Emergenza sottovalutata in Campania
I rifiuti e le tante ecofollie
Il ministro dell’Ambiente spende soldi in motorini elettrici. E il commissario è a rischiodi Davide Giacalone - 13 giugno 2007
Quella dei rifiuti sarà un’emergenza per la Campania, ma non per Pecoraro Scanio, che da ecoministro si concentra sui soldi che lo Stato può buttare (15 milioni) per incentivare l’acquisto di biciclette e di motorini elettrici. Idea ecomacabra, dato che mille ciclisti sono stati ammazzati in un anno, ed ecoinutile, perché pedaliamo anche senza elemosine. Idea ecodemente, perché le macchine elettriche le ricarichiamo con energia comperata in Francia e prodotta con il nucleare, svenandoci. Ma l’ecocapacità di conquistare qualche fotografia ha affascinato sia il Pecoraro che lo Scanio. Adesso, per coronare, l’ecoburlone s’appresta a votare un decreto legge emanato dal suo stesso governo, dove si stabilisce che il commissario straordinario può usare anche le discariche che inquinano. Ecomeraviglioso.
Già, perché secondo il governo sostenuto da chi nella mondezza sta affogando la regione, Bassolino in testa, il commissario Bertolaso, che qualche giorno fa doveva andarsene, può decidere di usare discariche poste sotto sequestro dalla magistratura. Il che sarebbe ragionevole (ma non giusto, dove sono le loquaci toghe?) se il sequestro fosse dovuto, mettiamo, ad infiltrazioni camorristiche, ma se, invece, è dovuto ad infiltrazioni inquinanti è come dire che il commissario ha il potere di avvelenare la gente. In questo modo un’emergenza ne crea un’altra, per la gioia di un futuro commissario. A questo si aggiunga che la discarica sospettata d’inquinamento è proprietà anche di privati che hanno fatturato 9 milioni di euro in appena quattro mesi, con il decreto vengono sollevati da ogni responsabilità e l’inquinamento se lo beccano gli altri.
Problema irrisolvibile? Con i Pecoraro e con gli Scanio sì. Ma, in realtà, ci sono città della Campania dove le cose funzionano, si vive nel pulito, la raccolta differenziata è una realtà. Con quella si può riciclare molto, fornendo di materie prime anche industrie campane, e si diminuisce drasticamente quel che deve essere buttato nelle discariche. Per mettersi su questa strada occorrono amministrazioni decenti, cancellazione di monopoli pubblici costosi e paralizzanti, capacità politica di metterci la faccia, senza coprirsi dietro un commissario. Cambiare si può, benché non piaccia ai potentati politici responsabili del disastro.
Pubblicato da Libero di mercoledì 13 giugno
Già, perché secondo il governo sostenuto da chi nella mondezza sta affogando la regione, Bassolino in testa, il commissario Bertolaso, che qualche giorno fa doveva andarsene, può decidere di usare discariche poste sotto sequestro dalla magistratura. Il che sarebbe ragionevole (ma non giusto, dove sono le loquaci toghe?) se il sequestro fosse dovuto, mettiamo, ad infiltrazioni camorristiche, ma se, invece, è dovuto ad infiltrazioni inquinanti è come dire che il commissario ha il potere di avvelenare la gente. In questo modo un’emergenza ne crea un’altra, per la gioia di un futuro commissario. A questo si aggiunga che la discarica sospettata d’inquinamento è proprietà anche di privati che hanno fatturato 9 milioni di euro in appena quattro mesi, con il decreto vengono sollevati da ogni responsabilità e l’inquinamento se lo beccano gli altri.
Problema irrisolvibile? Con i Pecoraro e con gli Scanio sì. Ma, in realtà, ci sono città della Campania dove le cose funzionano, si vive nel pulito, la raccolta differenziata è una realtà. Con quella si può riciclare molto, fornendo di materie prime anche industrie campane, e si diminuisce drasticamente quel che deve essere buttato nelle discariche. Per mettersi su questa strada occorrono amministrazioni decenti, cancellazione di monopoli pubblici costosi e paralizzanti, capacità politica di metterci la faccia, senza coprirsi dietro un commissario. Cambiare si può, benché non piaccia ai potentati politici responsabili del disastro.
Pubblicato da Libero di mercoledì 13 giugno
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.