Movimenti nella Fed
Rutelli, un passo avanti
Inizia il chiarimento nel centro-sinistra, anche nel Polo chi ha coraggio lo dimostridi Società Aperta - 20 maggio 2005
Tanto tuonò che piovve, e meno male. Francesco Rutelli ha capito che è meglio rompere un fidanzamento subito che far cadere un governo dopo pochi mesi, e ha fatto bene. Perché la separazione della Margherita dalla lista unitaria (con 224 voti a favore su 298 l'assemblea federale ha approvato il documento della corrente rutelliana) non fa altro che dimostrare come il finto bipolarismo all’italiana non faccia perno sulla condivisione di una linea decisionale a lungo termine, né includa nel proprio dna il concetto di investimento politico. E ben venga il coraggio di una svolta forte, se funzionale al chiarimento vero e programmatico nel centro-sinistra.
Si è fatto oggi il primo, indispensabile passo verso lo scardinamento di quel bipolarismo “bastardo” che pesa come un giogo soffocante sulle coscienze e sulla propositività della politica italiana. Affinché non rimanga una mossa coraggiosa ma sterile, il passo successivo da compiere sarà la trasformazione del sistema elettorale, verso un proporzionale alla tedesca o un doppio turno alla francese, capace di garantire quell’alternanza che dal ’93 andiamo cercando. L’attuale sistema politico, infatti, avrebbe dovuto semplificare il panorama istituzionale, ed invece non ha garantito né governabilità né stabilità, perdurando nei vizi storici della politica di palazzo.
Senza fraintendimenti di velleità neo-centriste – che già più di una volta qualche osservatore poco attento le ha attribuito – sembra che quanto avvenuto vada nella direzione auspicata da Società Aperta. Ovvero che il successo di Rutelli non resti una vittoria di Pirro, ma sia capace di ispirare anche nel centro-destra similari processi evolutivi. Sia chiaro, la Margherita non sta lanciando ponti transoceanici, ma sta facendo la sua politica e segnala quanto questa vecchia e stancante Seconda Repubblica sia arrivata al capolinea.
Anche nel centro-destra, quindi, chi ha coraggio lo tiri fuori e non si preoccupi di restare solo, occhi e orecchie buone per capirlo ce ne sono.
Si è fatto oggi il primo, indispensabile passo verso lo scardinamento di quel bipolarismo “bastardo” che pesa come un giogo soffocante sulle coscienze e sulla propositività della politica italiana. Affinché non rimanga una mossa coraggiosa ma sterile, il passo successivo da compiere sarà la trasformazione del sistema elettorale, verso un proporzionale alla tedesca o un doppio turno alla francese, capace di garantire quell’alternanza che dal ’93 andiamo cercando. L’attuale sistema politico, infatti, avrebbe dovuto semplificare il panorama istituzionale, ed invece non ha garantito né governabilità né stabilità, perdurando nei vizi storici della politica di palazzo.
Senza fraintendimenti di velleità neo-centriste – che già più di una volta qualche osservatore poco attento le ha attribuito – sembra che quanto avvenuto vada nella direzione auspicata da Società Aperta. Ovvero che il successo di Rutelli non resti una vittoria di Pirro, ma sia capace di ispirare anche nel centro-destra similari processi evolutivi. Sia chiaro, la Margherita non sta lanciando ponti transoceanici, ma sta facendo la sua politica e segnala quanto questa vecchia e stancante Seconda Repubblica sia arrivata al capolinea.
Anche nel centro-destra, quindi, chi ha coraggio lo tiri fuori e non si preoccupi di restare solo, occhi e orecchie buone per capirlo ce ne sono.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.