La fine del Pri
Malinconia Repubblicana
E' finita. Facciamocene una ragione e continuiamo l'avventurosa marcia nella politica italiana, sapendo bene che il declino non deriva dalla sua classe dirigente, ma dagli stessi elettori che l'anno votata.di Giacomo Properzj - 26 gennaio 2013
Ho rinnovato forse l’ultima tessera repubblicana della mia vita: sono 50. Mezzo secolo di vita repubblicana basta e probabilmente avanza, anche perché la sparizione del partito è ormai semi formalizzata. Dal punto di vista dell"opinione pubblica esso è scomparso da alcuni anni, soprattutto in seguito alla mancanza completa di iniziativa politica e l"accattonaggio, misero e penoso, di posti presso il cavalier Berlusconi. Quest"anno il Cavaliere non ha più voluto dar niente e la malinconica vicenda si è esaurita.
D"altronde il micro partito si era già diviso in quattro: una parte, che sarebbe la mia, segue Giorgio La Malfa che, non si sa perché, è stato espulso un anno fa. Un’altra parte segue Oscar Giannino e si caratterizza per non rispondere al telefono a nessuno che non sia strettamente collegato al simpatico e intelligente giornalista. Una terza parte segue, in Lombardia, la figura dei Gabriele Albertini (da non confondersi con Luigi Albertini antico direttore del Corriere della Sera) incoraggiati dal senatore Del Pennino e dalle imitazioni e barzellette che l"ex sindaco proposte in grande quantità alle manifestazioni radio-televisive a cui partecipa. Altri ancora dichiarano di votare, in un delirio di identità, per Maroni che rappresenta, nel nostro panorama politico, le tesi anti risorgimentali e anti europee.
Dunque è finita. Facciamocene una ragione e continuiamo l"avventurosa marcia nella politica italiana, sapendo bene che il declino non deriva dalla sua caricaturale classe dirigente, ma dagli stessi elettori che l"anno votata fino ad oggi, senza avere un mitra piantato nella schiena. La preziosa Radio Radicale ha mandato in onda un dibattito di trent"anni fa tra Pannella e Almirante i quali sostenevano entrambi che la decadenza politica, già presente anche allora, non era dovuta ai media in generale e alla televisione in particolare, ma anzi alla scarsa presenza televisiva delle loro rispettive forze politiche.
Entrambi davano l"impressione di non aver letto Popper e i suoi approfonditi ragionamenti sugli effetti della televisione, come il media più efficace, ma anche il più degradato, il meno rivolto al ragionamento e il più rivolto all"immagine.
Il progressivo realizzarsi delle intuizioni del grande filosofo ha prodotto, non solo in Italia, una vita politica piuttosto immaginaria perché fondata sull"immagine che si riesce a propagandare. Sulle promesse e non sulla loro realizzazione. Cioè su una vita politica fondata sul mito. Tutto ciò non è nuovo e, per andare in là col tempo, si può citare la scomparsa della Repubblica a favore dell"Impero in epoca romana: “si parva licet componere magnum”. Naturalmente non intendevo con questo esempio storico, riferirmi alla modesta tesserina repubblicana dell"anno 2013.
D"altronde il micro partito si era già diviso in quattro: una parte, che sarebbe la mia, segue Giorgio La Malfa che, non si sa perché, è stato espulso un anno fa. Un’altra parte segue Oscar Giannino e si caratterizza per non rispondere al telefono a nessuno che non sia strettamente collegato al simpatico e intelligente giornalista. Una terza parte segue, in Lombardia, la figura dei Gabriele Albertini (da non confondersi con Luigi Albertini antico direttore del Corriere della Sera) incoraggiati dal senatore Del Pennino e dalle imitazioni e barzellette che l"ex sindaco proposte in grande quantità alle manifestazioni radio-televisive a cui partecipa. Altri ancora dichiarano di votare, in un delirio di identità, per Maroni che rappresenta, nel nostro panorama politico, le tesi anti risorgimentali e anti europee.
Dunque è finita. Facciamocene una ragione e continuiamo l"avventurosa marcia nella politica italiana, sapendo bene che il declino non deriva dalla sua caricaturale classe dirigente, ma dagli stessi elettori che l"anno votata fino ad oggi, senza avere un mitra piantato nella schiena. La preziosa Radio Radicale ha mandato in onda un dibattito di trent"anni fa tra Pannella e Almirante i quali sostenevano entrambi che la decadenza politica, già presente anche allora, non era dovuta ai media in generale e alla televisione in particolare, ma anzi alla scarsa presenza televisiva delle loro rispettive forze politiche.
Entrambi davano l"impressione di non aver letto Popper e i suoi approfonditi ragionamenti sugli effetti della televisione, come il media più efficace, ma anche il più degradato, il meno rivolto al ragionamento e il più rivolto all"immagine.
Il progressivo realizzarsi delle intuizioni del grande filosofo ha prodotto, non solo in Italia, una vita politica piuttosto immaginaria perché fondata sull"immagine che si riesce a propagandare. Sulle promesse e non sulla loro realizzazione. Cioè su una vita politica fondata sul mito. Tutto ciò non è nuovo e, per andare in là col tempo, si può citare la scomparsa della Repubblica a favore dell"Impero in epoca romana: “si parva licet componere magnum”. Naturalmente non intendevo con questo esempio storico, riferirmi alla modesta tesserina repubblicana dell"anno 2013.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.