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Riflessioni su mass media e informazione

Politica e antipolitica: Grillo docet

Il comico fondi un quotidiano liberissimo e lasci perdere la politica

di Luca Bolognini * - 29 ottobre 2007

Che il comico Beppe Grillo si sia trasformato in agitatore-trascinatore di masse scontente della classe dirigente al potere, questa è un"evidenza degli ultimi anni e non di mesi. Il suo fenomeno - che dal mio punto di vista è incondivisibile nelle urla e nei contenuti, troppo di superficie, ma assolutamente comprensibile vista la legittima rabbia dei cittadini italiani malgovernati - è naturalmente un frutto della celebrità mass-mediatica del personaggio e non certo un risultato di internet tout court come qualcuno vorrebbe farci credere. L"audience on line di Grillo è figlia di una notorietà ben più massiccia, creatasi nei decenni su scala televisiva. Poi, certo, l"uomo ha saputo gestire il suo blog con maestria.

Ora, tutti si chiedono (secondo me anche Grillo si domanda) se il suo personaggio-avatar scenderà/salirà in politica oppure no. Il suo movimentare sembra dirigersi - ahinoi, sbagliando - in questo verso, con la presentazione di liste alle prossime amministrative. Perché dico che lo farà sbagliando? Perché Grillo potrebbe invece percorrere un"altra strada, ben più coerente con le sue competenze e a parer mio intelligente: potrebbe dare vita a un grande quotidiano autenticamente indipendente, godibile ma serissimo e implacabile, preciso e costante nel denunciare le malefatte della politica e della finanza nazionali. Potrebbe trasformarsi ancora, come ha fatto in questi decenni da baco-comico-televisivo a bug-paladino-della-giustizia, passando da bug-paladino a farfalla-mediatica. Potrebbe (lui sì, con i suoi 300.000 sostenitori e quella sua innegabile, caustica attenzione ai fatti che poi spreca in volgari slogan) fondare una voce libera, magari una public company come non ne abbiamo mai avute. Una testata all"americana. Così facendo, costringerebbe sé stesso al migliore approfondimento e alla minore banalizzazione dei contenuti trattati e raccontati ai numerosi lettori, e al contempo educherebbe la politica e l"economia del nostro Paese a correttezza ed efficienza, per non rischiare di finire sulla graticola di integerrimi reportage e denunce. Senza contare che darebbe posti di lavoro a parecchi giornalisti precari a lui devoti, con la creazione di una nuova scintillante impresa. E soprattutto, eviterebbe una deriva populista pericolosissima: una deriva in grado - come un mostro irrazionale e vorace - di papparsi il suo creatore insieme con l"Italia intera.

* l"autore è presidente di Società Aperta Giovani

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