Si giungerà alla risoluzione dei nostri mali?
L’onanismo elettorale
E adesso anche Veltroni si converte al proporzionale correttodi Davide Giacalone - 13 novembre 2007
Si può eccitarsi all’onanismo elettorale, ma sperare di trovarvi la soluzione dei nostri mali significa confondere cause ed effetti. Si può sedersi a tutti i tavoli, ma se uno gioca a scopa e l’altro a briscola il confronto sarà fra dissociati mentali. Neanche negando le riforme si va da nessuna parte, ma sono quindici anni che i protagonisti si scambiano le parti, con la sinistra proporzionalista che diventa maggioritaria, seguita dalla destra che propone il sistema francese, che la sinistra avversa ma poi sposa, giusto in tempo perché la destra lo rinneghi, con Berlusconi che, dopo le ultime elezioni, indica l’opportunità di tornare al proporzionale, e Veltroni che oggi riscopre la stessa cosa, ma contro Berlusconi. Si sta parlando del nulla.
E adesso anche Veltroni si converte al proporzionale corretto Il nostro sistema costituzionale nasce ed è connaturato al proporzionale, che ha funzionato a meraviglia, ma è morto e ne sono morti i protagonisti. Indietro non si torna perché non si può. Su quella struttura costituzionale si sono innestati sistemi falsamente maggioritari e falsamente proporzionali, i cui guasti abbiamo previsto e descritto per tempo. Inoltre si è fatto credere che gli italiani già votino per il capo del governo e per il governo stesso, il che è un totale falso. Adesso siamo al capolinea, avendo accumulato elezioni sempre uguali ed anni di non governo.
Se la politica si fosse rinnovata, se esistesse una classe dirigente, si punterebbe dritti alla riforma costituzionale. Ma c’è gente piccina, in giro. Nel 2001 la sinistra votò una riforma demenziale (titolo quinto) che scassa lo Stato. Nella scorsa legislatura la destra pose parziale rimedio, rafforzando il governo centrale, ma poi non difese la riforma che crollò al referendum. Ora chi l’ha affondata pretende di riesumarla in larga parte. Irresponsabilità e disonestà intellettuale. In questo quadro Veltroni guida un nuovo partito che dice di non volersi alleare con i diversi, quindi ha bisogno di una legge saldamente maggioritaria. Ma siccome sa che Prodi è contrario si converte ad un proporzionale corretto che serve a scassare le coalizioni senza affrontare lo scontro nella sinistra. C’è di che parlare, al bar Montecitorio, puntando a che qualcuno convinca la Corte Costituzionale a far fuori il referendum. Si spreca tempo per allungare il proprio.
Pubblicato su Libero di martedì 13 dicembre
E adesso anche Veltroni si converte al proporzionale corretto Il nostro sistema costituzionale nasce ed è connaturato al proporzionale, che ha funzionato a meraviglia, ma è morto e ne sono morti i protagonisti. Indietro non si torna perché non si può. Su quella struttura costituzionale si sono innestati sistemi falsamente maggioritari e falsamente proporzionali, i cui guasti abbiamo previsto e descritto per tempo. Inoltre si è fatto credere che gli italiani già votino per il capo del governo e per il governo stesso, il che è un totale falso. Adesso siamo al capolinea, avendo accumulato elezioni sempre uguali ed anni di non governo.
Se la politica si fosse rinnovata, se esistesse una classe dirigente, si punterebbe dritti alla riforma costituzionale. Ma c’è gente piccina, in giro. Nel 2001 la sinistra votò una riforma demenziale (titolo quinto) che scassa lo Stato. Nella scorsa legislatura la destra pose parziale rimedio, rafforzando il governo centrale, ma poi non difese la riforma che crollò al referendum. Ora chi l’ha affondata pretende di riesumarla in larga parte. Irresponsabilità e disonestà intellettuale. In questo quadro Veltroni guida un nuovo partito che dice di non volersi alleare con i diversi, quindi ha bisogno di una legge saldamente maggioritaria. Ma siccome sa che Prodi è contrario si converte ad un proporzionale corretto che serve a scassare le coalizioni senza affrontare lo scontro nella sinistra. C’è di che parlare, al bar Montecitorio, puntando a che qualcuno convinca la Corte Costituzionale a far fuori il referendum. Si spreca tempo per allungare il proprio.
Pubblicato su Libero di martedì 13 dicembre
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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.