Una presa di coscienza dell’identità nazionale
Se la Germania diventa Svezia
La Grosse Koalition rappresenta tutto il Paese, e porterà a un cambiamento epocaledi Antonio Gesualdi - 15 novembre 2005
La Grosse Koalition, tedesca, è una soluzione politica che potrebbe essere l"inizio di una vera e propria svolta nella storia europea: una Germania che diventa Svezia. Mi spiego.
Una coalizione che comprende il 70% del consenso politico rappresenta, in una democrazia, tutto il Paese. E quando non una maggioranza semplice è al governo possiamo ritenere che quel Paese abbia scelto una direzione.
I tedeschi sono portatori di quella che gli antropologi culturali chiamano "famiglia souche"; ovvero una struttura portatrice di un sistema di valori autoritari e inegualitari. Un sistema molto verticale di relazioni intime e, per molti aspetti, opposto a quello neoliberale e iper-individualista. L"antagonismo tra la tradizione culturale e di mentalità dei tedeschi e un sistema di mercato - ma non solo - ultraliberale avrebbe potuto creare spaccature sociali troppo dirompenti nella Germania riunificata. Lo stallo di questi anni di una delle economie più dinamiche del mondo ne era uno dei risultati. La presa di coscienza di questo antagonismo deleterio potrebbe spiegare il rifiuto politico dei due grandi partiti, che hanno finito per coalizzarsi, di trattare sia con i comunisti, sia con i verdi. E proprio i verdi, a mio avviso, hanno dimostrato di non aver capito questo processo chiamandosi fuori e, di fatto, definendosi una forza politica di sinistra e non neutra o nuova. I verdi tedeschi, come quelli italiani, appartengono alle ideologie dell"Ottocento e non a nuove istanze moderne. La storia dei Grunen tedeschi, soprattutto berlinesi, è evidentemente molto diversa da quella degli ambientalisti anglosassoni.
Dunque una Grosse Koalition voluta da una classe dirigente che si è dimostrata all"altezza con i dati che si sono presentati e in un processo storico ben determinato. Certo una migliore integrazione dei tedeschi dell"Est avrebbe potuto far fare scelte più semplici; o di qua o di là. Ma, evidentemente, la grande Germania non ha ancora finito di elaborare la riunificazione. Perché è indubbio che questo voto, e il risultato che ne è scaturito, prevede anche il recupero pieno della popolazione dove si è affermato ed è più diffuso il protestantesimo: e anche più a sinistra e più nazionalista.
Se così è sotto la Grosse Koalition si sta muovendo una forte riunificazione - culturale e di mentalità - che se non devierà verso un improbabile nuovo pangermanesimo potrebbe fare di un paese di 80 milioni di abitanti una grande Svezia nel bel mezzo dell"Europa.
Cosa può significare questo per l"Unione europea, nei rapporti con gli angloamericani, è tutto da vedere; di certo per i tedeschi riuniti si tratta di una forte presa di coscienza della propria identità nazionale. Il voto che ha portato alla Grosse Koalition è un voto che teme la disgregazione e le spaccature sociali.
E" per questo che una Grossa Coalizione - ma ancora meglio una nuova Assemblea Costituente come abbiamo sempre detto - sarebbe opportuna anche per noi italiani. Prima, però, ci vuole una presa di coscienza dell"identità nazionale.
Una coalizione che comprende il 70% del consenso politico rappresenta, in una democrazia, tutto il Paese. E quando non una maggioranza semplice è al governo possiamo ritenere che quel Paese abbia scelto una direzione.
I tedeschi sono portatori di quella che gli antropologi culturali chiamano "famiglia souche"; ovvero una struttura portatrice di un sistema di valori autoritari e inegualitari. Un sistema molto verticale di relazioni intime e, per molti aspetti, opposto a quello neoliberale e iper-individualista. L"antagonismo tra la tradizione culturale e di mentalità dei tedeschi e un sistema di mercato - ma non solo - ultraliberale avrebbe potuto creare spaccature sociali troppo dirompenti nella Germania riunificata. Lo stallo di questi anni di una delle economie più dinamiche del mondo ne era uno dei risultati. La presa di coscienza di questo antagonismo deleterio potrebbe spiegare il rifiuto politico dei due grandi partiti, che hanno finito per coalizzarsi, di trattare sia con i comunisti, sia con i verdi. E proprio i verdi, a mio avviso, hanno dimostrato di non aver capito questo processo chiamandosi fuori e, di fatto, definendosi una forza politica di sinistra e non neutra o nuova. I verdi tedeschi, come quelli italiani, appartengono alle ideologie dell"Ottocento e non a nuove istanze moderne. La storia dei Grunen tedeschi, soprattutto berlinesi, è evidentemente molto diversa da quella degli ambientalisti anglosassoni.
Dunque una Grosse Koalition voluta da una classe dirigente che si è dimostrata all"altezza con i dati che si sono presentati e in un processo storico ben determinato. Certo una migliore integrazione dei tedeschi dell"Est avrebbe potuto far fare scelte più semplici; o di qua o di là. Ma, evidentemente, la grande Germania non ha ancora finito di elaborare la riunificazione. Perché è indubbio che questo voto, e il risultato che ne è scaturito, prevede anche il recupero pieno della popolazione dove si è affermato ed è più diffuso il protestantesimo: e anche più a sinistra e più nazionalista.
Se così è sotto la Grosse Koalition si sta muovendo una forte riunificazione - culturale e di mentalità - che se non devierà verso un improbabile nuovo pangermanesimo potrebbe fare di un paese di 80 milioni di abitanti una grande Svezia nel bel mezzo dell"Europa.
Cosa può significare questo per l"Unione europea, nei rapporti con gli angloamericani, è tutto da vedere; di certo per i tedeschi riuniti si tratta di una forte presa di coscienza della propria identità nazionale. Il voto che ha portato alla Grosse Koalition è un voto che teme la disgregazione e le spaccature sociali.
E" per questo che una Grossa Coalizione - ma ancora meglio una nuova Assemblea Costituente come abbiamo sempre detto - sarebbe opportuna anche per noi italiani. Prima, però, ci vuole una presa di coscienza dell"identità nazionale.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.