I più sfortunati in pensione dal 2010 al 2040
Se sfigata rende meglio di sacrificata
La generazione del baby-boom è oggi molto più svantaggiata della precedente. Perché?di Antonio Gesualdi - 07 settembre 2005
C'è una generazione sfigata, non solo nel nostro Paese, e purtroppo io ne faccio parte. E' come nascere di qua o di là, al mare o sui monti. E' un dato di fatto.
La generazione sfigata è quella del baby-boom ed ora vi dico perché tutti questi miei coetanei devono rassegnarsi, ma non per questo demoralizzarsi. E' successo a tutte le generazioni numerose.
Che cosa accade in una società moderna e complessa quando sono molti, rispetto alla generazione precedente e futura, gli attivi che entrano nel mercato del lavoro? Accade che si ritrovano con relativamente pochi che sono andati in pensione e che non hanno nessuna intenzione di risparmiare e relativamente molti che sono obbligati a risparmiare molto. Anzi, il pensionato che in gioventù si è accollato anche l'onere di allevare molti figli verso la fine della vita ha anche diritto a godersela e alimenta anche le spese pubbliche soprattutto di assistenza sociale e di sanità. Dunque - questo è più o meno quello che succede oggi - abbiamo molti attivi che dovranno risparmiare molto e pochi pensionati che consumano molto.
Il gran risparmio di tutta questa generazione sfigata (che, tra l'altro, fa pochissimi figli) - se si vuole farsi almeno una misera pensioncina - finisce per alimentare il mercato finanziario mentre crollano i consumi. Dunque calano le produzioni e anche gli investimenti. Piuttosto si manipola il denaro per cercare di alzarne il rendimento futuro con turbolenze continue delle borse. Ne consegue bassa inflazione, alto costo del denaro (che si chiama euro nel nostro caso) e soprattutto salari reali che si abbassano. Troppa gente al lavoro. Ma non è finita, ragazzi. Va in azione anche un vero e proprio conflitto: la generazione sfigata vuole accumulare capitali, ma quelli che verranno non sapranno cosa farsene di tanti capitali e tenderanno ad esportarli. E' quanto succede oggi in Europa e Giappone: deflazione, eccedenze produttive (chiedete agli agricoltori!), bassa crescita, fiacco investimento, bassi tassi d'interesse a lungo termine, borse altalenanti e giochi di Opa, salari fermi.
Che vi succederà quando diventerete voi i pensionati? Tra il 2010 e il 2040, ad esempio? Semplice: se siete nati sfigati morirete sfigati.
La popolazione dove vivrete la vostra ètà media sarà generalmente più vecchia e quella attiva sarà poco numerosa e anche meno disoccupata. E dunque avrete pensioni più basse di quelle che hanno avuto i vostri genitori. I rendimenti del capitale che avrete investito tirando la cinghia saranno, anch'essi, più bassi perché ne avete immessi troppo in circolazione. Aumenterà l'inflazione. Avrete fatto anche pochi figli e se non li avrete allevati a modo non avrete neppure tanto affetto sul quale contare. Forse potreste investire il vostro denaro, oggi, nei paesi emergenti. Ma in quali visto le condizioni politiche e i rischi di regimi dittatoriali o di crolli come quello dell'Argentina?
Volete una consolazione? Gli esperti molto più anziani di noi ci chiamano "Generazione sacrificata"! Come sono gentili, loro.
La generazione sfigata è quella del baby-boom ed ora vi dico perché tutti questi miei coetanei devono rassegnarsi, ma non per questo demoralizzarsi. E' successo a tutte le generazioni numerose.
Che cosa accade in una società moderna e complessa quando sono molti, rispetto alla generazione precedente e futura, gli attivi che entrano nel mercato del lavoro? Accade che si ritrovano con relativamente pochi che sono andati in pensione e che non hanno nessuna intenzione di risparmiare e relativamente molti che sono obbligati a risparmiare molto. Anzi, il pensionato che in gioventù si è accollato anche l'onere di allevare molti figli verso la fine della vita ha anche diritto a godersela e alimenta anche le spese pubbliche soprattutto di assistenza sociale e di sanità. Dunque - questo è più o meno quello che succede oggi - abbiamo molti attivi che dovranno risparmiare molto e pochi pensionati che consumano molto.
Il gran risparmio di tutta questa generazione sfigata (che, tra l'altro, fa pochissimi figli) - se si vuole farsi almeno una misera pensioncina - finisce per alimentare il mercato finanziario mentre crollano i consumi. Dunque calano le produzioni e anche gli investimenti. Piuttosto si manipola il denaro per cercare di alzarne il rendimento futuro con turbolenze continue delle borse. Ne consegue bassa inflazione, alto costo del denaro (che si chiama euro nel nostro caso) e soprattutto salari reali che si abbassano. Troppa gente al lavoro. Ma non è finita, ragazzi. Va in azione anche un vero e proprio conflitto: la generazione sfigata vuole accumulare capitali, ma quelli che verranno non sapranno cosa farsene di tanti capitali e tenderanno ad esportarli. E' quanto succede oggi in Europa e Giappone: deflazione, eccedenze produttive (chiedete agli agricoltori!), bassa crescita, fiacco investimento, bassi tassi d'interesse a lungo termine, borse altalenanti e giochi di Opa, salari fermi.
Che vi succederà quando diventerete voi i pensionati? Tra il 2010 e il 2040, ad esempio? Semplice: se siete nati sfigati morirete sfigati.
La popolazione dove vivrete la vostra ètà media sarà generalmente più vecchia e quella attiva sarà poco numerosa e anche meno disoccupata. E dunque avrete pensioni più basse di quelle che hanno avuto i vostri genitori. I rendimenti del capitale che avrete investito tirando la cinghia saranno, anch'essi, più bassi perché ne avete immessi troppo in circolazione. Aumenterà l'inflazione. Avrete fatto anche pochi figli e se non li avrete allevati a modo non avrete neppure tanto affetto sul quale contare. Forse potreste investire il vostro denaro, oggi, nei paesi emergenti. Ma in quali visto le condizioni politiche e i rischi di regimi dittatoriali o di crolli come quello dell'Argentina?
Volete una consolazione? Gli esperti molto più anziani di noi ci chiamano "Generazione sacrificata"! Come sono gentili, loro.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.