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Gheddafi, il petrolio e la fame dei poveri

La vera natura delle rivolte arabe

Gli errori commessi dalla "real politic" italiana

di Giacomo Properzj - 22 febbraio 2011

Anche oggi l"aviazione mercenaria di Gheddafi mitraglia, passando a volo radente, i dimostranti che vorrebbero, sull"onda delle rivolte mediorientali, cacciare questo dittatore sanguinario e pasticcione che rappresenta una delle peggiori satrapie che si affacciano sul Mediterraneo.

L"Italia ha sempre cercato, in ragione di una sua “real politic”, di tenere con Gheddafi dall"inizio della sua dittatura buoni rapporti, che sono diventati buonissimi con l"avvento di Berlusconi al Governo. In sostanza si tratta di dargli dei soldi per compensare i danni della nostra lontana (è giusto un secolo quest"anno) invasione coloniale e di comperargli il petrolio e il gas a prezzi di mercato, pagare concessioni e tasse e dargli ancora dei soldi perché contenga gli sbarchi degli emigranti africani che poi vengono associati da lui in misteriose destinazioni nel deserto.

L"approvvigionamento energetico dell"Italia dalla Libia è esattamente del 20% del suo fabbisogno. La Comunità Europea e gli stessi Stati Uniti ci hanno da tempo messo in guardia sul fatto che si tratta di una percentuale troppo alta per provenire da uno stato dittatoriale che può, come sta succedendo, essere da un momento all"altro travolto da una rivoluzione. Se per effetto dei disordini attuali ci venisse a mancare quel 20% di approvvigionamenti energetici bisognerebbe andare in giro a trovare altri fornitori e Gazprom ha già dichiarato che per eventuali sovraforniture i prezzi cambieranno. Sul mercato libero il prezzo del barile di petrolio continua a salire ma il Ministro degli Esteri Frattini si dichiara non preoccupato e mantiene un atteggiamento amichevole nei confronti di Gheddafi e della sua repressione violenta che, per poco che faccia, porterà dei gravi danni all"economia di quel paese e di conseguenza alla nostra.

La “furbizia italiana” che tanti guai ci ha procurato a cominciare dalla guerra del "40 (“voglio duecento morti da mettere sul tavolo della conferenza di pace” disse Mussolini all"atto della dichiarazione di guerra) ci ha portato anche questa volta a tenere con il dittatore Gheddafi un atteggiamento ultra amichevole che ci sarà fatto pagare, se ci saranno, dai suoi successori.

Quest"atteggiamento filo libico è stato tenuto praticamente da tutti i governi italiani, di sinistra e di destra, ma Berlusconi lo ha fatto con toni e accenti molto più impegnativi ed ha allargato enormemente il tipo di rapporti con lo stato africano formalizzandoli anche in un trattato. L"Europa condanna la violenta repressione del colonnello Gheddafi, i governi moderati arabi fanno lo stesso. Israele non muove un dito perché la Libia da molti anni ha cacciato fuori dalle sue frontiere tutti gli ebrei, che numerosi lì vivevano pacificamente, espropriandoli di tutti i beni.

L"America ha vecchi conti da saldare con Gheddafi e certamente il suo atteggiamento sarà diverso da quello avuto recentemente con l"Egitto, anche se sotto la Libia ci sono ancora tonnellate e tonnellate di petrolio. Tutte queste tonnellate di petrolio rappresentano un problema che per ora non è stato esaminato attentamente ma che si riassume nel fatto che ci sono due grandi paesi arabi che confinano l"uno con l"altro: uno, L"Egitto, ha quasi 80 milioni di abitanti in gran parte sotto la soglia della povertà e l"altro, la Libia, ha solo sei milioni di abitanti ed una ricchezza enorme (la terza mondiale) di giacimenti gaspetroliferi.

La logica che la Storia, seppur a lungo termine, trova sempre la strada della ragione comporta che questi due paesi abbiano un materiale interesse a unificarsi e a compensare la ricchezza parassitaria dell"uno con la povertà operosa dell"altro. Fino ad oggi la dittatura del colonnello libico è stata un tappo che ha resistito alle pressioni anche a suo tempo esercitate dal generale Nasser, un"altra dittatura forse potrà ancora resistere se appoggiata dagli occidentali. Ma sarà bene che il mondo occidentale si renda conto che le rivolte arabe sono originate dalla fame perché il prezzo dei prodotti agricoli è salito del 100% in questi paesi. Dalla fame, più che dalla religione o da altre istanze. Dalla fame.

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