Settimana Calda
Nel panino è finita una polemica sbagliata
McDonald's assume 3000 persone. Ma a qualcuno questa cosa non piace..di Enrico Cisnetto - 18 gennaio 2013
Come un buon panino rovinato dal troppo ketch-up: è la polemica scoppiata attorno alle 3 mila assunzioni (di cui 200 già fatte) annunciate da McDonald’s in Italia. Il condimento eccessivo di una vicenda del tutto positiva è stato, in questo caso, il tono di alcune reazioni sindacali, evidentemente basate sul principio che in tema di lavoro l’iniziativa unilaterale di un’impresa non può essere mai encomiata perché per definizione nasconde un tranello; ma è stato anche l’eco dato alla vicenda, che ha finito per trasformare uno starnuto (la reazione della Cgil) in un tuono.
Poche righe per riepilogare l’accaduto e capire cosa ne resta di serio. McDonald’s ha deciso di aprire in Italia fino a 100 nuovi ristoranti (ne ha già più di 450, con 16 mila dipendenti) assumendo 3 mila nuovi addetti e facendo di questa decisione l’oggetto di una campagna pubblicitaria martellante. Rivendicando, così, anche a beneficio dell’amor proprio dei suoi addetti, il ruolo propulsivo che sta oggettivamente svolgendo, oltre a fare una “operazione simpatia” verso i clienti. Ma la federazione “rossa” dei lavoratori del commercio (Filcams-Cgil), s’arrabbia e puntualizza, piccata, che alla McDonald’s “l’80% dei lavoratori ha un contratto part-time di poche ore settimanali, con il sistematico obbligo di prestare servizio in orario notturno e domenicale o festivo”. Insomma: non sarebbe tutt’oro quel che luccica. E poi, dicono al sindacato, se un’azienda assume lo fa per ricavare utili, e quindi vantarsene è una scelta molto yankee, poco consona allo stile europeo.
La quasi ex ministro Fornero ci mette del suo dicendo che la Cgil è “choosy” (schifiltosa). Il capo della McDonald’s italiana, Roberto Masi, ci resta comprensibilmente male e sottolinea “l’elevato grado di soddisfazione dei dipendenti dell’azienda, che raggiunge livelli dell’80% secondo le misurazioni sul clima aziendale”. Poi inizia la bagarre, dal chiaro sapore pre-elettorale.
La verità è che McDonald’s ha un modello organizzativo immodificabile, che prevede molti part-time, viste le abitudini alimentari dei clienti. Funziona bene perché incrocia le esigenze, o almeno le disponibilità, di decine di migliaia di dipendenti, ovunque nel mondo. Calando quest’organizzazione in Italia, ha trovato entusiastiche reazioni dei ragazzi interessati al fare un “lavoretto”, e nella Filcams-Cgil il solo antagonista rumorosamente riottoso.
Di questi tempi, chi assume andrebbe fatto “santo subito”. Ma Masi, laicamente, è andato oltre ed ha lanciato un’idea molto intelligente: il governo, accanto ai tristemente famosi “tavoli di crisi” dove si discute su come salvare posti di lavoro a rischio, apra dei “tavoli di opportunità” per facilitare la creazione di nuovi posti a chi vuole e può crearli. Per favore, riparliamone, dopo le elezioni…
Poche righe per riepilogare l’accaduto e capire cosa ne resta di serio. McDonald’s ha deciso di aprire in Italia fino a 100 nuovi ristoranti (ne ha già più di 450, con 16 mila dipendenti) assumendo 3 mila nuovi addetti e facendo di questa decisione l’oggetto di una campagna pubblicitaria martellante. Rivendicando, così, anche a beneficio dell’amor proprio dei suoi addetti, il ruolo propulsivo che sta oggettivamente svolgendo, oltre a fare una “operazione simpatia” verso i clienti. Ma la federazione “rossa” dei lavoratori del commercio (Filcams-Cgil), s’arrabbia e puntualizza, piccata, che alla McDonald’s “l’80% dei lavoratori ha un contratto part-time di poche ore settimanali, con il sistematico obbligo di prestare servizio in orario notturno e domenicale o festivo”. Insomma: non sarebbe tutt’oro quel che luccica. E poi, dicono al sindacato, se un’azienda assume lo fa per ricavare utili, e quindi vantarsene è una scelta molto yankee, poco consona allo stile europeo.
La quasi ex ministro Fornero ci mette del suo dicendo che la Cgil è “choosy” (schifiltosa). Il capo della McDonald’s italiana, Roberto Masi, ci resta comprensibilmente male e sottolinea “l’elevato grado di soddisfazione dei dipendenti dell’azienda, che raggiunge livelli dell’80% secondo le misurazioni sul clima aziendale”. Poi inizia la bagarre, dal chiaro sapore pre-elettorale.
La verità è che McDonald’s ha un modello organizzativo immodificabile, che prevede molti part-time, viste le abitudini alimentari dei clienti. Funziona bene perché incrocia le esigenze, o almeno le disponibilità, di decine di migliaia di dipendenti, ovunque nel mondo. Calando quest’organizzazione in Italia, ha trovato entusiastiche reazioni dei ragazzi interessati al fare un “lavoretto”, e nella Filcams-Cgil il solo antagonista rumorosamente riottoso.
Di questi tempi, chi assume andrebbe fatto “santo subito”. Ma Masi, laicamente, è andato oltre ed ha lanciato un’idea molto intelligente: il governo, accanto ai tristemente famosi “tavoli di crisi” dove si discute su come salvare posti di lavoro a rischio, apra dei “tavoli di opportunità” per facilitare la creazione di nuovi posti a chi vuole e può crearli. Per favore, riparliamone, dopo le elezioni…
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.