Oltre le ideologie e i rispettivi estremismi
Con le amministrative è cambiato poco
Silvio Berlusconi: “se non corro io non c'è più niente da fare”di Antonio Gesualdi - 30 maggio 2006
Silvio Berlusconi stracciato anche nelle amministrative comincia a non poterne più: "se non corro io non c"è niente da fare", avrebbe detto. La realtà è che se si fosse votato solo nei comuni di provincia e solo in quelli del Nord e della Sicilia il centro-destra avrebbe stracciato tutti.
Insomma il voto delle amministrative non è diverso da quello delle politiche e cambia anche poco rispetto ai voti di molte altre elezioni degli ultimi anni. La Moratti vince a Milano e Veltroni vince a Roma. La sinistra vince di qua, la destra vince di là. A che serve tutto il gioco delle chiacchiere se non a chi ci vive della politica fomentando e strumentalizzando?
Ora l"argomento principe sarà un sotto-argomento della questione settentrionale: se Berlusconi considera veramente fuori gioco i "sudisti" Fini e Casini e considera il "Nord produttivo" dalla sua parte e il resto tutti comunisti sfaccendati finirà per diventare un vero e proprio leghista. Se Forza Italia si dimostra non essere un partito, ma solo un agglomerato di capibastone associati a Berlusconi allora Forza Italia è Berlusconi. Se Berlusconi se ne torna a Milano allora Forza Italia diventa un partito che va a radicarsi in un territorio. Non più un partito di plastica, ma un vero e proprio partito... in azienda. E casualmente, proprio oggi, gira la voce che non Casini, non Fini, non Pisanu, non Tremonti ma il lombardo Formigoni sarebbe il leader designato alla successione del Cavaliere.
A Roma Forza Italia ha perso il 10% rispetto alle politiche e alle politiche aveva perso mediamente il 6%. Dunque il dimagrimento dei forzisti potrebbe annunciare la sconfitta della CdL al referendum sulla devolution. Quella sconfitta, però, potrebbe significare il consolidamento dell"asse Bossi-Berlusconi(Fomigoni-Galan) e quindi il consolidamento delle tre italie: quella del Nordovest e del Sud e isole, quella del Nordest e quella del Centro.
Nordovest+Sud e Isole possono anche alternare il voto e contenere sia il centro-destra che il centro-sinistra, ma il Nordest (l"area pedemontana che va da Udine a Bergamo. Si veda il caso delle provinciali di Treviso!) e il Centro sono incardinate fortemente l"uno nel centro-destra(lega) e l"altro nel centro-sinistra. Il Paese, a quel punto, o trova una mediazione altissima - che noi continuiamo a sostenere possa essere un"Assemblea Costituente - oppure continuerà nel declino, non solo economico, perché le diverse visioni culturali di questi nostri concittadini saranno continuamente fomentate e strumentalizzate. E per fomentare servono solo le ideologie e i rispettivi estremismi.
Insomma il voto delle amministrative non è diverso da quello delle politiche e cambia anche poco rispetto ai voti di molte altre elezioni degli ultimi anni. La Moratti vince a Milano e Veltroni vince a Roma. La sinistra vince di qua, la destra vince di là. A che serve tutto il gioco delle chiacchiere se non a chi ci vive della politica fomentando e strumentalizzando?
Ora l"argomento principe sarà un sotto-argomento della questione settentrionale: se Berlusconi considera veramente fuori gioco i "sudisti" Fini e Casini e considera il "Nord produttivo" dalla sua parte e il resto tutti comunisti sfaccendati finirà per diventare un vero e proprio leghista. Se Forza Italia si dimostra non essere un partito, ma solo un agglomerato di capibastone associati a Berlusconi allora Forza Italia è Berlusconi. Se Berlusconi se ne torna a Milano allora Forza Italia diventa un partito che va a radicarsi in un territorio. Non più un partito di plastica, ma un vero e proprio partito... in azienda. E casualmente, proprio oggi, gira la voce che non Casini, non Fini, non Pisanu, non Tremonti ma il lombardo Formigoni sarebbe il leader designato alla successione del Cavaliere.
A Roma Forza Italia ha perso il 10% rispetto alle politiche e alle politiche aveva perso mediamente il 6%. Dunque il dimagrimento dei forzisti potrebbe annunciare la sconfitta della CdL al referendum sulla devolution. Quella sconfitta, però, potrebbe significare il consolidamento dell"asse Bossi-Berlusconi(Fomigoni-Galan) e quindi il consolidamento delle tre italie: quella del Nordovest e del Sud e isole, quella del Nordest e quella del Centro.
Nordovest+Sud e Isole possono anche alternare il voto e contenere sia il centro-destra che il centro-sinistra, ma il Nordest (l"area pedemontana che va da Udine a Bergamo. Si veda il caso delle provinciali di Treviso!) e il Centro sono incardinate fortemente l"uno nel centro-destra(lega) e l"altro nel centro-sinistra. Il Paese, a quel punto, o trova una mediazione altissima - che noi continuiamo a sostenere possa essere un"Assemblea Costituente - oppure continuerà nel declino, non solo economico, perché le diverse visioni culturali di questi nostri concittadini saranno continuamente fomentate e strumentalizzate. E per fomentare servono solo le ideologie e i rispettivi estremismi.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.