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Una ventata di meritocrazia

Socrate in tivù

"Socrates": uno spiraglio per un pubblico che vuole approfondire

di Luca Bagatin - 08 febbraio 2012

“Socrate", programma senza fronzoli, senza pretese, senza scenografie mastodontiche o raffinate. Programma con l"unico scopo di voler fondere l"intrattenimento all"approfondimento culturale, fra musicisti, persone comuni, giornalisti e studiosi. Il programma di Cesare Lanza, andato in onda martedì scorso, in prima serata su Rai Uno e condotto da Tiberio Timperi, invero, viene da lontano: viene dal progetto che lo stesso Lanza, con la collaborazione della figlia Giorgia, si inventò l"estate scorsa e diramando le sue intenzioni in rete. Stiamo parlando del movimento culturale "Socrate 2000" per il ritorno al merito (www.socrate2000.com).

In Italia il merito è pressoché assente. Vanno avanti i soliti raccomandati ed ai giovani rimangono o le briciole o il nulla. Anche in televisione abbiamo assistito, negli ultimi decenni, ad un imbarbarimento involutivo che ha portato ed importato la peggior televisione "all"americana" dalla quale non abbiamo mai avuto nulla da imparare. Pensiamo al triste Grande Fratello, riedizione televisiva delle perverse fantasie sessuali del marchese De Sade e che oggi, infatti, è in picchiata d"ascolti. Il pubblico, insomma, alla lunga non è così scemo come si possa banalmente credere. Il pubblico, i cittadini, pretendono, specie in quest"epoca di crisi economica, sociale e culturale, di essere al centro delle discussioni e vogliono approfondire. E triste è che ci si renda conto di ciò solo oggi, ma è ancor più triste che lo si faccia solamente in parte. Prendiamo Sanremo ed il cast strapagato che ci aspetta fra qualche settimana. E" meritocratico tutto ciò, oppure è l"ennesimo specchietto per le allodole, un metodo utilizzato nell"Antica Roma dagli Imperatori per tenere occupato il popolino a divertirsi ?

Pensiamo poi alla politica, ove i soliti noti sono candidati, con sistemi elettorali tutt"altro che meritocratici, bensì verticistici. Ed ove costoro, cambiando di schieramento, hanno la possibilità di decidere più in base alla loro prospettiva pensionistica, che in base alle reali esigenze del paese. Pensiamo ai fantomatici "Responsabili" and Co. Pensiamo che, invece, negli Stati Uniti d"America, ove vige un consolidato sistema secondo il quale o ottieni risultati oppure vai a casa, la situazione è diametralmente opposta: anche il figlio di una famiglia non abbiente o sconosciuta ai più, può ascendere ai massimi livelli della carriera. Da noi un sistema di questo tipo apparirebbe piuttosto impensabile. Ed è molto, molto sconfortante. In tutto questo un piccolo, piccolissimo spiraglio: in prima serata, pur in una Rai che andrebbe privatizzata (sempre per promuovere il merito e non le logiche partitocratiche o di parte), eccoti "Socrate".

Programma non urlato (stranamente !), non volgare, non scosciato. Programma in cui l"ottimo Giancarlo Giannini legge brani di Socrate e di altri grandi. Programma sobrio e che - guarda un po" tu - tre milioni di telespettatori hanno anche premiato. Si potrebbe fare meglio, si potrebbe fare di più. Vero, verissimo. Si potrebbero invitare persone ancor più comuni, che però hanno qualche cosa da dire e da dare, ancor più giovani volenterosi, leggere ancor più brani in diretta televisiva. Magari si potrebbe anche pensare ad una piccola striscia quotidiana, dopo il telegiornale, in cui discutere di filosofia, cultura ed attualità. Il vento sta cambiando, gente, il segnale è chiaro, ma occorre ampliare il progetto e renderlo permanentemente attivo.

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