La sentenza della Cassazione su Berlusconi
Dopo il giudizio, un rischio e un'opportunità
Riformare è necessario, la politica come la giustizia, perché se ne esca.di Davide Giacalone - 31 luglio 2013
Ci avviciniamo a un rischio. Ma è anche un’opportunità. Quale che sarà la sentenza della cassazione è bene prepararsi (tutti, ma in particolar modo il mondo politico) a che il dopo non somigli al prima. La democrazia non può funzionare senza Stato di diritto, mentre da noi zoppicano entrambe, intralciandosi a vicenda. Vedere solo l’offesa alla democrazia, quindi alla sovranità del voto, o solo l’offesa al diritto, quindi alla sovranità della legge, significa essere parimenti orbi. Chi da un occhio e chi dall’altro. E’ ora di finirla.
In una democrazia sana il procedimento penale, per fatti gravi, in capo a un leader politico è motivo sufficiente perché si faccia da parte. Pronto a tornare, più forte, una volta che la sua innocenza sarà stata riconosciuta. In uno Stato di diritto funzionante accusare un innocente deve essere pregiudizio alla carriera del magistrato e l’accusa penale non può divenire strumento di lotta politica. Da noi le sovrapposizioni e le interferenze hanno superato la patologia. Sono epidemiche e letali. Non è tollerabile una classe politica popolata da soggetti a giudizio, non è tollerabile una classe giudiziaria popolata da politicanti. Giusto a titolo d’esempio, per chi non comprendesse la gravità della malattia, basti guardare sotto al Vesuvio, nella città amministrata da una magistrato che ha costruito con le inquisizioni fasulle la propria fama. Vale per tutti e per tutta l’Italia: vedi Napoli e poi muori.
E’ un male con radici antiche, ma ora estese al punto da soffocare sia il diritto che la democrazia. E’ tempo di tagliarle. Non da ora, per la verità, ma la paura che si vive in queste ore lo rende evidente. Questo giornale lo ha sostenuto senza giri di parole: oltre ai processi e ai magistrati, come oltre ai politici, c’è l’Italia. L’attesa della sentenza è agli sgoccioli. Credo sarà capace di dare ancora tempo. Non lo si sprechi. Non riguarda l’interesse della destra o della sinistra, ma dell’Italia. Non il prevalere degli uni sugli altri (impossibile), ma del diritto. I rischi di queste ore sono evidenti, è vitale che non sfuggano le opportunità. Riformare è necessario, la politica come la giustizia, perché se ne esca.
www.davidegiacalone.it
@DavideGiac
Pubblicato da Il Tempo
In una democrazia sana il procedimento penale, per fatti gravi, in capo a un leader politico è motivo sufficiente perché si faccia da parte. Pronto a tornare, più forte, una volta che la sua innocenza sarà stata riconosciuta. In uno Stato di diritto funzionante accusare un innocente deve essere pregiudizio alla carriera del magistrato e l’accusa penale non può divenire strumento di lotta politica. Da noi le sovrapposizioni e le interferenze hanno superato la patologia. Sono epidemiche e letali. Non è tollerabile una classe politica popolata da soggetti a giudizio, non è tollerabile una classe giudiziaria popolata da politicanti. Giusto a titolo d’esempio, per chi non comprendesse la gravità della malattia, basti guardare sotto al Vesuvio, nella città amministrata da una magistrato che ha costruito con le inquisizioni fasulle la propria fama. Vale per tutti e per tutta l’Italia: vedi Napoli e poi muori.
E’ un male con radici antiche, ma ora estese al punto da soffocare sia il diritto che la democrazia. E’ tempo di tagliarle. Non da ora, per la verità, ma la paura che si vive in queste ore lo rende evidente. Questo giornale lo ha sostenuto senza giri di parole: oltre ai processi e ai magistrati, come oltre ai politici, c’è l’Italia. L’attesa della sentenza è agli sgoccioli. Credo sarà capace di dare ancora tempo. Non lo si sprechi. Non riguarda l’interesse della destra o della sinistra, ma dell’Italia. Non il prevalere degli uni sugli altri (impossibile), ma del diritto. I rischi di queste ore sono evidenti, è vitale che non sfuggano le opportunità. Riformare è necessario, la politica come la giustizia, perché se ne esca.
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L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.