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Se i nodi della sicurezza vengono al pettine...

La svolta fascista di Amato

Cosa non si dice per parare i colpi. Ma poi che si fa?

di Elio Di Caprio - 06 settembre 2007

L"allarme sicurezza gioca brutti scherzi. Gli slogans fanno sempre effetto. Adesso è il Ministro dell"Interno, Giuliano Amato, ad evocare il pericolo di una “svolta fascista” se non si pone riparo tempestivamente ad una situazione sempre più precaria ( altro che lava-vetri!) in cui i vecchi guasti si sommano agli effetti dell"indulto che ha liberato dal carcere anche delinquenti incalliti con anni di pena da scontare per reati di rapina e violenza a mano armata.

Sembra quasi un ritorno ai tempi post-"68 quando la “reazione in agguato” veniva evocata a sproposito e vista in ogni angolo della nostra vita collettiva. Ma siamo veramente a questo punto, dopo quasi quarant" anni, inclusi i quasi quindici anni di alternanza tra governi di centrodestra e di centrosinistra che se non altro hanno reso possibile sperimentare ed applicare ricette diverse per regolare i flussi immigratori incontrollati che tanto peso hanno sui nuovi problemi di sicurezza?

Quello della sicurezza non è solo un problema italiano, è in via crescente di tutti i Paesi europei e delle economie del benessere, ma le soluzioni non possono non essere in prima battuta che di carattere nazionale. Più che evocare fantasmi inesistenti ( al fascismo alle porte non crede più nessuno) bisognerebbe piuttosto domandarsi che fine hanno fatto i poliziotti di quartiere vantati dal governo Berlusconi o se le modifiche alla legge Bossi-Fini sull"immigrazione clandestina, caldeggiate dallo stesso Amato, siano adeguate e rappresentino un passo avanti o un passo indietro rispetto al fine che si dice di voler perseguire, quello di accogliere e insieme regolare i flussi migratori. E invece si ha la netta impressione che l"attuale coalizione di governo sia stata e sia più interessata a smentire e a mettere nel ridicolo le misure del precedente governo che a inaugurare una sua coerente strategia sulla sicurezza.

A nulla valgono allora gli anatemi di Giuliano Amato che hanno più il sapore dell"ennesima resa dei conti all"interno della coalizione di maggioranza che non l"annuncio di un disegno preciso ( il pacchetto sicurezza?) che dovrebbe essere, salvo prova contraria, convintamente condiviso da chi ci governa. Del resto l"attuale Ministro degli Interni non è nuovo alla guerra di posizione con l"ala estrema del suo schieramento. Già nel febbraio scorso fece riesplodere a comando un presunto ritorno in forze delle Brigate Rosse pur di mettere nell"angolo le frange più esagitate e violente pronte a manifestare contro l"allargamento della base NATO di Vicenza e quindi contro il governo Prodi. Ora rimbecca l"estrema sinistra, avvertendola che se tira troppo la corda corre il rischio di ottenere un risultato opposto alle sue aspettative.

A che serve dunque paventare nel 2007 una presunta svolta fascista ( cavalcata da chi? Da Bossi, da Fini, da Berlusconi?) e nel contempo voler prendere esempio dal sindaco-sceriffo di New York Giuliani ( anch"egli fascista?), secondo gli editti a getto continuo di Giuliano Amato? Siamo veramente arrivati a un punto ineffabile di farsesca dialettica quando gli ex comunisti riscoprono orgogliosamente la sicurezza e si richiamano, non fa mai male, all"impegno per l"ordine del Lenin del 1917. E in effetti cosa c"è stato mai di più ordinato dello Stato superpoliziesco sovietico? Da parte di Rifondazione Comunista si ribatte agli ex compagni di strada che mai si era caduti così in basso ( cioè a destra) come ora e che mai i democristiani di La Pira e Fanfani avrebbero adottato provvedimenti liberticidi contro i lava-vetri. Dove vanno a finire d"un tratto le roventi accuse comuniste degli anni "70 al “fan-fascismo” autoritario di Amintore Fanfani ?...

Quando i nodi vengono al pettine è vero che si sbanda . Ci si accorge che senza aggiornamenti e svolte si perde il consenso popolare e ricomincia immancabile il minuetto delle proposte demagogiche e delle accuse reciproche, come se fosse possibile d"incanto porre riparo ad annosi problemi di lassismo e non governo. Ancora attendiamo da anni di sapere, a parte l"indulto, di chi è la colpa o la responsabilità del fatto che ritornino in circolazione i colpevoli di reati efferati appena fermati o arrestati. Dipende da un clima generale garantista, da un Esecutivo che non fa il proprio dovere, da un Parlamento che non sa legiferare, da una magistratura incompetente che non sa applicare le leggi? Non lo sapremo mai. Dobbiamo accontentarci di polemiche di facciata fuori tempo, di messaggi trasversali per colpire gli avversari e distrarre l"opinione pubblica. Ma almeno un risultato è stato conseguito. Sono tutti d"accordo, almeno a parole, che il problema della sicurezza non è né di destra, né di sinistra. Altrimenti ritorna il fascismo. Ma poi che si fa?

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