Referendum: la posizione di Società Aperta
Ognuno scelga con libertà
Dibattito: da oggi Terza Repubblica ospita le diverse opinioni sulla fecondazione assistitadi Donato Speroni - 18 maggio 2005
Ci sono almeno due ragioni che inducono Società Aperta a dare un’indicazione di libertà di coscienza per i quattro referendum del 12 e 13 giugno sulla fecondazione assistita. La prima, più contingente, è che il tema non è stato sufficientemente discusso all’interno dell’Associazione. A una posizione unitaria si può arrivare solo attraverso un processo democratico che coinvolga i circoli territoriali, cosa che non è avvenuta, almeno finora. Del resto l’Associazione, in questa fase di crescita tumultuosa ma ancora poco strutturata, sceglie alcuni fondamentali priorità. Non può pronunciarsi su tutti i temi, ancorché importanti come questo.
La seconda, fondamentale ragione è che Società Aperta vuole essere un movimento che aggrega su alcuni temi, a cominciare dalla lotta al declino e dal superamento di questo sistema politico.
Raccogliamo adesioni di uno schieramento politico che comprende laici e cattolici, riformisti che votano a destra, a sinistra o non votano, uniti dalla convinzione che il cambiamento delle regole è condizione necessaria, forse indispensabile, per cambiare la qualità di sviluppo del Paese. Aggreghiamo forze per puntare a nuovi meccanismi elettorali che continuino a garantire l’alternanza, senza però accroccare schieramenti troppo disomogenei, come accade adesso. Su questo obiettivo sono concentrati i nostri sforzi. Tutto il resto, che può dividerci, passa in secondo piano nelle finalità dell’associazione.
Ciò non significa che i referendum per noi non siano importanti. Toccano le aspirazioni di molte famiglie, mettono in discussione il concetto stesso di vita, pongono il problema dei limiti della ricerca scientifica, determinano con ogni probabilità il contesto nel quale si svolgerà nei prossimi anni il confronto tra le diverse anime della società italiana. Terza Repubblica deve occuparsene: pubblicando contributi di nostri associati (oggi stesso compaiono quelli, contrapposti, di Cesare Greco e Alessandra Servidori), dando spazio nelle “Cronache” agli interventi esterni più significativi, parlandone anche in Open generation, il blog che i giovani di Società Aperta gestiscono in piena libertà.
C’è da augurarsi che il referendum abbia tutta l’attenzione che il tema merita, ma c’è anche da sperare che le fratture che inevitabilmente crea siano presto superate. Questo Paese è in una situazione d’emergenza, come appare sempre più chiaramente. Ha innanzitutto bisogno di dialogo, di comunanza di sforzi. Noi di Società Aperta auspichiamo che in questa situazione d’emergenza destra e sinistra si uniscano al fine di generare una politica adeguata per uscire dalla crisi. Se invece i due schieramenti dovessero continuare nelle attuali, sterili contrapposizioni, nessuna fecondazione eterologa potrà assicurare questo parto.
La seconda, fondamentale ragione è che Società Aperta vuole essere un movimento che aggrega su alcuni temi, a cominciare dalla lotta al declino e dal superamento di questo sistema politico.
Raccogliamo adesioni di uno schieramento politico che comprende laici e cattolici, riformisti che votano a destra, a sinistra o non votano, uniti dalla convinzione che il cambiamento delle regole è condizione necessaria, forse indispensabile, per cambiare la qualità di sviluppo del Paese. Aggreghiamo forze per puntare a nuovi meccanismi elettorali che continuino a garantire l’alternanza, senza però accroccare schieramenti troppo disomogenei, come accade adesso. Su questo obiettivo sono concentrati i nostri sforzi. Tutto il resto, che può dividerci, passa in secondo piano nelle finalità dell’associazione.
Ciò non significa che i referendum per noi non siano importanti. Toccano le aspirazioni di molte famiglie, mettono in discussione il concetto stesso di vita, pongono il problema dei limiti della ricerca scientifica, determinano con ogni probabilità il contesto nel quale si svolgerà nei prossimi anni il confronto tra le diverse anime della società italiana. Terza Repubblica deve occuparsene: pubblicando contributi di nostri associati (oggi stesso compaiono quelli, contrapposti, di Cesare Greco e Alessandra Servidori), dando spazio nelle “Cronache” agli interventi esterni più significativi, parlandone anche in Open generation, il blog che i giovani di Società Aperta gestiscono in piena libertà.
C’è da augurarsi che il referendum abbia tutta l’attenzione che il tema merita, ma c’è anche da sperare che le fratture che inevitabilmente crea siano presto superate. Questo Paese è in una situazione d’emergenza, come appare sempre più chiaramente. Ha innanzitutto bisogno di dialogo, di comunanza di sforzi. Noi di Società Aperta auspichiamo che in questa situazione d’emergenza destra e sinistra si uniscano al fine di generare una politica adeguata per uscire dalla crisi. Se invece i due schieramenti dovessero continuare nelle attuali, sterili contrapposizioni, nessuna fecondazione eterologa potrà assicurare questo parto.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.