Prime riflessioni su Papa Ratzinger
Più fermezza, meno peso politico
Benedetto XVI sarà la guida dei cattolici, ma gli sarà difficile rivolgersi al resto del mondodi Davide Giacalone - 20 aprile 2005
Joseph Ratzinger è il nuovo papa, con il nome di Benedetto XVI. Custode
della fede cattolica, profondo conoscitore e difensore dei suoi dogmi. E’
descritto come un rappresentante e continuatore della tradizione
ecclesiastica, non certo un debole nei confronti delle novità dei tempi.
Eppure, quando fu giovane consulente del Concilio Vaticano secondo, era
criticato per il suo eccessivo progressismo.
Sarà un papato nel segno e nel solco di quello che fu di Wojtyla, per quanto
le cose della storia e della cronaca lasciano prevedere. Il papa polacco fu
moderno nell’uso dei mezzi di comunicazione di massa, ma alla modernità,
intesa come insieme di costumi e convinzioni, non concesse nulla. Durante
il suo pontificato Ratzinger era preposto alla Congregazione della dottrina
e della fede (in tempi lontani, e non felici, si chiamava Santa
Inquisizione). E’ normale che non si discosti da quell’esperienza. Il che
significa che non saranno gli anni di Benedetto XVI quelli destinati ad una
rimeditazione su temi come il ruolo delle donne o il controllo delle nascite
e la politica demografica, insisterà sulle radici cristiane dell’Europa,
continuando a confondere laicità con relativismo. Sarà la guida dei
cattolici, non gli sarà facile rivolgersi a quanti non si riconoscono in
quella fede. Il suo peso politico sarà lieve.
Benedetto XV, immediato predecessore con quel nome, fu fiero avversario
della guerra (la prima guerra mondiale, da lui definita ³l’inutile strage²),
ma lo fu anche del modernismo. Fu scrupoloso, grazie anche alla sua
formazione diplomatica, nel mantenersi neutrale, ma inglesi e francesi lo
accusarono d’essere vicino alla Germania (la patria di Ratzinger) che gli
aveva promesso, in caso di vittoria, di restituire Roma al Vaticano. Le
cose andarono diversamente, e furono proprio italiani ed inglesi, in quella
circostanza, a negare l’accesso del Vaticano alla Società delle Nazioni,
dalla quale sarebbe nata l’Onu, ed un ruolo nei negoziati di pace. Ma il
giuoco dei paralleli storici finisce qui.
Anzi, no, c’è da ricordare che Benedetto XV fu favorevole alla nascita, nel
1919, sotto l’impulso di don Luigi Sturzo, del Partito Popolare, antenato
della futura Democrazia Cristiana. Ma il primo papa nuovo del terzo
millennio avrà queste cose alle spalle e, semmai, dirigerà verso est e verso
l’America Latina, le sue più premurose attenzioni.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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