Nulla di nuovo sul fronte italocatodico
Chi ha paura di Santoro & Travaglio?
Solo polemiche inutili. In pericolo ci sono ben altre libertà civili di cui pochissimi parlanodi Luca Bagatin - 30 settembre 2009
Santoro, Travaglio...ancora polemiche vuote e inutili.
Che Santoro e Travaglio siano giornalisti faziosi lo si sa da un decennio abbondante. Che la RAI non sia servizio pubblico, bensì un carrozzone di Stato da privatizzare, lo si sa altrettanto bene. Nulla di nuovo sul fronte italocatodico al quale possiamo anche aggiungere Bruno Vespa e le sue puntate gossippar-clericali. Tutta roba che non interessa più, né all"italiano medio né all"italiano colto, che preferisce guardarsi una fiction divertente (e ben più edificante) come Don Matteo oppure rivolgersi alla programmazione satellitare o magari fare altro come andare sul web o leggersi un buon libro (il che sarebbe ancora meglio). Gli ascolti calano anche perché i discorsi sono sempre gli stessi: triti e ritriti. Pro e/o contro Berlusconi.
Nessuna proposta, nessuna boutade che sia intelligente e/o originale. Programmi che andrebbero chiusi non per ledere la libertà di stampa, ma perché non interessano più a nessuno, ovvero non offrono al pubblico alcuna riflessione che vada al di là della banalità mediata e mediatica. E dunque mediocre. Ed è sconcertante davvero che ancora si polemizzi sul mandare in onda o meno Santoro, con o senza Travaglio, con o senza Vauro. Ma, francamente, chissenefrega!
Lasciate che parlino, che dicano la loro. Tanto alla fine il moralismo non ha mai pagato alla lunga in questo nostro pur triste Paese. La libertà di stampa, ad ogni modo, è altro. E non è certamente in pericolo qui da noi.
In pericolo sono ben altre libertà di cui peraltro pochissimi parlano: quella di cura (con i sempre minori fondi alla ricerca scientifica e con una ricerca scientifica sempre più limitata dai diktat vaticani); quella di vita o di morte a seconda della propria coscienza; quella di fumarsi una canna oppure no; quella di essere riconosciuti come famiglia se si convive con una persona in un pieno rapporto affettivo indipendentemente dal sesso della stessa; quella di andare a prostitute o a prostituti senza incorrere in sanzioni ed anzi, pagando le opportune imposte e con controlli sanitari adeguati.
Queste alcune delle libertà civili e di coscienza negate all"individuo in questo Paese. Di questo i vari Santoro o Travaglio non parlano. A loro non interessa. Mi chiedo invece perché a noi dovrebbero interessare codesti signori e le cose che dicono da anni e che accrescono unicamente la loro popolarità ed il loro portafoglio. Tutto ovviamente "offerto" dal "servizio pubblico". Ovvero dalle nostre tasche.
www.lucabagatin.ilcannocchiale.
Che Santoro e Travaglio siano giornalisti faziosi lo si sa da un decennio abbondante. Che la RAI non sia servizio pubblico, bensì un carrozzone di Stato da privatizzare, lo si sa altrettanto bene. Nulla di nuovo sul fronte italocatodico al quale possiamo anche aggiungere Bruno Vespa e le sue puntate gossippar-clericali. Tutta roba che non interessa più, né all"italiano medio né all"italiano colto, che preferisce guardarsi una fiction divertente (e ben più edificante) come Don Matteo oppure rivolgersi alla programmazione satellitare o magari fare altro come andare sul web o leggersi un buon libro (il che sarebbe ancora meglio). Gli ascolti calano anche perché i discorsi sono sempre gli stessi: triti e ritriti. Pro e/o contro Berlusconi.
Nessuna proposta, nessuna boutade che sia intelligente e/o originale. Programmi che andrebbero chiusi non per ledere la libertà di stampa, ma perché non interessano più a nessuno, ovvero non offrono al pubblico alcuna riflessione che vada al di là della banalità mediata e mediatica. E dunque mediocre. Ed è sconcertante davvero che ancora si polemizzi sul mandare in onda o meno Santoro, con o senza Travaglio, con o senza Vauro. Ma, francamente, chissenefrega!
Lasciate che parlino, che dicano la loro. Tanto alla fine il moralismo non ha mai pagato alla lunga in questo nostro pur triste Paese. La libertà di stampa, ad ogni modo, è altro. E non è certamente in pericolo qui da noi.
In pericolo sono ben altre libertà di cui peraltro pochissimi parlano: quella di cura (con i sempre minori fondi alla ricerca scientifica e con una ricerca scientifica sempre più limitata dai diktat vaticani); quella di vita o di morte a seconda della propria coscienza; quella di fumarsi una canna oppure no; quella di essere riconosciuti come famiglia se si convive con una persona in un pieno rapporto affettivo indipendentemente dal sesso della stessa; quella di andare a prostitute o a prostituti senza incorrere in sanzioni ed anzi, pagando le opportune imposte e con controlli sanitari adeguati.
Queste alcune delle libertà civili e di coscienza negate all"individuo in questo Paese. Di questo i vari Santoro o Travaglio non parlano. A loro non interessa. Mi chiedo invece perché a noi dovrebbero interessare codesti signori e le cose che dicono da anni e che accrescono unicamente la loro popolarità ed il loro portafoglio. Tutto ovviamente "offerto" dal "servizio pubblico". Ovvero dalle nostre tasche.
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L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.