Il piano di privatizzazioni
Predatore, non preda
La quotazione di Fincantieri per evitare la svenditadi Enrico Cisnetto - 21 febbraio 2014
Predatore, non preda. Bene ha fatto l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, a ricordare a tutti quale deve essere il ruolo del colosso della cantieristica (con un fatturato di 2 miliardi e mezzo) di fronte al programma di privatizzazioni messo in campo dal governo uscente. Infatti, proprio mentre l’Unione europea ufficializza che l’Italia ha perso il 24% della produzione industriale dal 2008, il piano di dismissioni delle partecipate dello Stato assomiglia ad una transazione in cui, per di ridurre di un misero 0,4% il debito pubblico (incassi di 8-9 miliardi a fronte di un debito di 2087) si svendono all’ingrosso i pochi gioielli industriali rimasti.
Prima dell’estate Fincantieri potrebbe essere quotata in Borsa e, attraverso un aumento di capitale da centinaia di milioni contestuale alla vendita di azioni da parte della Cassa Depositi e Presiti, potrebbe ridurre la presenza pubblica nella proprietà. L’operazione dovrebbe rivelarsi un successo, purché lo scopo non sia solo quello di fare cassa e che, invece, si concretizzi quel passaggio decisivo, necessario a strutturare la società in modo tale da renderla definitivamente competitiva sui mercati globali di fronte agli agguerriti concorrenti coreani o ai francesi di Stx. Fincantieri, che fino a qualche anno fa qualcuno dava per finita, negli ultimi tempi ha ripreso forza e vigore con una serie ripetuta di acquisizioni e partnership.
Stando solo alle ultime notizie, è confermato che il colosso della cantieristica realizzerà una piattaforma galleggiante semisommergibile per RosRAO (azienda statale russa per il trattamento di rifiuti radioattivi) e una nave da perforazione per l’estrazione di petrolio e gas per il centro di ricerca Krylov di San Pietroburgo. E’ inoltre entrata nella short list per l’acquisto del cantiere montenegrino di Jadransko, uno dei maggiori centri di riparazione navale dell’Adriatico, dopo aver messo le mani l’anno scorso sull’importante impianto di Vard. Inoltre, in lizza ci sono anche la costruzione di 4 navi da crociera da 4mila passeggeri e 700 milioni di euro a scafo per Msc Crociere e, soprattutto, 52 unità per la marina militare statunitense da 115 metri ciascuna. Per non parlare dell’interesse e dei progetti nel settore dell’estrazione del petrolio e gas offshore.
Insomma, lo sbarco di Fincantieri sui listini azionari ha lo scopo di un rafforzamento finanziario e patrimoniale, in modo che accresciute risorse e nuova liquidità possano favorire la strategia industriale, il processo di consolidamento raggiunga un altro importante approdo nella rotta della crescita tracciata in questi anni. E si potrà dire addio alla deriva che, prima della “cura Bono”, qualche anno sembrava inevitabile. (twitter @ecisnetto)
Prima dell’estate Fincantieri potrebbe essere quotata in Borsa e, attraverso un aumento di capitale da centinaia di milioni contestuale alla vendita di azioni da parte della Cassa Depositi e Presiti, potrebbe ridurre la presenza pubblica nella proprietà. L’operazione dovrebbe rivelarsi un successo, purché lo scopo non sia solo quello di fare cassa e che, invece, si concretizzi quel passaggio decisivo, necessario a strutturare la società in modo tale da renderla definitivamente competitiva sui mercati globali di fronte agli agguerriti concorrenti coreani o ai francesi di Stx. Fincantieri, che fino a qualche anno fa qualcuno dava per finita, negli ultimi tempi ha ripreso forza e vigore con una serie ripetuta di acquisizioni e partnership.
Stando solo alle ultime notizie, è confermato che il colosso della cantieristica realizzerà una piattaforma galleggiante semisommergibile per RosRAO (azienda statale russa per il trattamento di rifiuti radioattivi) e una nave da perforazione per l’estrazione di petrolio e gas per il centro di ricerca Krylov di San Pietroburgo. E’ inoltre entrata nella short list per l’acquisto del cantiere montenegrino di Jadransko, uno dei maggiori centri di riparazione navale dell’Adriatico, dopo aver messo le mani l’anno scorso sull’importante impianto di Vard. Inoltre, in lizza ci sono anche la costruzione di 4 navi da crociera da 4mila passeggeri e 700 milioni di euro a scafo per Msc Crociere e, soprattutto, 52 unità per la marina militare statunitense da 115 metri ciascuna. Per non parlare dell’interesse e dei progetti nel settore dell’estrazione del petrolio e gas offshore.
Insomma, lo sbarco di Fincantieri sui listini azionari ha lo scopo di un rafforzamento finanziario e patrimoniale, in modo che accresciute risorse e nuova liquidità possano favorire la strategia industriale, il processo di consolidamento raggiunga un altro importante approdo nella rotta della crescita tracciata in questi anni. E si potrà dire addio alla deriva che, prima della “cura Bono”, qualche anno sembrava inevitabile. (twitter @ecisnetto)
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.