Dialogo con i lettori
Renzi: fede cieca o razionale fiducia?
Dopo <a href="http://www.terzarepubblica.it/articolo.php?codice=4547">l'ultimo editoriale di TerzaRepubblica</a> vi proponiamo uno scambio di opinioni fra il direttore Enrico Cisnetto e Emanuele Remondini30 marzo 2014
Continuo a non capire il tono (non sono solo) di questo argomentare.
Di fronte alla complessità dei nodi nazionali e internazionali, lezioni di questo tipo, nello stato in cui la politica ci ha portato stoppando x decenni il ricambio generazionale che giocoforza ora si sta imponendo, non aiutino un bel nulla.
Emanuele Remondini
Caro Emanuele,
bisogna che te ne fai una ragione: io non concedo cambiali in bianco a nessuno. Mi pare che fin dall"inizio ho detto e ridetto che Renzi è una chances, anzi che è l"unica chances. Ho detto e ridetto che gli italiani, anche quelli che non lo voteranno, sperano ardentemente che riesca. E tra quegli italiani ci sono io e gli amici di Società Aperta. Non si sottovaluta affatto il valore del ricambio generazionale e l"impatto psicologicamente positivo di uno che ci mette la faccia e si gioca il tutto per tutto, aprendo le finestre di quel posto ammuffito che è la politica. Ma tutto questo non toglie - anzi, obbliga - a non scambiare la speranza con la certezza, ad essere vigili e costrittivamente critici, come credo che TerzaRepubblica sia sempre stata e sia. Se anzichè presentare dei provvedimenti di legge si presentano delle slides, non si può far finta di niente in nome del fatto che non bisogna "guastare l"atmosfera". Un conto è essere "renzisti" e credere fideisticamente in Matteo - non lo siamo stati ai tempi di Silvio, neppure all"inizio, perchè dovremmo commettere ora questo errore? - e un altro è essere consapevoli che se lui fallisce sono cavoli amari per il Paese e l"unico governo che può uscire dalle urne è quello della "troika" Ue-Bce-Fmi. Così come un conto è essere costruttivamente critici (nel senso di suggerire e pungolare) e un conto è essere "anti-renzisti" (anche qui: non siamo stati "anti-berlusconiani", perchè dovremmo ora giocare allo sfascio?).
Cordialmente
Enrico
Grazie caro Enrico
per le tue preziose delucidazioni ma proprio non credi che se x la 1ma v.negli ultimi 30 anni un (giovane) capo del governo sì gioca la faccia su riforme quali nessuno ha mai avuto la determinazione porre come condito sine qua non,gli vada data la fiducia senza se e ma?
Stiamo in un colpo solo affrontando la riforma elettorale,la bicamerale, il titolo 5, la riforma del lavoro, quella fiscale,il debito pubblico etc. .e già sentiamo dismettere i se è ma di sempre x far naufragare tutto daccapo..
Per questo sento l"estremo bisogno di un atto di fiducia senza condizioni.
Emanuele.
Capisco che, psicologicamente, tu senta questo bisogno. Ma il fideismo non è mai una buona cosa. Nemmeno per la persona verso la quale è rivolto, che viene privata di stimoli costruttivi. Così come capisco che, dopo tanto immobilismo e indecisionismo, il "fare" sia importantissimo. Ma anche qui: dipende cosa si fa, ci sono cose giuste e cose sbagliate, e queste ultime non diventano giuste solo perché è meglio sbagliare che non fare. Rassegnati: i se e i ma, se costruttivi e non impedenti, sono il sale della democrazia. Il resto è plebiscitarismo. E non ha mai fatto bene a nessuno.
Enrico
Hai ragione , cosi"e"piu"giusto e capisco meglio.
L"importante e"costruire perché l"Italia che lavora, inventa e produce lo merita. E anche la stampa che non sa aggiornarsi dovrebbe trasformare qualche talk show sulla crisi politica e economica in tanti eco-stimoli delle migliaia di esempi di imprenditorialita" vincente che danno lustro all"Italia in ogni angolo del mondo. Emanuele
Emanuele Remondini
Caro Emanuele,
bisogna che te ne fai una ragione: io non concedo cambiali in bianco a nessuno. Mi pare che fin dall"inizio ho detto e ridetto che Renzi è una chances, anzi che è l"unica chances. Ho detto e ridetto che gli italiani, anche quelli che non lo voteranno, sperano ardentemente che riesca. E tra quegli italiani ci sono io e gli amici di Società Aperta. Non si sottovaluta affatto il valore del ricambio generazionale e l"impatto psicologicamente positivo di uno che ci mette la faccia e si gioca il tutto per tutto, aprendo le finestre di quel posto ammuffito che è la politica. Ma tutto questo non toglie - anzi, obbliga - a non scambiare la speranza con la certezza, ad essere vigili e costrittivamente critici, come credo che TerzaRepubblica sia sempre stata e sia. Se anzichè presentare dei provvedimenti di legge si presentano delle slides, non si può far finta di niente in nome del fatto che non bisogna "guastare l"atmosfera". Un conto è essere "renzisti" e credere fideisticamente in Matteo - non lo siamo stati ai tempi di Silvio, neppure all"inizio, perchè dovremmo commettere ora questo errore? - e un altro è essere consapevoli che se lui fallisce sono cavoli amari per il Paese e l"unico governo che può uscire dalle urne è quello della "troika" Ue-Bce-Fmi. Così come un conto è essere costruttivamente critici (nel senso di suggerire e pungolare) e un conto è essere "anti-renzisti" (anche qui: non siamo stati "anti-berlusconiani", perchè dovremmo ora giocare allo sfascio?).
Cordialmente
Enrico
Grazie caro Enrico
per le tue preziose delucidazioni ma proprio non credi che se x la 1ma v.negli ultimi 30 anni un (giovane) capo del governo sì gioca la faccia su riforme quali nessuno ha mai avuto la determinazione porre come condito sine qua non,gli vada data la fiducia senza se e ma?
Stiamo in un colpo solo affrontando la riforma elettorale,la bicamerale, il titolo 5, la riforma del lavoro, quella fiscale,il debito pubblico etc. .e già sentiamo dismettere i se è ma di sempre x far naufragare tutto daccapo..
Per questo sento l"estremo bisogno di un atto di fiducia senza condizioni.
Emanuele.
Capisco che, psicologicamente, tu senta questo bisogno. Ma il fideismo non è mai una buona cosa. Nemmeno per la persona verso la quale è rivolto, che viene privata di stimoli costruttivi. Così come capisco che, dopo tanto immobilismo e indecisionismo, il "fare" sia importantissimo. Ma anche qui: dipende cosa si fa, ci sono cose giuste e cose sbagliate, e queste ultime non diventano giuste solo perché è meglio sbagliare che non fare. Rassegnati: i se e i ma, se costruttivi e non impedenti, sono il sale della democrazia. Il resto è plebiscitarismo. E non ha mai fatto bene a nessuno.
Enrico
Hai ragione , cosi"e"piu"giusto e capisco meglio.
L"importante e"costruire perché l"Italia che lavora, inventa e produce lo merita. E anche la stampa che non sa aggiornarsi dovrebbe trasformare qualche talk show sulla crisi politica e economica in tanti eco-stimoli delle migliaia di esempi di imprenditorialita" vincente che danno lustro all"Italia in ogni angolo del mondo. Emanuele
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.