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La politica deve valorizzare il mondo del fare

Spazio alla contrattazione <i>ad personam</i>

Federmanager: impariamo ad applicare il criterio di meritocrazia

di Cinzia Giachetti* - 31 ottobre 2007

E’ molto deprimente assistere a continue campagne demagogiche e demonizzanti per l’unica classe di lavoratori che vede applicata la meritocrazia nella busta paga, che è capace di assumersi responsabilità e che, con orgoglio, è la categoria che più di altre contribuisce al mantenimento dello Stato, rientrando in quel “portafoglio” di cittadini onesti che denunciano redditi di oltre 100.00 euro lordi. Mettere in contrapposizione gli stipendi di operai e impiegati del settore privato, con quelli dei dirigenti, evidenziando le difficoltà delle categorie più deboli ad arrivare a fine mese, fa parte di una demagogia di coloro che non sanno cosa sia la valorizzazione del merito e delle assunzioni di responsabilità, che dovrebbero essere invece una lezione di vita per i giovani.

Se in Italia esiste un problema di salari e pensioni è proprio perché non si da spazio alla contrattazione “ad personam” che dovrebbe esistere nel pubblico e nel privato, la colpa non è della classe dei dirigenti industriali, che sono capaci di guadagnare solo se gli imprenditori riconoscono loro dei meriti e delle capacità. Le colpe sono invece proprio di coloro che attaccano la classe dirigente e mi riferisco a quella parte di governo di sinistra che tanti anni fa inventò il voto politico, premiando l’ignoranza e che vede nella ricchezza il male del paese. Le colpe sono di coloro che lanciano campagne promozionali per demolire la flessibilità del lavoro, che non ha niente di precario, ma anzi è una “palestra formativa” per tutti quei giovani che sicuramente, se lo meriteranno potranno entrare nelle sfere del lavoro stabile.

Attenzione però, perché il lavoro per la vita perché ti è dovuto è un concetto perdente, che non favorisce la crescita professionale e che oggi è il principale problema del pubblico impiego. Perché non applicare anche al pubblico impiego lo stesso contratto dei dirigenti industriali che hanno una paga base e una quota variabile che dipende esclusivamente dalle loro capacità di raggiungere gli obiettivi che gli vengono imposti dall’imprenditore? Se un dirigente industriale percepisce un buon stipendio non dipende dal contratto nazionale dei dirigenti industriali ma esclusivamente dalla contrattazione personale del singolo con l’imprenditore. Pensate ai recenti successi della Ferrari, sono certa che Montezemolo abbia premiato non solo i dirigenti ma tutti i tecnici e gli operai che hanno contribuito al successo del gruppo. Pensate come funzionerebbe meglio la macchina statale se le retribuzioni andassero di pari passo ai meriti dei professori universitari che si distinguono per la produzione di ricerca di qualità, alle capacità dei funzionari pubblici che sbrigano con celerità e efficienza le pratiche dei loro uffici ecc.

I nostri giovani devono crescere e devono formarsi sul concetto del “merito”, non si devono creare della false aspettative sulla ricerca di un lavoro stabile ma devono scommettere di più sulle loro capacità e non adagiarsi e vivere di riflesso di quelle degli altri. Non si deve condannare la ricchezza, ma anzi si deve valorizzare come fattore essenziale per la crescita e per lo sviluppo se si vuole cambiare le cose, come ad esempio l’aumento dei salari. Coloro che oggi condannano la ricchezza sono prima di tutto quelli che si proclamano di sinistra con stipendi di destra, quelli che non vogliono rivisitare la spesa pubblica, condannando chi meriterebbe di guadagnare di più a guadagnare quanto quelli che non meritano, quelli che in nome dei più deboli vogliono portare il paese al declino.

Fa un po’ ridere che il segretario di Rifondazione Comunista si lamenti con il Vice Presidente di Confindustria (Ballarò 30 ottobre) e si scandalizzi per gli stipendi così alti di alcuni top manager di aziende che reggono l’economia del paese. I nostri giovani non devono crescere con il pensiero di avere diritto ad un lavoro per la vita perché lo dicono i contratti nazionali e i sindacati, ma devono far proprio il concetto di crearsi professionalità e competenza e che il lavoro lo ottieni e lo mantieni se sai applicare continuamente quanto hai imparato a quello che fai. Essere ben retribuiti dipende solo dalle proprie capacità di sapersi mettere in gioco continuamente e nel caso del settore privato potete essere certi che un imprenditore non distribuisce alti stipendi se non a fronte di meriti e capacità del proprio dipendente.

Nell’Italia che sogno vedo anche una macchina dello Stato risanata e efficiente, dove i cittadini che meritano e che attraversano periodi senza lavorare possano usufruire dei cosiddetti “ammortizzatori sociali”, che saranno possibili solo con una attenta gestione delle risorse dello Stato e con una buona riforma per combattere la vera evasione fiscale, che questo governo si è illuso di aver “stanato” ma che invece è sempre latente.

Anche sul tema dell’assistenza al re-impiego del lavoratore che perde il lavoro la Federmnager ha da insegnare qualcosa al governo. E’ infatti operativa l"Agenzia per il Lavoro dirigenziale, attivata da Confindustria e Federmanager, nell’ambito del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2004-2008 per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi. L’Agenzia del lavoro dirigenziale è stata costituita nella Fondazione “Fondirigenti Giuseppe Taliercio” allo scopo di promuovere l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per i dirigenti in stato di disoccupazione o dipendenti di aziende in liquidazione. Confindustria e Federmanager hanno messo a punto un sistema completo di assistenza, dal sostegno al reddito per il dirigente disoccupato attraverso la Gestione Separata istituita presso il FASI (Fondo per l’Assistenza Sanitaria Integrativa per i dirigenti di aziende industriali) ad iniziative per il reinserimento nel mondo del lavoro. Nessuno vuole dare lezioni di “buone pratiche” ma la politica dovrebbe almeno valorizzare e non condannare il “mondo del fare”.

* Dirigente industriale

Presidente Federmanager - Pisa, Presidente Progetti Manageriali s.r.l. - Roma

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