Il Governatore all’Abi ribadisce la linea
Riforma popolari, Draghi in campo
Bankitalia chiede rinnovamento al credito cooperativo. La legge in Commissionedi Alessandro D'Amato - 12 luglio 2007
Draghi scende in campo per la riforma delle Popolari. Nel suo intervento all’assemblea dell’Abi, il Governatore della Banca d’Italia è tornato sulla legge che ancora giace in Commissione finanze al Senato, e dove è stata oggetto appena una settimana fa di una dura requisitoria firmata Carlo Fratta Pasini, presidente dell’associazione delle banche popolari. “Non si tratta di fare guerre di ideologia o religione, ma a coloro che ancora privilegiano il mantenimento degli equilibri esistenti non cesserò di ricordare i benefici di una riforma che rimuova, soprattutto per le aziende più grandi e quotate in borsa, le maggiori anomalie di un ordinamento adatto forse a realtà locali di piccola dimensione”, ha detto Draghi, il quale poi ha aggiunto, riferendosi alla responsabilità dei sindacati nella fallita fusione Bpm-Bper, “Occorre interrogarsi sulla conformità alle regole di mercato di meccanismi che consentono a esigue minoranze di condizionare decisioni strategiche per la società”. Ma è in quel “forse” messo davanti alle “realtà locali”, non presente nella stesura originale del discorso presentato ai giornalisti, e aggiunto seduta stante dopo una significativa pausa dal Governatore, che risiede tutta la necessità di prudenza della Banca d’Italia nel rilasciare giudizi contro una realtà che in parlamento trova e ha trovato moltissimi difensori. Soprattutto tra quelli che oggi hanno serrato i ranghi in difesa, e rappresentano uno schieramento trasversale che va dalla sinistra all’Udc passando per la Margherita e arrivando alla Lega.
Ma anche se sulla legge non può intervenire in modo diretto, Draghi è deciso a utilizzare la moral suasion – di cui ha ricordato le funzionalità nella chiusa della sua relazione – su un tema che gli sta particolarmente a cuore. Sul quale è significativo che Faissola, il quale durante la sua relazione ha commentato la gran parte dei provvedimenti legislativi che hanno riguardato le banche nell’ultimo anno, non abbia speso nemmeno una parola. E il Governatore avrà la possibilità di ribadire il concetto anche in Commissione Finanze, dove a metà luglio sarà ascoltato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul mercato del credito.
Già ieri Benvenuto ha voluto offrire una sponda al Governatore, e difendere la sua riforma: “E’ stato svolto un lavoro per modernizzare la governance delle banche popolari in modo condiviso. Le improvvise resistenze emerse vanno pertanto superate”, ha detto il presidente della Commissione, che già nei giorni scorsi aveva accusato la relazione di Fratta Pasini di “reticenza”. E una sponda potrebbe arrivare dall’Antitrust diretto da Antonio Catricalà. Che nella sua indagine conoscitiva sulla corporate governance di banche e assicurazioni, ha già annunciato che riserverà una particolare attenzione alle Popolari e alla ridotta contendibilità “strutturale” del credito cooperativo, derivata dal sistema di voto, così come sui legami d’affari e personali che legano i soggetti finanziatori.
Ma anche se sulla legge non può intervenire in modo diretto, Draghi è deciso a utilizzare la moral suasion – di cui ha ricordato le funzionalità nella chiusa della sua relazione – su un tema che gli sta particolarmente a cuore. Sul quale è significativo che Faissola, il quale durante la sua relazione ha commentato la gran parte dei provvedimenti legislativi che hanno riguardato le banche nell’ultimo anno, non abbia speso nemmeno una parola. E il Governatore avrà la possibilità di ribadire il concetto anche in Commissione Finanze, dove a metà luglio sarà ascoltato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul mercato del credito.
Già ieri Benvenuto ha voluto offrire una sponda al Governatore, e difendere la sua riforma: “E’ stato svolto un lavoro per modernizzare la governance delle banche popolari in modo condiviso. Le improvvise resistenze emerse vanno pertanto superate”, ha detto il presidente della Commissione, che già nei giorni scorsi aveva accusato la relazione di Fratta Pasini di “reticenza”. E una sponda potrebbe arrivare dall’Antitrust diretto da Antonio Catricalà. Che nella sua indagine conoscitiva sulla corporate governance di banche e assicurazioni, ha già annunciato che riserverà una particolare attenzione alle Popolari e alla ridotta contendibilità “strutturale” del credito cooperativo, derivata dal sistema di voto, così come sui legami d’affari e personali che legano i soggetti finanziatori.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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