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Liberalizzazioni contro le categorie del Polo

Ma la manovra finanziaria è inadeguata

L'azione di risanamento dei conti pubblici decisa dal Consiglio dei ministri è modesta

di Alessandra Servidori - 04 luglio 2006

Si sa ,in politica la comunicazione è un ingrediente fondamentale e con scaltrezza inusitata, dopo aver scagliato fulmini e saette sulla gestione,a parer ulivista, “disinvolta” dell’era berlusconiana, il Governo prodiano ha preso i classici due piccioni con una sola fava. Sono bastate, infatti, alcune misure a favore delle liberalizzazioni e della concorrenza per far dimenticare l"inadeguatezza della manovra per l"aggiustamento dei conti pubblici e per creare il panico (al di là delle critiche di rito pronunciate in queste ore) dall"opposizione che reagisce come se la maggioranza le stesse rubando ruolo e mestiere.
L"azione di risanamento dei conti pubblici, decisa venerdì dal Consiglio dei ministri, è invero modesta, ben al di sotto dei propositi annunciati nei giorni precedenti. La stessa prima fase della manovra (per capirci, quella quantificata in 7-8 miliardi di euro) è stata spalmata in parte nel corso del 2007. Con questi chiari di luna non è molto credibile che l"esecutivo trovi, tra un paio di mesi, la forza di mettere in cantiere e varare una Finanziaria capace di 40 miliardi di euro e di infilarsi - in maniera strutturale - nei vespai delle pensioni, della sanità, del pubblico impiego e della finanza locale. E ha buone ragioni Giulio Tremonti (che pure ha usato toni cauti) quando sottolinea che un"operazione di così modesta portata è in palese contraddizioni con i toni allarmati di Tommaso Padoa Schioppa.
Se è bastato qualche piccolo ritocco (inferiore persino allo 0,5% del Pil) per riaggiustare i conti del 2006, non era proprio il caso di agitarsi tanto ed evocare lo spettro del 1992 e di un Paese allora sull"orlo della bancarotta. E se adesso ci si accontenta di spigolare qualche entrata fiscale in più - in presenza di evidenti problemi politici all"interno della maggioranza - viene da chiedersi cosa deve cambiare perché in autunno maturino le condizioni per dare la scalata al cielo delle riforme di struttura. La realtà è sempre più evidentemente questa: al ministro dell"Economia sono stati conferiti mandati condizionati dai veti della sinistra radicale e dei sindacati. E TPS ha fatto di necessità virtù. A questo punto, un navigato politico come il ministro Pierluigi Bersani ci ha messo del suo: perché non aggiungere - ha proposto ai suoi colleghi - ad un pacchetto striminzito come quello che siamo in grado di proporre, un carnet di "riforme che non costano" ? Sì, proprio quelle che chiedono le persone comuni e che rimbalzano inascoltate, da anni, dai giornali alle trasmissione televisive riservate ai problemi dei consumatori. Del resto che cosa ha da spartire il centro sinistra con i tassinari, gli avvocati o i notai ? Questi ceti sociali solitamente guardano a destra e sono stati protetti dalla CdL che, alla fine della passata legislatura, stralciò dal decreto in materia di competitività la riforma delle professioni.
A prova dell"esistenza di un calcolo politico attento stanno alcune considerazioni che inducono a riflettere. E" stata liberalizzata la vendita dei farmaci da banco, ma non quella dei quotidiani. Forse perché la categoria benemerita dei giornalai è sindacalizzata e milita nelle confederazioni storiche (quelle da cui bisogna girare al largo). Lo stesso ragionamento vale per i medici: in particolare, per quei professionisti (generici e specialisti) che sono convenzionati col Servizio sanitario nazionale in sostanziale regime di numero chiuso, a quali non è stato tolto alcun privilegio. In ogni caso, anche se vediamo tutti i limiti dell"operazione del Governo, non vogliamo cedere minimamente alla tentazione funesta e paralizzante del . Stiamo dalla parte del poco, ma nella direzione giusta; dell"uovo oggi e non della gallina domani. Del resto, l"Italia è un Paese ostile al cambiamento. Anche il (già se ne scorgono le avvisaglie) incontrerà parecchie resistenze.
Ma noi non siamo di quelli che vivono con la testa voltata all’indietro e non vogliamo ricordare strumentalmente che già nella precedente gestione ulivista una simile rivoluzione professionale non si realizzò: di cassandre ne abbiamo già piene le tasche perchè ci riteniamo autenticamente riformisti e liberali.

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