Ragioni e aspettative dietro il voto francese
Fra i due litiganti vince Bayrou
Malgrado il duello Sarko-Segolène, sembra lui il vincitore morale di queste elezionidi Antonio Gesualdi - 03 maggio 2007
Bayrou ha battuto Le Pen e moderato Sarkozy. Ora l"Europa può stare più tranquilla.
Dopo il duello elettorale televisivo tra Sarko e Sego - nel quale le poche scintille si sono viste solo nelle visioni della condizione dei bambini handicappati nelle scuole - occorre tornare sul voto a Bayrou. L"analisi cartografica è molto chiara: quello è stato un voto di centro, urbanizzato, ma anche radicato nella lunga tradizione cattolica e liberale francese e quindi anche popolare.
Dunque nonostante quel 18% si possa pensare equamente distribuibile tra i due candidati alla presidenza resta il fatto che si tratta di un elettorato radicato nel centro-destra. La strategia della sinistra "tutto tranne Sarko" non ha funzionato e non funzionerà neppure dopo un dibattito televisivo interminabile durante il quale si poteva avere anche la sensazione che i due candidati stessero recitando perché un Presidente della Repubblica non può - da solo - affrontare tutti quei temi ed esserne consapevolmente e completamente preparato. E infatti i due candidati hanno finito per parlare come un marito e una moglie che se la disputano sui bambini. L"elettorato di Le Pen - che aveva punito Chirac nel 2002 - questa volta non ha scelta. Se segue l"indicazione del capo si asterrà, ma se andrà a votare voterà Sarkozy.
I sondaggisti dicono che le donne preferiscono Sarkozy, ma è anche perché avendo 5 punti percentuali in più - ed essendo le donne una buona metà della popolazione - è chiaro che vi è un riflesso conseguente sul risultato. Evidentemente la scelta di una donna Presidente da parte dei socialisti (a imitazione della signora Merkel, che però è democristiana!) non ha portato grandi frutti. La ghettizzazione dei generi, maschile e femminile, è ormai segno di decadimento più che di promozione nella "vecchia Europa", mentre negli Stati Uniti è un problema serio di discriminazione. Quindi l"elettorato francese non recepisce più questo messaggio nonostante l"argomento sia di facile uso per i fomentatori ideologici, i mass media, o coloro che si occupano di maquillage e sartoria.
I giovani hanno votato Sarkozy più a sorpresa degli anziani. Se è vero che invecchiando si diventa più conservatori - forse anche più consapevoli della moderazione necessaria nella vita - e dunque non sorprende che oltre il 40% degli ultra 70enni abbia scelto il candidato maschio, è anche vero, e ancora più significativo, che tra gli elettori 18-24 anni la candidata donna-socialista ha mantenuto una supremazia soltanto del 4%. Questo significa o che i giovani francesi hanno capito il valore della moderazione oppure che le idealità trasmesse dalla sinistra non hanno più corrispondenza con la realtà.
Del resto ieri sera la candidata donna, in un soprassalto di democrazia diretta, ha proposto ai francesi una raffica di referendum (sulla Costituzione europea, sulla Turchia, sulla VI Repubblica...) che se fosse vera metterebbe in subbuglio l"intero Paese per anni. E ancora il voto del popolo più largo; gli operai delle imprese private, i piccoli commercianti, gli artigiani. La carta politica ci dice che dove è più forte l"industrializzazione - e quindi le crisi per l"apertura dei mercati, la delocalizzazione e la mondializzazione - il voto è forte per Le Pen e per Laguiller. Ovvero l"area di industrializzazione resta l"area ideologica dove destra e sinistra si affrontano, ormai, in modo estremo. Ma questa volta il "voto popolare" ha sacrificato sia Le Pen che Laguiller e in buona parte ha scelto anche Bayrou che nel Nordest francese ha raggiunto percentuali vicine alla media nazionale del 18. Dunque il "voto popolare" si è ricentrato e moderato
I francesi, alla fine, hanno scelto Sarkozy svuotando la destra isterica di Le Pen (e per assonanza pure la sinistra alla Laguiller), ma hanno anche indicato una moderazione alle intemperanze di colui che voleva - o vuole, non si è ancora capito - immolare il gollismo “all"azionismo" o all"americanismo (cosa che per un francese è un vero dramma). Come si è visto nel primo turno, infine, è chiaro che, ancora una volta, a decidere il destino politico di un Paese non sono e non saranno gli astensionisti o gli indecisi. E anche su questo Bayrou ha battuto Le Pen e portato alla ragione i due maggiori contendenti. Chi ha vinto, allora, le elezioni in Francia?
