Settimana calda
La decrescita infelice del buonsenso
La colpa è dei giochi da tavolo. Aboliamo auto e aerei. La sinistra recuperi la sua superiorità. Diamo il ben tornato alla sinistra radical chocdi Enrico Cisnetto - 30 agosto 2013
La sinistra radical, chic e choc, perde il pelo ma non i vizi. Neppure d’agosto. Infatti, durante le ferie, alcuni mondi abituati a “vedere gente, fare cose” sono riusciti a inanellare almeno tre uscite da incorniciare. La più clamorosa è senz’altro la levata di scudi di sette deputati Pd (tutti renziani) alla nuova versione dello storico gioco da tavola Monopoli.
Affranti perché l’azienda produttrice, la statunitense Hasbro, ha sostituito le vecchie proprietà immobiliari del gioco più capitalista che ci sia con pacchetti azionari di grandi multinazionali, i sette hanno deciso di lanciare una vera e propria crociata contro le “preoccupanti novità” scrivendo una lettera niente meno che all’ambasciatore americano in Italia. “Trionfa la speculazione in Borsa” ed è stata persino “abolita la casella della prigione”, tuonano i pubblici tutori della moralità, preoccupati (e come si può dare loro torto) che il gioco “che da generazioni alfabetizza i giovani sui meccanismi del libero mercato, esalti la turbo-economia che ha aperto la crisi finanziaria 2008, con il messaggio diseducativo che, in caso di violazione delle regole, non si viene puniti”. Insomma, un piccolo esercito del “politicamente corretto” che – curioso – non si rivolge ai produttori ma chiede ad un diplomatico un intervento politico che valuti persino “eventuali provvedimenti delle autorità competenti”. Per fortuna Marco Agnoletti, portavoce di Matteo Renzi, ha spento sul nascere la fesseria con un paio di tweet sarcastici: “aboliamo la battaglia navale: fomenta i guerrafondai”, “aboliamo il gioco dell’oca: gli animali non si sfruttano”.
Il sindaco di Firenze non ha però potuto impedire al suo collega di Capalbio di dare l’omonimo premio estivo al teorico della decrescita felice (per lui, che su questa bislacca teoria ci campa) Serge Latouche. Il quale, ci informa un efficace Dagoreport, ha mandato in visibilio i radical chic dell’Ultima spiaggia proponendo “una drastica riduzione dei consumi, l’abolizione delle auto in favore delle biciclette, la creazione di tante piccole comunità autosufficienti, l’eliminazione della pubblicità, del turismo e dei viaggi in aereo”. Ecco perché – e siamo alla terza chicca dell’estate post-sessantottina – un bagnante del mare di Capalbio come Alberto Asor Rosa ha scritto, su Repubblica of course, che “la sinistra italiana deve recuperare il senso di superiorità”. Buon rientro dalle ferie.
Affranti perché l’azienda produttrice, la statunitense Hasbro, ha sostituito le vecchie proprietà immobiliari del gioco più capitalista che ci sia con pacchetti azionari di grandi multinazionali, i sette hanno deciso di lanciare una vera e propria crociata contro le “preoccupanti novità” scrivendo una lettera niente meno che all’ambasciatore americano in Italia. “Trionfa la speculazione in Borsa” ed è stata persino “abolita la casella della prigione”, tuonano i pubblici tutori della moralità, preoccupati (e come si può dare loro torto) che il gioco “che da generazioni alfabetizza i giovani sui meccanismi del libero mercato, esalti la turbo-economia che ha aperto la crisi finanziaria 2008, con il messaggio diseducativo che, in caso di violazione delle regole, non si viene puniti”. Insomma, un piccolo esercito del “politicamente corretto” che – curioso – non si rivolge ai produttori ma chiede ad un diplomatico un intervento politico che valuti persino “eventuali provvedimenti delle autorità competenti”. Per fortuna Marco Agnoletti, portavoce di Matteo Renzi, ha spento sul nascere la fesseria con un paio di tweet sarcastici: “aboliamo la battaglia navale: fomenta i guerrafondai”, “aboliamo il gioco dell’oca: gli animali non si sfruttano”.
Il sindaco di Firenze non ha però potuto impedire al suo collega di Capalbio di dare l’omonimo premio estivo al teorico della decrescita felice (per lui, che su questa bislacca teoria ci campa) Serge Latouche. Il quale, ci informa un efficace Dagoreport, ha mandato in visibilio i radical chic dell’Ultima spiaggia proponendo “una drastica riduzione dei consumi, l’abolizione delle auto in favore delle biciclette, la creazione di tante piccole comunità autosufficienti, l’eliminazione della pubblicità, del turismo e dei viaggi in aereo”. Ecco perché – e siamo alla terza chicca dell’estate post-sessantottina – un bagnante del mare di Capalbio come Alberto Asor Rosa ha scritto, su Repubblica of course, che “la sinistra italiana deve recuperare il senso di superiorità”. Buon rientro dalle ferie.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.