Succede a Milano
Da provincia a città metropolitana
Nasce a Milano l'assessorato per la città metropolitana affidato a Franco de Angelis. Obiettivo? Scavalcare la privinciadi Giacomo Properzj - 30 gennaio 2014
La provincia di Milano in articulo mortis sembra aver avuto una buona idea: costituire un assessorato per la città metropolitana e affidarlo a un uomo di vecchia esperienza sull"argomento come Franco de Angelis.
La provincia sarà nello stesso tempo la vittima e il frutto della città metropolitana poiché é proprio questo Ente che si trasformerà in CM dopo non molti ma moltissimi anni di discussioni, progetti, leggi approvate e poi disattese. Non potendo realizzare su tutto il territorio nazionale l"agognata operazione di scioglimento delle provincie che ha un carattere costituzionale e quindi prevede tempi piuttosto lunghi si tenta con le città metropolitane di scavalcare questo problema dando vita a un altro Ente previsto dalla costituzione che viene ad assorbire l"Ente precedente.
Naturalmente quanto è stato previsto, come ha già osservato l"assessore, porterà a una notevole confusione istituzionale tra i molti piccoli comuni trascurati e a scontri istituzionali tra gli Enti, infine a risparmi molto limitati e confinati poco più che alle indennità del ceto politico. Dal punto di vista del comune cittadino si potrà avere la piccola soddisfazione di veder scomparire le mafie e mafiette presenti nei vari Comuni soprattutto dedite alla gestione immobiliare ma non ci saranno grandi diversità dall"oggi. Per la politica sono problemi di assetto, che passano anche attraverso i partiti stessi e non sarà semplice trovare, come si dice oggi, un equilibrio: l"idea di fondo, per costituire la CM, era quella di organizzare la città metropolitana attraverso le municipalità da 150.000 a 250.000 abitanti ciascuna e che svolgessero in perfetta autonomia tutte le attività socio assistenziali e di welfare legate direttamente al territorio. Sembra poco ma questo vuol dire che si elimina il Comune di Milano, come è giusto che sia se lo si sostituisce con un altro Ente previsto dalla costituzione. Naturalmente non sarà così secondo il progetto ministeriale e ancora una volta il sindaco di Milano planerà su un territorio assai più vasto di prima ma a lui completamente sconosciuto se non attraverso la mediazione, spesso interessata, del ceto politico locale.
Ovviamente la città metropolitana vive sui servizi e i servizi più importanti sono esercitati da aziende speciali: l"aver abbandonato al cosiddetto mercato la AEM oggi A2A ha tolto, prima della nascita della stessa CM, uno strumento fondamentale per organizzare la distribuzione dell"energia sul territorio (posto com"era già nei fatti, che la produzione fosse prevalentemente fuori dal territorio). Questo avrebbe permesso la possibilità, sembra strano ma è così, della costituzione di strutture moderne per lo smaltimento rifiuti, come la liofilizzazione o disseccamento dei rifiuti umidi con la conseguente riduzione al 10% del volume. Operazione costosa dal punto di vista energetico ma di grande efficacia ambientale. Avrebbe anche permesso, come avviene a Parigi, il recupero e la depurazione di acque naturali, ancora molto presenti nell"area. ( vedi Olona, Lambro ecc.).
Altro strumento avrebbe dovuto essere quello dei trasporti, attraverso non già un"azienda privata ma un" istituzione pubblica ( municipalizzata per intenderci) che collegasse in modo omogeneo e intelligente tutto il sistema trasportistico urbano. Una città metropolitana vive se ha una capacità di circolazione dei suoi abitanti efficace e rapida che non crei le premesse per la costituzione di ghetti e di aree chiuse come a Mexico City.
