Ansaldo Energia
Tedesca o italiana? Il governo decida subito
Non si tratta solo di un’offerta italiana contro un’eventuale offerta tedesca ma di una diversa impostazione distrategie industriali. Il governo decida. Ma in frettadi Enrico Cisnetto - 09 novembre 2012
Al massimo qualche giorno, e la proposta di Cdp-Fsi per l’acquisto di Ansaldo Energia, sarà sul tavolo del vertice di Finmeccanica. Può darsi che a quel punto anche la Siemens, che non ha mai formalizzato alcuna offerta, metta nero su bianco le sue intenzioni. Vedremo così se i tedeschi vogliono davvero il 100% della società genovese e quanto effettivamente sono disposti a pagarla. E vedremo quale “cordata” italiana si sia formata, e soprattutto che tipo di indicazioni fornisce.
Se, per esempio, sarà confermato quanto si dice, e cioè che si tratta di una proposta articolata, che inizialmente prevede l’acquisto di poco meno della metà del 55% di Ansaldo ora in mano a Finmeccanica (per evitare che scatti il meccanismo contrattuale che assegna al fondo americano First Reserve, che possiede il restante 45%, il diritto di dire la propria se si vende un’azione in più della metà del pacchetto di maggioranza), ma che poi indica passaggi ulteriori, sia in termini di ricapitalizzazione dell’Ansaldo sia in termini di acquisto delle quote residue, il 28% che rimarrebbe a Finmeccanica e il 45% degli americani se esercitassero la put che hanno in mano. Dossier che avrebbe un capitolo decisivo nell’idea, cui starebbero lavorando i vertici di Cassa Depositi e di Fondo Strategico, di organizzare intorno alla società guidata da Giuseppe Zampini una vera e propria filiera industriale del settore. Insomma, come si vede, non si tratta solo di un’offerta italiana contro un’eventuale offerta tedesca (con tutto ciò che ne consegue, visto che stiamo parlando di brevetti tecnologici di grande importanza) – che qualche liberista scolastico, da perfetto ignorante, ha voluto ribattezzare “operazione statalista” contro “operazione di mercato” – c
Il vero tema, però, è un altro: chi riceve le offerte e chi le giudica. Ovvio che l’indirizzo sia quello di piazza Montegrappa, sede a Roma di Finmeccanica. Ma quel destinatario è oggi in condizione di prendere decisioni del genere? Ed è opportuno che l’azionista dell’azionista di Ansaldo, cioè il Tesoro (formalmente) e il governo nel suo insieme (quanto a responsabilità politica), lasci al management, per di più condizionato da molte questioni che a torto o a ragione gli gravano addosso, una scelta con implicazioni strategiche importanti per l’intero sistema-paese? Finora si sono sentiti solo imbarazzanti silenzi. Ma non è più possibile continuare così. Zampini ha svolto in piena legittimità il suo compito di responsabile delle sorti di Ansaldo Energia. Gorno Tempini e Tamagnini hanno svolto un egregio lavoro di “banchieri” con visione strategica. Da Orsi non si pretende nulla, tranne che non voglia scaricare su questo vicenda il costo di altre. Dal governo, invece, ci si aspetta che batta un colpo. Decisivo.
Se, per esempio, sarà confermato quanto si dice, e cioè che si tratta di una proposta articolata, che inizialmente prevede l’acquisto di poco meno della metà del 55% di Ansaldo ora in mano a Finmeccanica (per evitare che scatti il meccanismo contrattuale che assegna al fondo americano First Reserve, che possiede il restante 45%, il diritto di dire la propria se si vende un’azione in più della metà del pacchetto di maggioranza), ma che poi indica passaggi ulteriori, sia in termini di ricapitalizzazione dell’Ansaldo sia in termini di acquisto delle quote residue, il 28% che rimarrebbe a Finmeccanica e il 45% degli americani se esercitassero la put che hanno in mano. Dossier che avrebbe un capitolo decisivo nell’idea, cui starebbero lavorando i vertici di Cassa Depositi e di Fondo Strategico, di organizzare intorno alla società guidata da Giuseppe Zampini una vera e propria filiera industriale del settore. Insomma, come si vede, non si tratta solo di un’offerta italiana contro un’eventuale offerta tedesca (con tutto ciò che ne consegue, visto che stiamo parlando di brevetti tecnologici di grande importanza) – che qualche liberista scolastico, da perfetto ignorante, ha voluto ribattezzare “operazione statalista” contro “operazione di mercato” – c
Il vero tema, però, è un altro: chi riceve le offerte e chi le giudica. Ovvio che l’indirizzo sia quello di piazza Montegrappa, sede a Roma di Finmeccanica. Ma quel destinatario è oggi in condizione di prendere decisioni del genere? Ed è opportuno che l’azionista dell’azionista di Ansaldo, cioè il Tesoro (formalmente) e il governo nel suo insieme (quanto a responsabilità politica), lasci al management, per di più condizionato da molte questioni che a torto o a ragione gli gravano addosso, una scelta con implicazioni strategiche importanti per l’intero sistema-paese? Finora si sono sentiti solo imbarazzanti silenzi. Ma non è più possibile continuare così. Zampini ha svolto in piena legittimità il suo compito di responsabile delle sorti di Ansaldo Energia. Gorno Tempini e Tamagnini hanno svolto un egregio lavoro di “banchieri” con visione strategica. Da Orsi non si pretende nulla, tranne che non voglia scaricare su questo vicenda il costo di altre. Dal governo, invece, ci si aspetta che batta un colpo. Decisivo.
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DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.