Nominati 4 nuovi senatori a vita
Addio garante Napolitano.
Il clima di antipolitica di certo non sentiva il bisogno di 4 nuovi senatori a vita. Evidentemente ne ha assoluto bisogno il prossimo Letta-bisdi Massimo Pittarello - 30 agosto 2013
Davvero non se ne sentiva il bisogno. Sono anni che sentiamo parlare di dimezzamento dei parlamentari, di riduzione delle indennità, di taglio dei costi della politica. E il presidente Napolitano, che già non gode di eccelsa legittimazione popolare dopo un secondo mandato al posto di Stefano Rodotà e Romano Prodi e dopo essersi dimostrato il più convinto sostenitore dell’odiata intesa fra il partito del sindacalista Epifani e del pregiudicato Berlusconi, che fa? Nomina 4 nuovi senatori a vita: il direttore d’orchestra Claudio Abbado (80 anni), il professor Carlo Rubbia (79), l’architetto Renzo Piano (76), ma anche la biologa Elena Cattaneo (51) come “tributo ai giovani”, proprio nel giorno in cui la disoccupazione giovanile arriva quasi al 40%.
Ovviamente tali decisioni saranno oggetto di facili, basiche, ma quanto mai dirette ed efficaci polemiche da parte degli anticasta. E’ facile prevedere: “i nuovi senatori a vita ruberanno lo stipendio e i soldi dei contribuenti per il resto dei loro giorni. Grazie Napolitano”. Inoltre, anche la sola nomina di Mario Monti si era già rivelato un errore strategico del Quirinale. Dopo la “salita in politica” del professore bocconiano Re Giorgio si è ritrovato ad aver messo ab aeternam in Parlamento il leader (..) di una forza politica che certamente non è super-partes. Insomma, non proprio azioni da garante da parte del Presidente della Repubblica.
Ma poi i 4 scelti sono assai sindacabili e quanto mai discutibili, in quanto i loro meriti possono facilmente essere messi a confronto con quelli di tanti altri italiani. E poi queste sono nomine che ingrassano le file dei parlamentari, già visceralmente odiate dalla pubblica opinione e sono, evidentemente inopportune sotto un profilo politico. Ma ciò che più rileva è che questa azione fa scendere Napolitano dal ruolo di garante istituzionale a quello di combattente in prima linea per un Letta-bis.
La maggioranza che sostiene Letta infatti è instabile nel solo Senato, dove già subito dopo le elezioni Bersani voleva andare alla conta scommettendo sull’appoggio dei grillini. Adesso, con la già avvenuta fuoriuscita dal gruppo parlamentare dei 5 Stelle di 7 senatori e con la probabile presa di coscienza di qualcuno del Pdl dell’impossibilità di continuare a sostenere acriticamente Berlusconi, si potrebbe arrivare a 158 sostenitori per un Letta-bis. Nel caso mancherebbero solo pochi voti.
Ecco che, per stare sicuri, Napolitano nomina 4 nuovi senatori, arrivando a 5 con Monti. Il massimo che l’articolo 59 della Costituzione gli concede. Di più, non poteva fare. Ha scelto di passare dalla cabina di regia alla prima linea di battaglia. In ogni caso, dite addio all’imparziale garante. E non mi dite che non se ne vedeva l’ora.
Ovviamente tali decisioni saranno oggetto di facili, basiche, ma quanto mai dirette ed efficaci polemiche da parte degli anticasta. E’ facile prevedere: “i nuovi senatori a vita ruberanno lo stipendio e i soldi dei contribuenti per il resto dei loro giorni. Grazie Napolitano”. Inoltre, anche la sola nomina di Mario Monti si era già rivelato un errore strategico del Quirinale. Dopo la “salita in politica” del professore bocconiano Re Giorgio si è ritrovato ad aver messo ab aeternam in Parlamento il leader (..) di una forza politica che certamente non è super-partes. Insomma, non proprio azioni da garante da parte del Presidente della Repubblica.
Ma poi i 4 scelti sono assai sindacabili e quanto mai discutibili, in quanto i loro meriti possono facilmente essere messi a confronto con quelli di tanti altri italiani. E poi queste sono nomine che ingrassano le file dei parlamentari, già visceralmente odiate dalla pubblica opinione e sono, evidentemente inopportune sotto un profilo politico. Ma ciò che più rileva è che questa azione fa scendere Napolitano dal ruolo di garante istituzionale a quello di combattente in prima linea per un Letta-bis.
La maggioranza che sostiene Letta infatti è instabile nel solo Senato, dove già subito dopo le elezioni Bersani voleva andare alla conta scommettendo sull’appoggio dei grillini. Adesso, con la già avvenuta fuoriuscita dal gruppo parlamentare dei 5 Stelle di 7 senatori e con la probabile presa di coscienza di qualcuno del Pdl dell’impossibilità di continuare a sostenere acriticamente Berlusconi, si potrebbe arrivare a 158 sostenitori per un Letta-bis. Nel caso mancherebbero solo pochi voti.
Ecco che, per stare sicuri, Napolitano nomina 4 nuovi senatori, arrivando a 5 con Monti. Il massimo che l’articolo 59 della Costituzione gli concede. Di più, non poteva fare. Ha scelto di passare dalla cabina di regia alla prima linea di battaglia. In ogni caso, dite addio all’imparziale garante. E non mi dite che non se ne vedeva l’ora.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.