Di Pietro: pericolo per la democrazia italiana
La minaccia del “fattore DP”
La sinistra deve liberarsi dalle insidie demagogiche e populistedi Massimo Teodori - 06 ottobre 2009
Antonio Di Pietro è un pericolo per la Repubblica. Non perché vorrebbe instaurare un regime fondato sull’intimidazione e le manette - che pure sarebbe la sua massima aspirazione -, ma in quanto i suoi atteggiamenti demagogici e populisti distorcono il gioco democratico corrompendo anche le legittime posizioni politiche di quell’opposizione che pure intende rappresentare.
Il successo del capo dell’Italia dei Valori, in compagnia di Michele Santoro, Marco Travaglio e Beppe Grillo, è basato sulla eccitazione degli istinti più bassi di quegli italiani che concepiscono la lotta politica come una serie di assalti all’arma bianca con accuse e offese tendenti a delegittimare l’avversario dipinto come un nemico, ed a colpire i vertici istituzionali.
Le provocazioni che Di Pietro ha rivolto a Giorgio Napolitano, un presidente della Repubblica che sta svolgendo il suo magistero con un equilibrio e un senso delle garanzie raramente presente in passato, passeranno alla storia della Repubblica come gravi atti istituzionalmente eversivi.
Tuttavia il maggiore pericolo che la democrazia repubblicana corre con Di Pietro non riguarda tanto il livore contro Berlusconi e il veleno contro Napolitano, che avranno inevitabilmente l’effetto di rafforzare le personalità a cui sono diretti, quanto la salute stessa della sua parte politica. Infatti è proprio la sinistra la vera vittima del dipietrismo e del travagliamo dal momento che non è capace di liberarsi dell’ambiguità e dell’impotenza dei demagoghi che ha allevato nel suo seno e che oggi dilagano per ogni dove.
Condizionato così dall’estremismo giudiziario e dal populismo velleitario, anche il Partito democratico perderà ogni possibilità di rappresentare quell’alternativa democratica che non può che fondarsi su due raggruppamenti contrapposti per valori e obiettivi, in grado però di legittimarsi reciprocamente.
Il pericolo che corre la democrazia è, dunque, questo nuovo “fattore DP” (dipietrista) che, come in altri tempi il “fattore K” (comunista), rende la sinistra inutilizzabile per un serio governo del Paese con il risultato di azzoppare l’intera democrazia italiana.
Riflettano i dirigenti del centrosinistra. Dopo avere avallato nelle elezioni del 2008 il partito dipietrista, oggi sono destinati inevitabilmente all’autoghettizzazione se continuano a non reagire agli istinti meno nobili che si fanno sempre più ingombranti nella loro parte politica .
Pubblicato da “Il Tempo”, 6 ottobre 2009
Il successo del capo dell’Italia dei Valori, in compagnia di Michele Santoro, Marco Travaglio e Beppe Grillo, è basato sulla eccitazione degli istinti più bassi di quegli italiani che concepiscono la lotta politica come una serie di assalti all’arma bianca con accuse e offese tendenti a delegittimare l’avversario dipinto come un nemico, ed a colpire i vertici istituzionali.
Le provocazioni che Di Pietro ha rivolto a Giorgio Napolitano, un presidente della Repubblica che sta svolgendo il suo magistero con un equilibrio e un senso delle garanzie raramente presente in passato, passeranno alla storia della Repubblica come gravi atti istituzionalmente eversivi.
Tuttavia il maggiore pericolo che la democrazia repubblicana corre con Di Pietro non riguarda tanto il livore contro Berlusconi e il veleno contro Napolitano, che avranno inevitabilmente l’effetto di rafforzare le personalità a cui sono diretti, quanto la salute stessa della sua parte politica. Infatti è proprio la sinistra la vera vittima del dipietrismo e del travagliamo dal momento che non è capace di liberarsi dell’ambiguità e dell’impotenza dei demagoghi che ha allevato nel suo seno e che oggi dilagano per ogni dove.
Condizionato così dall’estremismo giudiziario e dal populismo velleitario, anche il Partito democratico perderà ogni possibilità di rappresentare quell’alternativa democratica che non può che fondarsi su due raggruppamenti contrapposti per valori e obiettivi, in grado però di legittimarsi reciprocamente.
Il pericolo che corre la democrazia è, dunque, questo nuovo “fattore DP” (dipietrista) che, come in altri tempi il “fattore K” (comunista), rende la sinistra inutilizzabile per un serio governo del Paese con il risultato di azzoppare l’intera democrazia italiana.
Riflettano i dirigenti del centrosinistra. Dopo avere avallato nelle elezioni del 2008 il partito dipietrista, oggi sono destinati inevitabilmente all’autoghettizzazione se continuano a non reagire agli istinti meno nobili che si fanno sempre più ingombranti nella loro parte politica .
Pubblicato da “Il Tempo”, 6 ottobre 2009
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.