I motorini non circolano nel centro storico
Napoli: prima il casco e poi il lavoro
Chiome al vento nella città della Jervolinodi Donato Speroni - 11 maggio 2005
Da martedì 10 maggio i motorini non possono circolare nel centro storico di Napoli. Per decisione del sindaco Rosa Russo Jervolino 40 vigili e 40 uomini della protezione civile faranno rispettare il divieto.
Obiettivo: tutelare i cittadini dagli scippi, insomma proteggere la legalità. E il Mattino, per commentare questo annuncio, ha pubblicato un editoriale dal titolo “giovani nella morsa” in cui si dice che il problema dei ragazzi napoletani è il lavoro. Poveri giovani, senza lavoro e senza possibilità di andare a divertirsi in centro.
Mi permetto di dissentire. Il primo problema dei giovani napoletani è l’assoluta mancanza del senso di legalità, senza il quale non esiste società civile e quindi neanche il lavoro. E la legalità comincia dalle piccole cose, non dal piano antiscippi che è necessario, ma riguarda solo i delinquenti. Comincia, per esempio, dall’imporre a tutti i motociclisti l’uso del casco.
I servizi sui motorini di Napoli comparsi in questi giorni in vari telegiornali confermano che nessuno lo usa e nessuno se ne preoccupa. I centauri sfrecciano o parcheggiano sotto gli occhi dei vigili, che guardano da un’altra parte. E gli italiani cittadini delle altre parti d’Italia guardano queste scene e pensano: “E’ proprio vero che Napoli è un altro mondo, mai e poi mai ci andrò in vacanza, meno ancora posso pensare di impiantarci un lavoro o un’impresa”.
Cito gli ultimi dati che ho a disposizione, anche se sono un po’ vecchi. L’applicazione della legge 479 del 1999 che ha imposto l’uso del casco su tutti i motocicli, secondo l'Osservatorio nazionale sull'uso dei dispositivi di sicurezza - conosciuto come Sistema Ulisse – era già soddisfacente nel 2001, con 98% nel Nord e il 95% nelle regioni del Centro. Clamorosamente in calo invece era il Sud, col 55% nel 2001 e con medie sotto il 50% nel 2002. Da allora che cosa è successo? Non ho i dati, ma la mia impressione, viaggiando nel Mezzogiorno è di una divaricazione netta tra il resto del Sud e la Campania, dove il casco tende a scomparire.
Vista la mobilitazione di vigili e protezione civile, perché non fare uno sforzo in più e dare il messaggio, anche ai giovani di Napoli, che la legalità va rispettata? Magari poi arriverebbe anche il lavoro.
Obiettivo: tutelare i cittadini dagli scippi, insomma proteggere la legalità. E il Mattino, per commentare questo annuncio, ha pubblicato un editoriale dal titolo “giovani nella morsa” in cui si dice che il problema dei ragazzi napoletani è il lavoro. Poveri giovani, senza lavoro e senza possibilità di andare a divertirsi in centro.
Mi permetto di dissentire. Il primo problema dei giovani napoletani è l’assoluta mancanza del senso di legalità, senza il quale non esiste società civile e quindi neanche il lavoro. E la legalità comincia dalle piccole cose, non dal piano antiscippi che è necessario, ma riguarda solo i delinquenti. Comincia, per esempio, dall’imporre a tutti i motociclisti l’uso del casco.
I servizi sui motorini di Napoli comparsi in questi giorni in vari telegiornali confermano che nessuno lo usa e nessuno se ne preoccupa. I centauri sfrecciano o parcheggiano sotto gli occhi dei vigili, che guardano da un’altra parte. E gli italiani cittadini delle altre parti d’Italia guardano queste scene e pensano: “E’ proprio vero che Napoli è un altro mondo, mai e poi mai ci andrò in vacanza, meno ancora posso pensare di impiantarci un lavoro o un’impresa”.
Cito gli ultimi dati che ho a disposizione, anche se sono un po’ vecchi. L’applicazione della legge 479 del 1999 che ha imposto l’uso del casco su tutti i motocicli, secondo l'Osservatorio nazionale sull'uso dei dispositivi di sicurezza - conosciuto come Sistema Ulisse – era già soddisfacente nel 2001, con 98% nel Nord e il 95% nelle regioni del Centro. Clamorosamente in calo invece era il Sud, col 55% nel 2001 e con medie sotto il 50% nel 2002. Da allora che cosa è successo? Non ho i dati, ma la mia impressione, viaggiando nel Mezzogiorno è di una divaricazione netta tra il resto del Sud e la Campania, dove il casco tende a scomparire.
Vista la mobilitazione di vigili e protezione civile, perché non fare uno sforzo in più e dare il messaggio, anche ai giovani di Napoli, che la legalità va rispettata? Magari poi arriverebbe anche il lavoro.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.