Un modello che dovremmo cercare d’importare
La Francia si muove contro il declino
I cugini “centralisti” d’Oltralpe regionalizzano la ricerca e puntano all’eccellenzadi Damiano William Micati - 15 luglio 2005
Sessantasette (67) centri di eccellenza contro il declino. Questa è la risposta di una classe dirigente lungimirante ed efficiente che ha capito come uscire da un'impasse economica e culturale. E’ avvenuto in Francia, non in un contesto così lontano da noi, non in un altro pianeta.
E la nostra classe dirigente cosa fa? Litiga, cerca di accaparrarsi meriti su riforme prive di senso, spesso illiberali e addirittura clientelari.
Se si cerca una cura per la malattia (il declino), non si può prescindere dalla ricerca e dall'eccellenza in ogni campo della tecnica. In Italia, invece, si assiste ad un Consiglio nazionale delle ricerche bloccato dalla burocrazia e dai pochi fondi, si assiste a promesse mai realizzate o irrealizzabili. Anziché creare una cultura della ricerca, si scoraggia chi intraprende questa via attraverso concorsi poco meritocratici, tagliando fondi o aiutando chi in determinati ambienti è già ben introdotto (vedi successioni padre-figlio). Personalmente non so se il modello francese possa essere ben realizzato in Italia, ma quello che deve essere copiato è lo spirito dell'iniziativa: non ci si è nascosti dietro un dito sostenendo di essere i migliori ma si è dato un segnale forte.
Si è decentralizzato un intera sistema, si è creata una sorta di competizione tra le varie regioni per chi riesce a fare scoperte importanti e in grado di portare all'eccellenza.
Anziché pensare ad un federalismo costituzionale e fiscale, perché i politici italiani non studiano questa sorta di "ricerca federale" che non può che far bene all'Italia?
Purtroppo, alla luce dei fatti, credo che questo consiglio cadrà nel vuoto, a causa di una classe dirigente inefficiente e litigiosa.
E la nostra classe dirigente cosa fa? Litiga, cerca di accaparrarsi meriti su riforme prive di senso, spesso illiberali e addirittura clientelari.
Se si cerca una cura per la malattia (il declino), non si può prescindere dalla ricerca e dall'eccellenza in ogni campo della tecnica. In Italia, invece, si assiste ad un Consiglio nazionale delle ricerche bloccato dalla burocrazia e dai pochi fondi, si assiste a promesse mai realizzate o irrealizzabili. Anziché creare una cultura della ricerca, si scoraggia chi intraprende questa via attraverso concorsi poco meritocratici, tagliando fondi o aiutando chi in determinati ambienti è già ben introdotto (vedi successioni padre-figlio). Personalmente non so se il modello francese possa essere ben realizzato in Italia, ma quello che deve essere copiato è lo spirito dell'iniziativa: non ci si è nascosti dietro un dito sostenendo di essere i migliori ma si è dato un segnale forte.
Si è decentralizzato un intera sistema, si è creata una sorta di competizione tra le varie regioni per chi riesce a fare scoperte importanti e in grado di portare all'eccellenza.
Anziché pensare ad un federalismo costituzionale e fiscale, perché i politici italiani non studiano questa sorta di "ricerca federale" che non può che far bene all'Italia?
Purtroppo, alla luce dei fatti, credo che questo consiglio cadrà nel vuoto, a causa di una classe dirigente inefficiente e litigiosa.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.