Al governo il coraggio di riformare
Risanare Alitalia, si può
Caro Berlusconi non è con nuovi scioperi, né con le minacce che migliora la situazionedi Angelo Rossi - 05 maggio 2008
La mia auto è dal Concessionario per il tagliando. Prendo il treno. Arrivo in ritardo, perdo la coincidenza con il volo e mi salta l"incontro previsto. In quello stesso giorno leggo sul giornale, con molto sconcerto, la frase di Berlusconi: se l"Unione Europea mette veti per Alitalia, potrei decidere di farla acquistare dalle Ferrovie. Si è espresso grosso modo così, aggiungendo che non era una decisione ma una minaccia.
Per la verità mi pare che la minaccia l"abbia rivolta agli italiani e non all"UE. Evidentemente lui per i suoi spostamenti preferisce il suo jet privato e l"elicottero. Chissà da quanti anni non sale su un treno. Nel libro Waterloo (pag. 49) di Mario Giordano, ho letto diversi anni fa una frase riferita ad Andreotti: " Ci sono due tipi di pazzi, quelli che si credono Napoleone e quelli che vogliono risanare le ferrovie." In realtà, dalla somma di un meno con un altro meno, non esce un più, ma una somma catastrofica di perdite. Non credo tuttavia che Andreotti avesse del tutto ragione. Le ferrovie, come del resto anche Alitalia, si possono risanare, ma a costo di avere mano libera e molto decisa nel licenziare, purtroppo, tutta una gran massa di dipendenti inutili e superflui, di ridurre costi e sprechi e di attuare un valido sistema di destinazioni. La minaccia, quindi, non va rivolta all"UE, ma ai sindacati perché finalmente abbandonino l"ottica della difesa ad oltranza dei posti di lavoro anche a costo di farli saltare tutti.
Se Berlusconi vuol dimostrare di essere davvero un governante forte, consapevole di ciò che vuole senza paura dei sindacati e della piazza, allora tramuti pure, con fermezza, la minaccia in realtà, ma in tempi brevissimi, rimboccandosi con decisione le maniche, senza rigirare come frittate i soliti piani industriali a larga scadenza che lasciano il tempo che trovano in mezzo ad altre macerie.
Il coraggio non se lo può dare chi non ce l"ha, diceva don Abbondio. Ma chi pensa d"averlo, lo usi e lo dimostri, è il momento giusto, perché senza di esso tutte le altre virtù perdono valore. Il successo sarebbe un gran coronamento per consolidare qualunque ambizione di popolarità politica.
Una sconfitta, sarebbe la conferma che la piazza è sempre vincente e che in Italia ottiene sempre un buon risultato solo chi urla e minaccia. E" pur vero che il baccano è teso a salvare posti di lavoro, ma ormai avrebbero dovuto capire tutti che una parte non si possono salvare a causa delle assurde assunzioni del passato. Non è con nuovi scioperi che migliora la situazione, anzi, è come stringere la gola di un moribondo che già fa molta fatica a respirare.
Cordialmente
Angelo Rossi
Per la verità mi pare che la minaccia l"abbia rivolta agli italiani e non all"UE. Evidentemente lui per i suoi spostamenti preferisce il suo jet privato e l"elicottero. Chissà da quanti anni non sale su un treno. Nel libro Waterloo (pag. 49) di Mario Giordano, ho letto diversi anni fa una frase riferita ad Andreotti: " Ci sono due tipi di pazzi, quelli che si credono Napoleone e quelli che vogliono risanare le ferrovie." In realtà, dalla somma di un meno con un altro meno, non esce un più, ma una somma catastrofica di perdite. Non credo tuttavia che Andreotti avesse del tutto ragione. Le ferrovie, come del resto anche Alitalia, si possono risanare, ma a costo di avere mano libera e molto decisa nel licenziare, purtroppo, tutta una gran massa di dipendenti inutili e superflui, di ridurre costi e sprechi e di attuare un valido sistema di destinazioni. La minaccia, quindi, non va rivolta all"UE, ma ai sindacati perché finalmente abbandonino l"ottica della difesa ad oltranza dei posti di lavoro anche a costo di farli saltare tutti.
Se Berlusconi vuol dimostrare di essere davvero un governante forte, consapevole di ciò che vuole senza paura dei sindacati e della piazza, allora tramuti pure, con fermezza, la minaccia in realtà, ma in tempi brevissimi, rimboccandosi con decisione le maniche, senza rigirare come frittate i soliti piani industriali a larga scadenza che lasciano il tempo che trovano in mezzo ad altre macerie.
Il coraggio non se lo può dare chi non ce l"ha, diceva don Abbondio. Ma chi pensa d"averlo, lo usi e lo dimostri, è il momento giusto, perché senza di esso tutte le altre virtù perdono valore. Il successo sarebbe un gran coronamento per consolidare qualunque ambizione di popolarità politica.
Una sconfitta, sarebbe la conferma che la piazza è sempre vincente e che in Italia ottiene sempre un buon risultato solo chi urla e minaccia. E" pur vero che il baccano è teso a salvare posti di lavoro, ma ormai avrebbero dovuto capire tutti che una parte non si possono salvare a causa delle assurde assunzioni del passato. Non è con nuovi scioperi che migliora la situazione, anzi, è come stringere la gola di un moribondo che già fa molta fatica a respirare.
Cordialmente
Angelo Rossi
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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