Lo studio della Camera sui seggi dopo la riforma
Il proporzionale per armonizzare
La nostra realtà non è blu o rossa, ma di un viola che il maggioritario non rappresentadi Antonio Gesualdi - 14 ottobre 2005
Un'analisi seria circolata in questi giorni sugli effetti della nuova legge elettorale la fornisce l'Ufficio Studi di Montecitorio. A parte i più e i meno seggi calcolati - cosa che interesserà il destino di qualche parlamentare - torna a galla una questione fondamentale: l'armonizzazione del Paese. Quale sistema armonizza meglio il Paese ed è più aderente alla realtà e non alle idealità.
Ora nel fervore di tutti coloro che guadagnano uno stipendio nell'indotto politico non viene messo in evidenza una ragione importante del proporzionale: ovvero la capacità di aderire molto più del maggioritario alle diverse anime ideologiche di un Paese. Non a caso le assemblee costituenti vengono elette con sistema proporzionale. Certo se il Paese è frammentato il proporzionale riporta la frammentazione, se è omogeneo riporta l'omogeneità. Tanto per capirci: in Germania Spd e Cdu-Csu insieme raggiungono il 70% dei voti espressi. Da noi i partiti maggiori dei due schieramenti, Forza Italia e Ds raggiungono, sì e no, il 40%. Qui sta il vero problema, non è colpa del proporzionale. Anzi.
Dunque cosa avviene nella simulazione dell'Ufficio studi della Camera? Avviene che i partiti del Polo perdono seggi soprattutto nelle regioni del Nord e in Sicilia e i partiti di sinistra perdono seggi soprattutto in Centro Italia. Siccome queste aree sono portatrici di valori e sistemi antropologici diversi (secondo il sistema scoperto dall'antropologo-politologo Emmanuel Todd dell'Ined il Nordovest+Sud è liberale/egualitario, quello del Centro Italia comunitario), e di conseguenza, di un voto politico molto concentrato nelle rispettive aree (Forza Italia vince in Lombardia e i Ds vincono in Toscana) la rottura dei focolai di riferimento per i partiti - dovuta alla fine dei collegi sicuri - si dovrà tradurre in una maggiore omogeneizzazione delle decisioni politiche. Insomma avremo più parlamentari di diversi poli provenienti dallo stesso territorio e non più da regioni diverse. Cosa che, invece, il maggioritario drammatizza.
Cos'erano le leggi ad personam che Berlusconi e i suoi sodali si sono fatte? La lotta troglodita sull'articolo 18? Perfino il dibattito sul declino con i diversi schieramenti ora su un fronte ora sull'altro solo a scopo strumentale? Il maggioritario ha enfatizzato, nel nostro Paese, le fratture antropologiche, storiche, politiche, sociali, economiche e culturali.
Dunque con la nuova legge elettorale nelle sue tre regioni-roccaforte la Casa delle libertà perderebbe 59 deputati, con quella ancora in vigore soltanto 21. Stessa storia a sinistra: in Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Toscana l’attuale opposizione aveva eletto 89 deputati, pari al 34% del totale. Ma a riforma proporzionale attuata, gli 89 diventerebbero 70. Così al Sud e nelle isole.
Insomma l'effetto del proporzionale sarà quello di non spaccare, realmente, il Paese tra chi sta di qua e chi di là. Avremo, in proporzioni più rappresentative della complessità, dei parlamentari in partiti di centro-destra anche dalla Toscana, dall'Umbria e dall'Emilia-Romagna e avremo parlamentari di centro-sinistra anche dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Sicilia.
E pensate che questo sia poco? Forse è l'unica cosa apprezzabile del Berlusconismo. Tanto per non stare sempre a guardare il buco della serratura di casa nostra e soprattutto per gli anglofoni: negli Stati Uniti studiosi seri e indipendenti di Scienze politiche hanno polemizzato per mesi su come costruire una mappa reale dei risultati politici tra Repubblicani e Democratici. Alla fine hanno concordato che una mappa efficace non poteva rappresentare stati dipinti di rosso e stati dipinti di blu perché la realtà è fatta.... di viola - un misto, appunto, tra rosso e blu.
