Sta a loro farci recuperare il tempo perduto
Patata bollente per Austria e Finlandia
Sul portale dell’Ue, il programma di governo delle due prossime presidenze di turnodi Antonio Picasso - 12 gennaio 2006
Welfare, sviluppo, protezione dell’ambiente, libertà e sicurezza. E che i buoni propositi siano realizzati, finalmente. È un auspicio, questo, che tutti dovremmo porci, ma soprattutto è una richiesta, che dovrebbe giungere forte e chiara a chi di dovere da ogni angolo d’Europa a Bruxelles. L’annus horribilis 2005 dell’Unione europea si è concluso. Con il 2006, come si suol dire, anno nuovo vita nuova. Ecco, allora, che comincia il semestre di presidenza dell’Austria, guidato dal Cancelliere Wolfgang Schuessel, al quale farà seguito il turno finlandese, a sua volta capeggiato da Paavo Lipponen. Il portale dell’Unione pubblica, in questi giorni, il programma di governo dei due esecutivi, per il 2006. Consultabile, quindi, facilmente on line, nel programma si legge che l’Europa si sta rendendo conto del periodo di inflessione che sta attraversando.
Problema di un’identità, totale mancanza di una politica estera comune e altrettanto di una strategia militare. Nei termini contingenti, l’incapacità di reazione di fronte ai colossi dell’economia globale, dagli Stati Uniti e ai protagonisti emergenti, Cina e India per esempio. La bocciatura della Carta costituzionale, da parte della Francia e dell’Olanda. E infine, un accordo sul budget raggiunto per un soffio prima della chiusura dell’anno. Questa la situazione patetica che ci lasciamo alle spalle. E nel programma, si legge che urge un rafforzamento del proprio ruolo nel mondo. Oltre che la ricostituzione di un dialogo interno tra i Paesi membri, per inquadrare le materie di maggior coinvolgimento e gli appuntamenti fondamentali dell’agenda comunitaria e definire, insieme, le strade da percorrere.
Sacrosante verità, sia l’autocritica che l’Europa compie in queste pagine, sia la cura che impone a se stessa per guarire. Tuttavia, a ben ricordarsi, anche Tony Blair, all’inizio del semestre britannico di presidenza, aveva elencati i buoni propositi da realizzare e le modalità per metterli in pratica. Ma questi, alla fine, si è visto dove si sono impantanati. Che sia austriaca o finlandese la presidenza non importa, ciò che conta è che tutti si rendano conto – a Bruxelles, ma anche presso ciascuna sede di governo nazionale degli Stati membri – è l’esigenza che, alla fine dell’anno, risultino evidenti dei passi di ripresa. Dei veri e propri risultati positivi, non solo degli accenni.
Problema di un’identità, totale mancanza di una politica estera comune e altrettanto di una strategia militare. Nei termini contingenti, l’incapacità di reazione di fronte ai colossi dell’economia globale, dagli Stati Uniti e ai protagonisti emergenti, Cina e India per esempio. La bocciatura della Carta costituzionale, da parte della Francia e dell’Olanda. E infine, un accordo sul budget raggiunto per un soffio prima della chiusura dell’anno. Questa la situazione patetica che ci lasciamo alle spalle. E nel programma, si legge che urge un rafforzamento del proprio ruolo nel mondo. Oltre che la ricostituzione di un dialogo interno tra i Paesi membri, per inquadrare le materie di maggior coinvolgimento e gli appuntamenti fondamentali dell’agenda comunitaria e definire, insieme, le strade da percorrere.
Sacrosante verità, sia l’autocritica che l’Europa compie in queste pagine, sia la cura che impone a se stessa per guarire. Tuttavia, a ben ricordarsi, anche Tony Blair, all’inizio del semestre britannico di presidenza, aveva elencati i buoni propositi da realizzare e le modalità per metterli in pratica. Ma questi, alla fine, si è visto dove si sono impantanati. Che sia austriaca o finlandese la presidenza non importa, ciò che conta è che tutti si rendano conto – a Bruxelles, ma anche presso ciascuna sede di governo nazionale degli Stati membri – è l’esigenza che, alla fine dell’anno, risultino evidenti dei passi di ripresa. Dei veri e propri risultati positivi, non solo degli accenni.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.