Dopo il duello elettorale televisivo tra Sarko e Sego - nel quale le poche scintille si sono viste solo nelle visioni della condizione dei bambini handicappati nelle scuole - occorre tornare sul voto a Bayrou. L"analisi cartografica è molto chiara: quello è stato un voto di centro, urbanizzato, ma anche radicato nella lunga tradizione cattolica e liberale francese e quindi anche popolare.
Dunque nonostante quel 18% si possa pensare equamente distribuibile tra i due candidati alla presidenza resta il fatto che si tratta di un elettorato radicato nel centro-destra. La strategia della sinistra "tutto tranne Sarko" non ha funzionato e non funzionerà neppure dopo un dibattito televisivo interminabile durante il quale si poteva avere anche la sensazione che i due candidati stessero recitando perché un Presidente della Repubblica non può - da solo - affrontare tutti quei temi ed esserne consapevolmente e completamente preparato. E infatti i due candidati hanno finito per parlare come un marito e una moglie che se la disputano sui bambini. L"elettorato di Le Pen - che aveva punito Chirac nel 2002 - questa volta non ha scelta. Se segue l"indicazione del capo si asterrà, ma se andrà a votare voterà Sarkozy.
I sondaggisti dicono che le donne preferiscono Sarkozy, ma è anche perché avendo 5 punti percentuali in più - ed essendo le donne una buona metà della popolazione - è chiaro che vi è un riflesso conseguente sul risultato. Evidentemente la scelta di una donna Presidente da parte dei socialisti (a imitazione della signora Merkel, che però è democristiana!) non ha portato grandi frutti. La ghettizzazione dei generi, maschile e femminile, è ormai segno di decadimento più che di promozione nella "vecchia Europa", mentre negli Stati Uniti è un problema serio di discriminazione. Quindi l"elettorato francese non recepisce più questo messaggio nonostante l"argomento sia di facile uso per i fomentatori ideologici, i mass media, o coloro che si occupano di maquillage e sartoria.
I giovani hanno votato Sarkozy più a sorpresa degli anziani. Se è vero che invecchiando si diventa più conservatori - forse anche più consapevoli della moderazione necessaria nella vita - e dunque non sorprende che oltre il 40% degli ultra 70enni abbia scelto il candidato maschio, è anche vero, e ancora più significativo, che tra gli elettori 18-24 anni la candidata donna-socialista ha mantenuto una supremazia soltanto del 4%. Questo significa o che i giovani francesi hanno capito il valore della moderazione oppure che le idealità trasmesse dalla sinistra non hanno più corrispondenza con la realtà.
Del resto ieri sera la candidata donna, in un soprassalto di democrazia diretta, ha proposto ai francesi una raffica di referendum (sulla Costituzione europea, sulla Turchia, sulla VI Repubblica...) che se fosse vera metterebbe in subbuglio l"intero Paese per anni. E ancora il voto del popolo più largo; gli operai delle imprese private, i piccoli commercianti, gli artigiani. La carta politica ci dice che dove è più forte l"industrializzazione - e quindi le crisi per l"apertura dei mercati, la delocalizzazione e la mondializzazione - il voto è forte per Le Pen e per Laguiller. Ovvero l"area di industrializzazione resta l"area ideologica dove destra e sinistra si affrontano, ormai, in modo estremo. Ma questa volta il "voto popolare" ha sacrificato sia Le Pen che Laguiller e in buona parte ha scelto anche Bayrou che nel Nordest francese ha raggiunto percentuali vicine alla media nazionale del 18. Dunque il "voto popolare" si è ricentrato e moderato
I francesi, alla fine, hanno scelto Sarkozy svuotando la destra isterica di Le Pen (e per assonanza pure la sinistra alla Laguiller), ma hanno anche indicato una moderazione alle intemperanze di colui che voleva - o vuole, non si è ancora capito - immolare il gollismo “all"azionismo" o all"americanismo (cosa che per un francese è un vero dramma). Come si è visto nel primo turno, infine, è chiaro che, ancora una volta, a decidere il destino politico di un Paese non sono e non saranno gli astensionisti o gli indecisi. E anche su questo Bayrou ha battuto Le Pen e portato alla ragione i due maggiori contendenti. Chi ha vinto, allora, le elezioni in Francia?
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.