Pericoloso fare del tema una sceneggiata
Esteri fuori da polemiche interne!
Si dovrebbe aprire un dibattito parlamentare per valorizzare le posizioni compatibilidi Davide Giacalone - 11 settembre 2006
Il tema della politica estera non può essere declassato a materia di polemiche interne al governo, perché sono in gioco interessi di tutti ed il ruolo dell’Italia. Sulla finanziaria si divertano pure a fare il gioco dei quattro cantoni, con alcuni che sostengono il rigore e la serietà, altri lo sviluppo e la socialità, tanto, alla fine, un accordo lo si può sempre trovare. Non ci sarà la riforma delle pensioni, neanche le “tracce” di cui parlava Bersani? Si dirà che è un impegno imprescindibile, solo posposto di qualche settimana. L’entità passerà da 35 miliardi a meno di 30? Suvvia, quel che conta è la direzione di marcia. Riformatori e conservatori sosterranno entrambe di avere vinto? Sarà vero, infatti resteranno assieme al governo. Ma è pericoloso piegare la politica estera a queste sceneggiate.
Un attentato ha colpito i nostri soldati in Afghanistan, fortunatamente senza danni gravi. Poco più lontano dei soldati statunitensi morivano. Ritiriamoci, dicono alcuni, perché in quel Paese siamo truppe d’occupazione. Diliberto aggiunge: mica è obbligatorio stare ad ascoltare l’Onu. Parisi, Rutelli, Fassino, sostengono il contrario, e giustamente. Ricordano che arrendersi significa restituire il potere ai talebani. Parisi ribadisce che non ce ne andiamo da dove stiamo lavorando per la pace. Bene. Ma le due posizioni sono inconciliabili, e la distanza non può essere pagata dalle casse dello Stato, perché attiene a due visioni contrapposte del nostro posto nel mondo. Il tutto avviene nel mentre arrivano i nostri militari in Libano, trovandosi in una situazione attualmente calma, ma potenzialmente assai più pericolosa di quella afgana. Ed è questo il rischio mortale, perché l’impressione di potere lavorare su divisioni politiche interne aiuta a calibrare il mirino dei terroristi. Se, poi, si pensa di mitigare questo rischio strizzando l’occhio agli iraniani, ovvero ai mandanti ed ai finanziatori dell’attacco frontale al nostro mondo, allora vuol dire che si è superata la linea dell’azzardo e si scommette tutto su variabili che non controlliamo.
Su questo dovrebbe chiedersi un dibattito parlamentare, nel corso del quale valorizzare le posizioni compatibili, anche se distribuite fra i due schieramenti, e combattere quelle nocive per i nostri interessi ed ideali.
www.davidegiacalone.it
Pubblicato su Libero dell"11 settembre 2006
Un attentato ha colpito i nostri soldati in Afghanistan, fortunatamente senza danni gravi. Poco più lontano dei soldati statunitensi morivano. Ritiriamoci, dicono alcuni, perché in quel Paese siamo truppe d’occupazione. Diliberto aggiunge: mica è obbligatorio stare ad ascoltare l’Onu. Parisi, Rutelli, Fassino, sostengono il contrario, e giustamente. Ricordano che arrendersi significa restituire il potere ai talebani. Parisi ribadisce che non ce ne andiamo da dove stiamo lavorando per la pace. Bene. Ma le due posizioni sono inconciliabili, e la distanza non può essere pagata dalle casse dello Stato, perché attiene a due visioni contrapposte del nostro posto nel mondo. Il tutto avviene nel mentre arrivano i nostri militari in Libano, trovandosi in una situazione attualmente calma, ma potenzialmente assai più pericolosa di quella afgana. Ed è questo il rischio mortale, perché l’impressione di potere lavorare su divisioni politiche interne aiuta a calibrare il mirino dei terroristi. Se, poi, si pensa di mitigare questo rischio strizzando l’occhio agli iraniani, ovvero ai mandanti ed ai finanziatori dell’attacco frontale al nostro mondo, allora vuol dire che si è superata la linea dell’azzardo e si scommette tutto su variabili che non controlliamo.
Su questo dovrebbe chiedersi un dibattito parlamentare, nel corso del quale valorizzare le posizioni compatibili, anche se distribuite fra i due schieramenti, e combattere quelle nocive per i nostri interessi ed ideali.
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Pubblicato su Libero dell"11 settembre 2006
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.