Questione iraniana e assetti geopolitici
Il fantasma dei due blocchi
Le minacce di Teheran preludono a un riassetto delle alleanze. In un revival bipolaredi Arduino Paniccia* - 01 marzo 2007
Per un giorno le Borse ci hanno quasi fatto credere che il "pallone"
cinese stesse per scoppiare, deliziando quanti a diverso titolo si
illudono di veder sparire quel Paese dalle mappe economiche e politiche.
Falso allarme: nel giro di un giorno il crollo della Borsa di Shanghai è
rientrato e l"enigma Cina resta imperscrutabile come il volto di certi
monaci Shaolin. Ci sarà pure un motivo per cui Sun Tzu scrisse "L"arte
della guerra" nel 450 dopo Cristo e Clausewitz soltanto nel 1830: i
cinesi sono molto più strateghi di noi. Quando mai gli Usa e l"Europa
sarebbero riusciti a trascinare al tavolo delle trattative, docile come
un pechinese, un feroce dittatore che fa convivere il suo popolo con il
colera, la fame e i test nucleari? La Corea del Nord ha annunciato a
Pechino l"alt al proprio programma nucleare lasciando a bocca aperta
analisti, fautori di sanzioni varie e uccelli del malaugurio. Verrebbe
da auspicare lo stesso autorevole intervento per imporre altrettanta
moderazione ad Ahmadinejad, ma la Cina invece difende la politica
nucleare iraniana. Così come la Russia, sia pure con minor impeto, si
oppone comunque a sanzioni dure contro Teheran. E l"Iran, intanto,
lancia il suo primo missile dimostrando la propria capacità di portare a
grande distanza la minaccia nucleare. Si conferma così l"esistenza di
una intesa Cina-Iran-Russia da tempo soprannominata "l"altro asse": una
nuova alleanza geostrategica condita da posizioni comuni su Taiwan e
Cecenia e da vendite di tecnologia missilistica e nucleare sopra e
sottobanco. Già nel 2003 un rapporto della Cia segnalava gli albori di
una pericolosa alleanza tra Russia, Cina ed Iran. Quello che non
prevedeva era l"ambiguità in cui questa inusitata fratellanza si sarebbe
sviluppata: da un lato Cina e Russia trattano a occidente con Usa e Ue,
dall"altro Putin gestisce ricattatoriamente il rubinetto energetico e la
Cina si impone come controllore dell"Estremo Oriente. Insomma, una sorta
di bastone e carota dove la minaccia nucleare nordcoreana è cosa brutta
e quella iraniana è cosa buona. È un chiaro segno della volontà di
contrastare l"egemonia e l"unilateralismo americani in Asia e Medio
Oriente e l"Iran non è che lo strumento per scompigliare i piani di
Bush. Quale che sia la sorte dell"Iran in questa partita tra pesi
massimi, è evidente che il futuro sarà polarizzato nuovamente tra due
blocchi: Occidente ancora sotto ombrello Usa e Oriente all"ombra del
nuovo drago cinese in una riedizione del bipolarismo da guerra fredda.
*Docente di Economia Internazionale all"Università degli Studi di Trieste
*Docente di Economia Internazionale all"Università degli Studi di Trieste
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