È ora di dire addio alla II Repubblica
Ripartiamo dalla Costituente
Enrico Cisnetto sulle amministrative: il vento dell'anti-politica è tornato a soffiaredi Enrico Cisnetto* - 30 maggio 2007
L’affermazione di liste e candidati “estremi”, della sinistra massimalista e della destra populista. E il forte astensionismo, in particolare – non casualmente – alle elezioni Provinciali. Sono questi gli elementi di valutazione più significativi – molto più del solito e stucchevole ping-pong su vincitori e vinti messo in scena dai protagonisti del nostro bipolarismo muscolare – che a giudizio di Società Aperta sono emersi dal voto amministrativo del 27-28 maggio. Dati che confermano la contrarietà degli italiani nei confronti del governo Prodi e della contraddittoria maggioranza che lo sostiene, ma che segnalano il crescente, pericoloso distacco dalla politica nel suo insieme.
Il vento dell’anti-politica – pur avendo caratteristiche diverse da quello che contribuì a spazzar via la Prima Repubblica – ha ripreso a soffiare con grande intensità. Si indica, non senza dati di fatto, nel rapporto squilibrato tra i costi e l’efficacia della politica il motivo del malessere dei cittadini. Si tratta di un epifenomeno, sotto il quale si cela un ben più grave e strutturale problema: quello di un sistema politico che non è in grado di produrre governabilità, la materia prima di cui l’Italia ha più bisogno. Segnalare i privilegi della classe politica, le dimensioni abnormi di una “macchina” che si è fatta nomenclatura, le storture e le inefficienze delle amministrazioni pubbliche, è opera meritoria nella misura in cui alla denuncia si accompagnano proposte tese a ridare ruolo e dignità alla politica, non a propagandarne qualunquisticamente l’inutilità. Per questo, anche alla luce di questa tornata elettorale, Società Aperta torna a ribadire con forza la necessità di chiudere definitivamente, e prima che qualche forza esogena faccia supplenza, la fallimentare stagione della Seconda Repubblica e di aprire il cantiere della Terza Repubblica attraverso il più alto passaggio istituzionale possibile – l’Assemblea Costituente – e la riforma della legge elettorale, avendo come obiettivo la costruzione di un sistema politico che ridisegni partiti e coalizioni sulla base delle idee per il progetto di una nuova Italia e non più sul logoro schema destra-sinistra e, peggio ancora, su quello pro o contro Berlusconi.
I riformisti del centro-sinistra abbiano un sussulto d’orgoglio e si riapproprino della loro funzione, chiudendo al più presto l’esperienza di questo Governo e ripensando l’idea di un Partito Democratico che non si pone preventivamente il problema del confine a sinistra e della sua cultura di governo. I moderati del centro-destra escano dal vetusto quanto inutile dibattito sulla leadership, ed aprano concretamente la strada ad un esecutivo di Grande Coalizione, premessa indispensabile per un cambiamento condiviso delle regole di voto, per la convocazione della Costituente con l’obiettivo di ridefinire la nostra pletorica architettura istituzionale e per fare alcune scelte di natura strutturale finalizzate ad aiutare il Paese a uscire dal declino. Altrimenti, la crisi della politica finirà col paralizzarci, impedendo alle forze sane e produttive di prevalere su quelle parassitarie e demagogiche.
*Presidente di Società Aperta
Il vento dell’anti-politica – pur avendo caratteristiche diverse da quello che contribuì a spazzar via la Prima Repubblica – ha ripreso a soffiare con grande intensità. Si indica, non senza dati di fatto, nel rapporto squilibrato tra i costi e l’efficacia della politica il motivo del malessere dei cittadini. Si tratta di un epifenomeno, sotto il quale si cela un ben più grave e strutturale problema: quello di un sistema politico che non è in grado di produrre governabilità, la materia prima di cui l’Italia ha più bisogno. Segnalare i privilegi della classe politica, le dimensioni abnormi di una “macchina” che si è fatta nomenclatura, le storture e le inefficienze delle amministrazioni pubbliche, è opera meritoria nella misura in cui alla denuncia si accompagnano proposte tese a ridare ruolo e dignità alla politica, non a propagandarne qualunquisticamente l’inutilità. Per questo, anche alla luce di questa tornata elettorale, Società Aperta torna a ribadire con forza la necessità di chiudere definitivamente, e prima che qualche forza esogena faccia supplenza, la fallimentare stagione della Seconda Repubblica e di aprire il cantiere della Terza Repubblica attraverso il più alto passaggio istituzionale possibile – l’Assemblea Costituente – e la riforma della legge elettorale, avendo come obiettivo la costruzione di un sistema politico che ridisegni partiti e coalizioni sulla base delle idee per il progetto di una nuova Italia e non più sul logoro schema destra-sinistra e, peggio ancora, su quello pro o contro Berlusconi.
I riformisti del centro-sinistra abbiano un sussulto d’orgoglio e si riapproprino della loro funzione, chiudendo al più presto l’esperienza di questo Governo e ripensando l’idea di un Partito Democratico che non si pone preventivamente il problema del confine a sinistra e della sua cultura di governo. I moderati del centro-destra escano dal vetusto quanto inutile dibattito sulla leadership, ed aprano concretamente la strada ad un esecutivo di Grande Coalizione, premessa indispensabile per un cambiamento condiviso delle regole di voto, per la convocazione della Costituente con l’obiettivo di ridefinire la nostra pletorica architettura istituzionale e per fare alcune scelte di natura strutturale finalizzate ad aiutare il Paese a uscire dal declino. Altrimenti, la crisi della politica finirà col paralizzarci, impedendo alle forze sane e produttive di prevalere su quelle parassitarie e demagogiche.
*Presidente di Società Aperta
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.