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Calma solo apparente, sotto sotto il fermento

La partita Rcs Mediagroup è aperta

Potrebbe (ri)entrare in gioco Tronchetti Provera. Lunga la lista degli altri soci

di Alessandro D'Amato - 07 febbraio 2007

“Un patto così plurale non potrebbe essere più solido”. L’ironia di un analista finanziario fotografa perfettamente la situazione di Rcs Mediagroup, ‘l’anello debole’ degli assetti della finanza italiana e i cui protagonisti, di recente, non si sono risparmiati colpi bassi. Le accuse sulla prima pagina del Corriere nei confronti di uno dei “soci forti” (Tronchetti), i movimenti intorno alla direzione, i nuovi azionisti prodiani in avvicinamento e le contromosse dell’asse contrario. C’è tutto per considerare la partita intorno a Rcs ancora in grande movimento, eppure i segnali che arrivano all’esterno sono di assoluta tranquillità. Tutto tace, in superficie. Nel profondo, invece, si muovono in molti. Al “re delle cliniche” Rotelli – che ha comprato il 5,5% di Bpi proveniente dalla scalata di Ricucci – si è affiancato, secondo i giornali, Gaetano Maccaferri. Imprenditore emiliano, anche lui vicino a Prodi, è appena entrato nella società che realizza l’edizione bolognese del Corriere, l’Editoriale Corriere di Bologna, partecipata al 50,1% da Rcs Mediagroup e per il restante 49,9% da imprenditori locali. Che lo vorrebbero come capo di una nuova cordata pronta a dar l’assalto a via Solferino. Ovviamente, l’asse Capitalia-Unicredit non resta a guardare le iniziative di Bazoli, in una partita che però appare incrociata con Mediobanca e Generali. Anche se in molti scommettono sul fatto che se la guerra inizierà, lo farà da Via Solferino, dal quale potrebbe uscire o ridimensionarsi anche Tronchetti Provera, non appena avrà concluso il riassetto di Telecom: in lista di attesa, con una posizione guardinga ed enigmatica degli altri soci: da Pesenti a Ligresti.

Intanto le previsioni in vista dell’assemblea di domani sono buone: per Rcs gli analisti di Banca Leonardo vedono un volume d"affari intorno ai 665 milioni di euro, in crescita del 7,3%. Ad incidere positivamente, sempre secondo gli analisti, sarà il consolidamento dei ricavi di Dada. L’ebitda è stimato in aumento del 20% a 115 milioni. Confermati il rating "hold" ed il target price a 3,8 euro. E sul fronte delle strategie aziendali continua a girare la voce di un Mieli in uscita: a sostituirlo, secondo le indiscrezioni, potrebbe essere Giulio Anselmi.

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