che inscenarono il trionfo del centralismo democratico, cioè del dirigismo antidemocratico. Ma la partita poteva essere giocata. L’ha persa, malamente, perché Veltroni, e con lui i compagni senza più ideali, è stato risucchiato dal passato, compreso quello presente, che incarna.
Loro non lo capiscono, perché difettano di cultura democratica e coscienza civile, ma non si può essere stati comunisti, e non si può, come fa D’Alema, vantarsi d’essere stati dalla parte della morte, della miseria e della dittatura. Non si può superare quel marchio d’infamia senza avere l’onestà di riconoscere che ha inquinato la nostra vita collettiva, anche con il fiume di soldi, sporchi di sangue, che loro, personalmente, hanno intascato.
Non lo capiscono, perché pensano d’essere furbi, ma quando si è in quelle condizioni non si può sbandierare il giustizialismo, non ci si può alleare con Di Pietro, non si può consentire il trasformismo alla Violante, giacché la storia si vendica, i morti t’agguantano ed il più sudicio dei partiti italiani non può dar lezioni di morale. Così, ora, si trovano ad essere falsi ed anche ammanettati. E gli unici a tener ferma la posizione siamo noi garantisti, sempre e comunque.
Questa gente, questa cultura merita la fine che sta facendo. Il guaio è che la forza del denaro e l’uso criminale della sopraffazione ha consegnato loro il dominio della sinistra italiana. Da Togliatti a Berlinguer, hanno lavorato contro la sinistra democratica, riuscendo a cancellarla. La nostra vita collettiva sarà migliore, quando avremo una sinistra che con questo passato non ha nulla a che spartire. Pubblicato su Libero di giovedì 18 dicembre
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.