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Il sistema precipita nel debito e gira a vuoto

Battere la cassa e battere la testa

La difesa del bilancio dei ministeri è la prova dell'assenza di idee

di Davide Giacalone - 05 settembre 2007

Ricominciando la noiosa ed inutile discussione sulla finanziaria (aboliamola, non serve a niente!) si riprende a misurare l’insipienza di questa politica. La difesa del bilancio di ciascun ministero, praticato da ciascun ministro, è il monumento all’assenza d’idee e di proposte. Nanetti pretenziosi, tronfi ed allocchiti.

Il dibattito sul far calare prima le tasse o la spesa è surreale, perché, nel frattempo, crescono entrambe. Cresce il gettito fiscale e la percentuale di ricchezza assorbita dallo Stato, cresce la somma di tasse nazionali e locali. Cresce la spesa pubblica, e siccome si tagliano gli investimenti vuol dire che lievita quella corrente, improduttiva. I ministri non sanno ragionare di riforme e non riescono ad immaginare di poter governare, così chiedono per il proprio dicastero gli stessi soldi dell’anno precedente, più qualche cosa. Non sono ministri, ma sindacalisti dell’apparato burocratico e clientelare.

Nella pochezza culturale che si portano dietro ciascuno di loro è convinto che un soldo tolto al dicastero sia un soldo sottratto alla cultura, alla salute od alla giustizia. Invece noi abbiamo dimostrato che, in Europa, gli italiani spendono più di tutti in giustizia e ne hanno una che fa schifo. Il problema non è spendere ancora di più, ma tagliare sia i soldi che le inefficienze. Per farlo, senza chiudere i tribunali o continuare le geremiadi sulle fotocopiatrici, occorrono riforme. Occorre politica, idee, innovazione, lotta al corporativismo. E chi la fa? non certo quelli che si sentono furbacchioni perché in cima sono arrivati, sebbene non sappiano di cos’altro occuparsi se non degli affari propri. Così la stagnazione delle idee favorisce quella degli interessi e promuove quella dell’economia.

Per vivacizzare l’ambiente si parla del niente, magari rivolgendosi a quei giovani che sono stati appena fregati dalla controriforma pensionistica e che dovranno pagare il conto di tanta sciatta dabbenaggine. Nel preparare la crisi si faranno tante belle interviste a chi non ha nulla da dire, nel mentre, a proposito dei prezzi, Bersani dice oggi quel che ieri diceva Berlusconi. Il nostro sistema gira a vuoto e precipita nel debito, ma la morfina della spesa pubblica lo rende incapace di reagire. Oggi si batte cassa, domani toccherà alla testa.

www.davidegiacalone.it

Pubblicato da Libero di mercoledì 5 settembre

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