Insomma le gambe per camminare dovevano essere le grandi aziende metropolitane ( infatti ATM è azienda trasporti metropolitana, AEM era azienda energetica metropolitana) che sono state svendute o ridotte nella loro operatività per modeste ragioni di bilancio. Auguri dunque al nuovo e volenteroso assessore ma certamente il suo lavoro non sarà facile, anche se come ho detto è stata una buona operazione quella di aver costituito l"assessorato che potrà perdurare anche oltre lo scioglimento della provincia previsto tra sei mesi. http://www.linkiesta.it/blogs/largo-ai-vecchi/citta-metropolitana
La provincia sarà nello stesso tempo la vittima e il frutto della città metropolitana poiché é proprio questo Ente che si trasformerà in CM dopo non molti ma moltissimi anni di discussioni, progetti, leggi approvate e poi disattese. Non potendo realizzare su tutto il territorio nazionale l"agognata operazione di scioglimento delle provincie che ha un carattere costituzionale e quindi prevede tempi piuttosto lunghi si tenta con le città metropolitane di scavalcare questo problema dando vita a un altro Ente previsto dalla costituzione che viene ad assorbire l"Ente precedente.
Naturalmente quanto è stato previsto, come ha già osservato l"assessore, porterà a una notevole confusione istituzionale tra i molti piccoli comuni trascurati e a scontri istituzionali tra gli Enti, infine a risparmi molto limitati e confinati poco più che alle indennità del ceto politico. Dal punto di vista del comune cittadino si potrà avere la piccola soddisfazione di veder scomparire le mafie e mafiette presenti nei vari Comuni soprattutto dedite alla gestione immobiliare ma non ci saranno grandi diversità dall"oggi. Per la politica sono problemi di assetto, che passano anche attraverso i partiti stessi e non sarà semplice trovare, come si dice oggi, un equilibrio: l"idea di fondo, per costituire la CM, era quella di organizzare la città metropolitana attraverso le municipalità da 150.000 a 250.000 abitanti ciascuna e che svolgessero in perfetta autonomia tutte le attività socio assistenziali e di welfare legate direttamente al territorio. Sembra poco ma questo vuol dire che si elimina il Comune di Milano, come è giusto che sia se lo si sostituisce con un altro Ente previsto dalla costituzione. Naturalmente non sarà così secondo il progetto ministeriale e ancora una volta il sindaco di Milano planerà su un territorio assai più vasto di prima ma a lui completamente sconosciuto se non attraverso la mediazione, spesso interessata, del ceto politico locale.
Ovviamente la città metropolitana vive sui servizi e i servizi più importanti sono esercitati da aziende speciali: l"aver abbandonato al cosiddetto mercato la AEM oggi A2A ha tolto, prima della nascita della stessa CM, uno strumento fondamentale per organizzare la distribuzione dell"energia sul territorio (posto com"era già nei fatti, che la produzione fosse prevalentemente fuori dal territorio). Questo avrebbe permesso la possibilità, sembra strano ma è così, della costituzione di strutture moderne per lo smaltimento rifiuti, come la liofilizzazione o disseccamento dei rifiuti umidi con la conseguente riduzione al 10% del volume. Operazione costosa dal punto di vista energetico ma di grande efficacia ambientale. Avrebbe anche permesso, come avviene a Parigi, il recupero e la depurazione di acque naturali, ancora molto presenti nell"area. ( vedi Olona, Lambro ecc.).
Altro strumento avrebbe dovuto essere quello dei trasporti, attraverso non già un"azienda privata ma un" istituzione pubblica ( municipalizzata per intenderci) che collegasse in modo omogeneo e intelligente tutto il sistema trasportistico urbano. Una città metropolitana vive se ha una capacità di circolazione dei suoi abitanti efficace e rapida che non crei le premesse per la costituzione di ghetti e di aree chiuse come a Mexico City.
Insomma le gambe per camminare dovevano essere le grandi aziende metropolitane ( infatti ATM è azienda trasporti metropolitana, AEM era azienda energetica metropolitana) che sono state svendute o ridotte nella loro operatività per modeste ragioni di bilancio. Auguri dunque al nuovo e volenteroso assessore ma certamente il suo lavoro non sarà facile, anche se come ho detto è stata una buona operazione quella di aver costituito l"assessorato che potrà perdurare anche oltre lo scioglimento della provincia previsto tra sei mesi. http://www.linkiesta.it/blogs/largo-ai-vecchi/citta-metropolitana
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.