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Misure strutturali imprescindibili

Sacrifici

Ci sono diversi tipi di sacrifici: alcuni di essi sono auspicabili

di Enrico Cisnetto - 16 novembre 2011

Dipende cosa s’intende per “sacrifici”. Finora i governi di centro-destra e centro-sinistra che si sono alternati hanno costretto gli italiani a subire tanti piccoli sacrifici, che per la quantità e la modalità sono apparsi molto più onerosi di quanto in realtà non fossero, e che per di più si sono rivelati insufficienti ai fini del risanamento finanziario dello Stato, visto che le limature del deficit non sono state per nulla accompagnate da ben più importanti provvedimenti di riduzione dell’enorme debito che pesa sulle nostre spalle. Ora, se davvero si vuole voltare pagina, occorrono poche misure ma decisive, e quindi più serie e strutturali delle precedenti. Se saranno più onerose, lo vedremo. È probabile, ma non è detto. Perché ci sono alcune misure strutturali, come la vendita dei beni dello Stato per la riduzione del debito, che non rappresenterebbero alcun sacrificio per i cittadini.

Inoltre potremmo assistere a sacrifici “benefici”. Intendo quelli che andassero a scalfire privilegi, rendite di posizione, sprechi. Tutte cose che hanno una vasta platea di beneficiari, anch’essi italiani come tutti gli altri. E che nel momento in cui vedranno minacciati i loro interessi, tenderanno ad alzare la voce tentando di far credere che si tratti di interessi generali. Occhio, dunque, a distinguere: ci sono sacrifici sbagliati perché inutili; sacrifici iniqui perché costringono a pagare in modo diseguale punendo i più deboli o punendo eccessivamente i più abbienti; sacrifici utili e sufficientemente equi perché efficaci e ben distribuiti; e ci sono infine dei sacrifici diretti contro interessi particolari, che sono utili sia perché creano il consenso intorno a quelli più diffusi (è il caso dei tagli ai costi della politica) sia perché semplificano e rendono più moderno lo Stato (è il caso, per esempio dell’abolizione delle Province con relativa diminuzione del personale). Quale strada sceglierà Monti lo vedremo. Ma conoscendolo, sono pronto a scommettere che cercherà la via più virtuosa. E noi dovremo essere contenti di stringere un po’ la cinghia, perché sarà il modo per mettere in sicurezza il futuro nostro e dei nostri figli.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.