E' la stessa cosa vale per l'Italia. Anzi per l'Italia vale ancora di più: gli emiliani non sono tutti rossi e i veneti non sono tutti azzurri o verde-Lega! Il proporzionale questo lo rende riconoscibile, il maggioritario non l'ha fatto.
Ora nel fervore di tutti coloro che guadagnano uno stipendio nell'indotto politico non viene messo in evidenza una ragione importante del proporzionale: ovvero la capacità di aderire molto più del maggioritario alle diverse anime ideologiche di un Paese. Non a caso le assemblee costituenti vengono elette con sistema proporzionale. Certo se il Paese è frammentato il proporzionale riporta la frammentazione, se è omogeneo riporta l'omogeneità. Tanto per capirci: in Germania Spd e Cdu-Csu insieme raggiungono il 70% dei voti espressi. Da noi i partiti maggiori dei due schieramenti, Forza Italia e Ds raggiungono, sì e no, il 40%. Qui sta il vero problema, non è colpa del proporzionale. Anzi.
Dunque cosa avviene nella simulazione dell'Ufficio studi della Camera? Avviene che i partiti del Polo perdono seggi soprattutto nelle regioni del Nord e in Sicilia e i partiti di sinistra perdono seggi soprattutto in Centro Italia. Siccome queste aree sono portatrici di valori e sistemi antropologici diversi (secondo il sistema scoperto dall'antropologo-politologo Emmanuel Todd dell'Ined il Nordovest+Sud è liberale/egualitario, quello del Centro Italia comunitario), e di conseguenza, di un voto politico molto concentrato nelle rispettive aree (Forza Italia vince in Lombardia e i Ds vincono in Toscana) la rottura dei focolai di riferimento per i partiti - dovuta alla fine dei collegi sicuri - si dovrà tradurre in una maggiore omogeneizzazione delle decisioni politiche. Insomma avremo più parlamentari di diversi poli provenienti dallo stesso territorio e non più da regioni diverse. Cosa che, invece, il maggioritario drammatizza.
Cos'erano le leggi ad personam che Berlusconi e i suoi sodali si sono fatte? La lotta troglodita sull'articolo 18? Perfino il dibattito sul declino con i diversi schieramenti ora su un fronte ora sull'altro solo a scopo strumentale? Il maggioritario ha enfatizzato, nel nostro Paese, le fratture antropologiche, storiche, politiche, sociali, economiche e culturali.
Dunque con la nuova legge elettorale nelle sue tre regioni-roccaforte la Casa delle libertà perderebbe 59 deputati, con quella ancora in vigore soltanto 21. Stessa storia a sinistra: in Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Toscana l’attuale opposizione aveva eletto 89 deputati, pari al 34% del totale. Ma a riforma proporzionale attuata, gli 89 diventerebbero 70. Così al Sud e nelle isole.
Insomma l'effetto del proporzionale sarà quello di non spaccare, realmente, il Paese tra chi sta di qua e chi di là. Avremo, in proporzioni più rappresentative della complessità, dei parlamentari in partiti di centro-destra anche dalla Toscana, dall'Umbria e dall'Emilia-Romagna e avremo parlamentari di centro-sinistra anche dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Sicilia.
E pensate che questo sia poco? Forse è l'unica cosa apprezzabile del Berlusconismo. Tanto per non stare sempre a guardare il buco della serratura di casa nostra e soprattutto per gli anglofoni: negli Stati Uniti studiosi seri e indipendenti di Scienze politiche hanno polemizzato per mesi su come costruire una mappa reale dei risultati politici tra Repubblicani e Democratici. Alla fine hanno concordato che una mappa efficace non poteva rappresentare stati dipinti di rosso e stati dipinti di blu perché la realtà è fatta.... di viola - un misto, appunto, tra rosso e blu.
E' la stessa cosa vale per l'Italia. Anzi per l'Italia vale ancora di più: gli emiliani non sono tutti rossi e i veneti non sono tutti azzurri o verde-Lega! Il proporzionale questo lo rende riconoscibile, il maggioritario non l'ha fatto.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.