Il Gattopardo
Forza del Sud, se ne sentiva il bisogno?
Qualche riflessione sulla nuova formazione di Gianfranco Miccichédi Paola Nania - 26 ottobre 2010
Cos"è, un "liberi tutti"? I partiti si sgretolano e i corpuscoli, i movimenti, i think tank si moltiplicano? Pare proprio di sì. E in qualche caso non è che ne sentissimo il bisogno. Prendiamo ad esempio "Forza del Sud", il nuovo partito (?) fondato da Gianfranco Miccichè in Sicilia, che sarà ufficialmente presentato a Palermo il 30 ottobre prossimo. Una formazione che nasce evidentemente in funzione anti-Lega ma che si dice fedelissimo a Berlusconi che, non a caso, "è stato sempre informato di tutto".
Miccichè pare abbia le idee chiare: "Non dobbiamo essere contro tutti, dobbiamo stare nel centrodestra ed essere determinanti per orientarne le scelte. Dobbiamo avere tanti deputati, tanti senatori e tanti ministri". Idee chiare ma un tantino pretenziose. Che forza propulsiva può avere - su scala nazionale - Forza del Sud? Che credibilità o spinta "rivoluzionaria" può vantare un partito che ancor prima di nascere ufficialmente ha già due componenti sospettati di "vicinanza" a Cosa Nostra? E questo sarebbe il nuovo che avanza? E" piuttosto un "gioco" barocco, fatto di puzzle che si scompongono e ricompongono, un "tutto cambia perché nulla cambi".
No, non se ne sentiva davvero il bisogno. Senza contare il segnale - uno in più - che viene mandato alla faccia della sbandierata unità. Il respiro nazionale affanna, trionfano - scoperta non nuova, a dire il vero - i regionalismi: dalla Lega a Forza del Sud (ma già da tempo si discute di una formazione meridionalista in grado di riequilibrare il Senatùr), in una continua rincorsa a difendere l"orticello, il particolare. Tant"è. Tendenza da registrare, perché contrastarla non ci sembra impresa semplice.
Forza del Sud, dicevamo. Con il suo logo colorato e un po" infantile punta a fare incetta di voti in Sicilia, giusto in tempo per rubarne parecchi all"Udc di Casini e al gruppo dei finiani, che nel meridione hanno il loro bacino d"elezione. Una manovra ben calcolata più che uno slancio propositivo. I soliti giochetti da Gattopardo, quelli di cui non abbiamo bisogno.
Miccichè pare abbia le idee chiare: "Non dobbiamo essere contro tutti, dobbiamo stare nel centrodestra ed essere determinanti per orientarne le scelte. Dobbiamo avere tanti deputati, tanti senatori e tanti ministri". Idee chiare ma un tantino pretenziose. Che forza propulsiva può avere - su scala nazionale - Forza del Sud? Che credibilità o spinta "rivoluzionaria" può vantare un partito che ancor prima di nascere ufficialmente ha già due componenti sospettati di "vicinanza" a Cosa Nostra? E questo sarebbe il nuovo che avanza? E" piuttosto un "gioco" barocco, fatto di puzzle che si scompongono e ricompongono, un "tutto cambia perché nulla cambi".
No, non se ne sentiva davvero il bisogno. Senza contare il segnale - uno in più - che viene mandato alla faccia della sbandierata unità. Il respiro nazionale affanna, trionfano - scoperta non nuova, a dire il vero - i regionalismi: dalla Lega a Forza del Sud (ma già da tempo si discute di una formazione meridionalista in grado di riequilibrare il Senatùr), in una continua rincorsa a difendere l"orticello, il particolare. Tant"è. Tendenza da registrare, perché contrastarla non ci sembra impresa semplice.
Forza del Sud, dicevamo. Con il suo logo colorato e un po" infantile punta a fare incetta di voti in Sicilia, giusto in tempo per rubarne parecchi all"Udc di Casini e al gruppo dei finiani, che nel meridione hanno il loro bacino d"elezione. Una manovra ben calcolata più che uno slancio propositivo. I soliti giochetti da Gattopardo, quelli di cui non abbiamo bisogno.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.