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Catturato Ante Gotovina, ma il cammino resta lungo

Balcani: mai più polveriera d’Europa

Il dialogo con Bruxelles renderebbe la regione il punto di incontro con l’Islam moderato

di Antonio Picasso - 09 dicembre 2005

Il caso dovrebbe far discutere, invece rimbomba il silenzio. L’arresto del generale croato Ante Gotovina a Tenerife è un ulteriore passo in avanti per il Tribunale internazionale dell’Aja, che si sta occupando dei crimini commessi durante la guerra nell’ex Jugoslavia. E ha fatto bene il procuratore Carla Da Ponte a esprimere la propria soddisfazione. Tuttavia, il cammino il cammino dei Paesi balcanici verso l’Unione europea è ancora lungo e incerto.

Prima di tutto perché la cattura dei massacratori dei Balcani non è terminata e, per certi aspetti, non è nemmeno a buon punto, vista la latitanza di almeno sei dei maggiori imputati, tra i quali Radovan Karadzic e Ratko Mladic. E poi perché questo silenzio dimostra una difficoltà strutturale nei rapporti tra l’est e l’ovest del Vecchio continente. La penisola, infatti, sta vivendo un momento di limbo. Avviate le trattative di ingresso nell’Unione europea, questa stessa sembra occuparsene poco e, al limite, secondo il minimo indispensabile..

I Balcani sono lì, al momento non vi succede nulla e poi c’è altro a cui pensare. Questo sembra, apparentemente, il comportamento di sufficienza assunto dai governanti comunitari di Bruxelles. Tuttavia, il disinteresse è sempre un grave errore in diplomazia. I Balcani come polveriera d’Europa, si diceva a fine Ottocento. Ma nessuno se ne occupò. Poi venne la Belle Epoque con le guerre balcaniche del 1912-1913. Ma soprattutto si arrivò all’assassinio di Sarajevo. Il quale diede il la per lo scoppio della Grande guerra. Poco importa della Jugoslavia, si pensava, inoltre, alla fine della Guerra fredda. E anche allora, sappiamo com’è andata a finire..

Tempo fa, durante un dibattito, Enzo Bettiza, esperto in materia, aveva espresso la propria convinzione che la grande regione, nostra vicina, potrebbe essere la giusta risorsa per tentare un dialogo con il più lontano mondo islamico. Un’idea originale e sicuramente non da sottovalutare. I Balcani, infatti, hanno sempre occupato una posizione di frontiera. Storicamente zona di interesse strategico, per non dire di depredazione, da parte degli Asburgo, della Russia – zarista quanto sovietica – e infine di Istanbul, sia dell’Impero ottomano, sia della Turchia moderna. I Balcani come melting pot di popoli, culture e religioni. Vittime essi stessi dei propri iper-nazionalismi e degli scontri incrociati tra cristiani cattolici, ortodossi e minoranze musulmane. Oggi, la penisola non ha cambiato una virgola dei suoi secolari tratti somatici. La Yugoslavia si è disfatta in un’esplosione di stati e nazioni, i cui confini, comunque, non rispecchiano le frammentazioni tra le numerose etnie. Ed ecco, allora, che i Balcani restano una regione ad alto rischio. Perché, con una guerra al terrorismo in corso, Al Qaeda potrebbe esercita la sua pressione ideologico-psicologica sulla Bosnia-Erzegovina, sul Kosovo e sulle altre tante minoranze islamiche sparse sul territorio..

A meno che, l’idea di Bettiza non venga seguita con maggiore attenzione. Però, bisogna che l’Europa si imponga come interlocutore fermo e deciso, ma anche disposto al dialogo e alla collaborazione. Investimenti economici di maggior rilievo e interventi diplomatici efficaci, strumenti che, sulla carta, l’Ue ha a disposizione, ma che nella pratica stenta a maneggiare. Certo, far sgonfiare sentimenti di fanatico nazionalismo, odio e impossibile convivenza religiosa non è cosa di tutti i giorni. Ma perché non provarci?.

I Balcani possono costituire davvero il giusto ponte tra l’Occidente e un vicino mondo islamico moderato e disposto al dialogo, in cui la Turchia, lo si sta vedendo in questi ultimi mesi, è la locomotiva. Se però Bruxelles non se ne accorge, la penisola tornerà, presto o tardi, a svolgere il ruolo che la storia le ha sempre riconosciuto. Cioè quello di un immenso ring dove si perpetrerebbe un vero scontro tra civiltà.

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