Non si può continuare ad agire allo sbaraglio
Immigrazione: un problema serio
Sembriamo un Paese incapace d’affrontare l’emergenza…di Davide Giacalone - 07 luglio 2009
Il problema dell’immigrazione è serio, con pesanti risvolti umani e d’ordine pubblico. Si deve stare attenti, pertanto, a non agire da dilettanti allo sbaraglio, com’è accaduto ed accade. Il governo ha proposto ed il Parlamento ha approvato un pacchetto sicurezza che, fra le altre cose, introduce il reato di clandestinità. Qui abbiamo commentato positivamente, pur mettendo in luce i limiti di questo strumento penale.
Il reato, però, ha un senso se è possibile essere in regola, e da noi, invece, il rispetto della legge è acrobatico e beffardo. Non a caso, del resto, uno dei padri della legge sull’immigrazione, Fini, ne chiede la modifica. Legge che, così come la precedente, la Napolitano-Turco, di diverso colore politico, contiene l’assurdo che imprese e famiglie italiane dovrebbero assumere gente che non conoscono, nel mentre ancora risiedono nel loro Paese d’origine.
Carlo Giovanardi, sottosegretario alla famiglia (ma a che serve?), segnala la contraddizione fra l’introduzione del reato e l’avere tollerato il diffondersi di lavoratori clandestini. E, fin qui, avrebbe fatto meglio a dirlo prima. Poi aggiunge: l’attuale non è il governo della Lega.
Significa che non si può cedere a tutto quello che gli uomini di Bossi vogliono. Ma se si lascia intendere che il “rigore” è leghista, ma dissennato, mentre l’“umanità” è cattolica, ma sbracante, allora farebbero meglio, dopo aver commesso un tale errore politico, a tornare a casa. Possibilmente silenti.
Come non basti, forse per dare maggior peso alla pertinenza “familiare”, si parla di badanti, ovvero di lavoratrici irregolari cui si affidano i vecchi. Sembriamo un Paese incapace d’affrontare l’emergenza bava, senza disturbare figli e nipoti, figuriamoci se in grado di far funzionare la produzione.
Così andando si produce un frullato in cui lo spacciatore si mescola al muratore, con la sicurezza che cacceremo il secondo. Il tutto senza alcuna iniziativa che punti non solo a regolare gli accessi, nella misura richiesta da mercato e famiglie, ma che promuova anche la qualità degli immigrati, scegliendo i migliori.
Ho scritto a favore del reato di clandestinità, così come anche delle segnalazioni da parte dei medici. Con altrettanta chiarezza indico l’attuale spettacolo come sintomo d’incoscienza, frammista ad incapacità.
Pubblicato da Libero di martedì 7 luglio 2009
Il reato, però, ha un senso se è possibile essere in regola, e da noi, invece, il rispetto della legge è acrobatico e beffardo. Non a caso, del resto, uno dei padri della legge sull’immigrazione, Fini, ne chiede la modifica. Legge che, così come la precedente, la Napolitano-Turco, di diverso colore politico, contiene l’assurdo che imprese e famiglie italiane dovrebbero assumere gente che non conoscono, nel mentre ancora risiedono nel loro Paese d’origine.
Carlo Giovanardi, sottosegretario alla famiglia (ma a che serve?), segnala la contraddizione fra l’introduzione del reato e l’avere tollerato il diffondersi di lavoratori clandestini. E, fin qui, avrebbe fatto meglio a dirlo prima. Poi aggiunge: l’attuale non è il governo della Lega.
Significa che non si può cedere a tutto quello che gli uomini di Bossi vogliono. Ma se si lascia intendere che il “rigore” è leghista, ma dissennato, mentre l’“umanità” è cattolica, ma sbracante, allora farebbero meglio, dopo aver commesso un tale errore politico, a tornare a casa. Possibilmente silenti.
Come non basti, forse per dare maggior peso alla pertinenza “familiare”, si parla di badanti, ovvero di lavoratrici irregolari cui si affidano i vecchi. Sembriamo un Paese incapace d’affrontare l’emergenza bava, senza disturbare figli e nipoti, figuriamoci se in grado di far funzionare la produzione.
Così andando si produce un frullato in cui lo spacciatore si mescola al muratore, con la sicurezza che cacceremo il secondo. Il tutto senza alcuna iniziativa che punti non solo a regolare gli accessi, nella misura richiesta da mercato e famiglie, ma che promuova anche la qualità degli immigrati, scegliendo i migliori.
Ho scritto a favore del reato di clandestinità, così come anche delle segnalazioni da parte dei medici. Con altrettanta chiarezza indico l’attuale spettacolo come sintomo d’incoscienza, frammista ad incapacità.
Pubblicato da Libero di martedì 7 luglio 2009
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.